Ricordando: Cagliari-Genoa 3-0, tris Suazo-Cammarata

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E dire che per tutto il girone d’andata il Cagliari aveva avuto il miglior attacco (31) e la seconda miglior difesa (17 reti subite, solo il Piacenza aveva fatto meglio con 14). Insomma, primati che, seppur parziali, facevano sicuramente ben sperare e dormire sonni abbastanza tranquilli. E invece la stagione 2000/2001, iniziata con tutti i favori del pronostico, si esaurì in uno dei più inspiegabili tracolli e fallimenti del Cagliari negli ultimi anni, frutto forse di un’inadeguatezza psicologica nel reggere le pressioni, nonostante fosse stata allestita una rosa di qualità, di talento, d’esperienza, costruita con investimenti economicamente importanti (Cammarata acquistato dal Verona per 15 miliardi, acquisto più caro nella storia del Cagliari), con puntellamenti mirati come Fontolan, Buso e Orlando – tutti già oltre la trentina – che avrebbero dovuto fungere da chioccia alla linea verde che iniziava ad affacciarsi con Suazo, Conti, Melis, Carrus, e con gli ingaggi di alcuni tra i migliori elementi del campionato cadetto appena concluso, come Luigi Beghetto – 16 gol con il Treviso, uno in più del gemello Luca Toni passato al Vicenza – e come Giorgio Lucenti, reduce da una trionfale annata a Napoli conclusasi con la promozione in Serie A. A dirigere la rivoluzione interna alla rosa cagliaritana un allenatore, Gianfranco Bellotto, ambizioso e combattivo, che veniva da un’ottima annata a Treviso. Insomma, c’era tutto per confermare le attese. Dei quattro posti per la promozione, sembrava più che certo che uno sarebbe spettato al Cagliari.

E in effetti la bruciante partenza dei rossoblù era stata all’altezza: tre vittorie nelle prime tre giornate e primato in solitaria. Il Cagliari, aggressivo e concreto, fa paura. Nonostante i tanti nuovi giocatori la squadra sembra aver recepito perfettamente le indicazioni del mister, Cammarata si è perfettamente inserito negli schemi offensivi, Fontolan e Buso alternano efficacemente il proprio contributo in zona gol, la difesa è solida. Ma dopo lo sprint, ecco i primi affanni. Scatto e frenata. Sarà il ritornello di un’intera stagione. E arrivano 6 punti in 6 giornate. Un brutto contraccolpo a cui però la squadra riesce a reagire inanellando una serie positiva che la porta, dopo la convincente vittoria ad Empoli per 3-0, di nuovo nelle zone nobili, al secondo posto. Ma il Cagliari si siede una seconda volta e in quattro giornate colleziona la miseria di due punti, uscendo ampiamente ridimensionata dai due scontri diretti con Torino e Ternana, entrambi persi per 1-0. Bellotto è sulla graticola, nonostante il primo posto disti appena quattro punti. Ma la nona posizione in classifica, in compartecipazione con il Crotone, è indicativa del grado di competitività e di difficoltà del campionato: dieci squadre racchiuse in poco più di una vittoria suggeriscono che il girone di ritorno sarà una lotta all’ultimo sangue. Mezza Serie B è in cerca di un posto al sole.

Proprio in un’incandescente atmosfera da dentro-fuori il Cagliari si avvicina all’ultima giornata del girone d’andata. Avversario di turno al Sant’Elia il 21 gennaio, è il Genoa guidato dalla coppia Carboni-Magni, anch’esso partito con l’obbiettivo di centrare il ritorno nella massima serie e costretto invece a navigare in acque poco tranquille. Poco tranquillo è anche Massimo Cellino che, esternando tutta la sua inquietudine, non si preoccupa certo di stemperare la tensione: il presidente rossoblù è contrariato per il preoccupante calo della sua squadra e ancor più disappuntato dallo scarso utilizzo di David Suazo, grande talento da valorizzare che a fine stagione, la prima da titolare, riuscirà a imporsi all’attenzione di tutti con 12 reti. Due moniti che Bellotto deve saper cogliere al volo. Il tecnico deve inoltre fare i conti con le squalifiche di Villa e Buso, rimpiazzati rispettivamente da Orlando e Modesto, e con l’impasse relativa all’ingaggio dello svizzero Antonio Esposito, il classico regista che tanto manca alla squadra e che dovrebbe permettere di compiere il decisivo salto di qualità. Dopo aver accarezzato l’idea di proporre un inedito tridente, Bellotto scioglie le riserve e schiera Suazo al posto di Beghetto. La scelta giusta, che permetterà al Cagliari di tornare alla vittoria dopo più di un mese. Già al 15’ del primo tempo, infatti, i rossoblù passano in vantaggio.

L’honduregno fa tutto da solo, seminando il panico tra Nicola e l’ex Zanoncelli e infilando Lorieri da posizione defilata con un diagonale lento ma preciso. Il Cagliari è un fiume in piena e travolge l’avversario che non riesce a organizzare la minima reazione, se non con un’isolata conclusione di Francioso che sfiora la traversa. In campo c’è solo una squadra: Cammarata spreca al 28’, Suazo impegna l’estremo difensore del Grifone un minuto dopo e poco prima dello scadere del primo tempo arriva finalmente il raddoppio, ancora una volta con uno scatenato Suazo, bravo ad anticipare Lorieri uscito disperatamente dai pali per intercettare un lancio di Orlando che aveva sorpreso la retroguardia ligure. Dopo l’intervallo si riparte da dove ci si era fermati e già al 10’ arriva la terza sberla: su azione susseguente a calcio d’angolo Cammarata riesce ad arpionare un pallone destinato a fondo campo spedendolo direttamente sotto il sette. Ma il Cagliari non è ancora sazio e continua a spingere in cerca del poker, regalando alla platea momenti di ottimo calcio. Sebastiano Pinna, migliore in campo, garantisce adeguata copertura e allora a provarci sono Giorgio Lucenti al 20’, il cui destro è deviato in angolo da Lorieri e ancora un inarrestabile Suazo che non riesce a capitalizzare un fulminante contropiede spedendo la palla di poco a lato.

Un Cagliari autoritario e bello quanto quello di inizio stagione torna al successo e scaccia tutti i fantasmi con una prestazione di livello assoluto, inguaiando una diretta concorrente e tornando a mettere pressione sulle altre pretendenti. Bellotto salva la panchina e riacquista il credito perduto. Al giro di boa il Cagliari è sesto a due punti dal quarto posto occupato da una sorprendente Ternana. La squadra sembra aver ritrovato salute e serenità. A guidare il gruppo è invece un’altra sorpresa del campionato, lo spettacolare Chievo Verona guidato da Gigi Delneri, che dopo anni di onesta permanenza in cadetteria sembra finalmente pronto per il grande salto. Ma dopo la vittoria sul Genoa, arriva, inaspettata, la terza frenata, la più brusca e dolorosa, dopo la quale non ci sarà più nessuna significativa ripartenza. L’inizio della fine. L’addio ai sogni di gloria. I rossoblù cadono a Crotone sotto i colpi di un giovanissimo Sculli facendosi agganciare in classifica, superano a fatica il Treviso in casa per 3-2 grazie a una doppietta di Conti e a un gol dello svizzero Esposito, pareggiano a Pescara e in casa con la Salernitana, prima di affondare definitivamente a Verona con la settima sconfitta stagionale che costa la panchina a un “mortificato” Bellotto. La squadra appare scoraggiata, l’ambiente è in ebollizione. Al posto del tecnico veneto arriva, carico più che mai, Giuseppe Materazzi che si dichiara pronto a cercare di compiere l’impresa, a ricucire lo strappo di sei punti dalla quarta in classifica. Ma il tecnico di Arborea, che ha firmato sino a fine stagione e che è pronto a fermarsi qualora riuscisse a dare la sterzata decisiva alla squadra, fallirà miseramente. Il cambio in panchina non produce infatti l’effetto sperato, la fatidica scossa. Il Cagliari piomba sempre più in una depressione di risultati che ha il suo culmine nel discusso capitombolo di Pistoia, dove i rossoblù rimediano un inaspettato e umiliante 4-2 chiudendo il match in 8 uomini. Arriveranno poi tre vittorie consecutive contro il rassegnato Ravenna e contro Cosenza e Venezia, due pretendenti alla promozione. Un sussulto d’orgoglio, l’ultimo scatto prima della definitiva frenata che trascina il Cagliari verso la fine della stagione senza fargli assaporare più il sapore dei tre punti. Un’agonia che stabilizza la società sarda all’undicesimo posto e durante la quale viene già annunciato il tecnico per la successiva stagione: sarà Claudio Sala, che sta conducendo il Siena verso una tranquilla salvezza, e che porterà in dote in Sardegna tante future meteore, uno spregiudicato e inconcludente 4-3-3 che vuole essere “una miscela della fase difensiva di Sacchi e di quella offensiva di Zeman” e l’inquietante spettro della Serie C. Dopo una stagione vissuta con il singhiozzo, la poco felice e anticipata scelta del tecnico di Saronno porterà a vivere la fine del 2001 tutta in apnea, prima che il provvidenziale arrivo di San Sonetti possa restituire a squadra e tifosi un respiro quantomeno regolare.

TABELLINO

Cagliari-Genoa 3-0 (19°giornata 2000/2001)

MARCATORI: Suazo al 15′ e al 44′ p.t.; Cammarata al 10′ s.t.

CAGLIARI (4-4-2): Scarpi; Sulcis, Lopez (dal 25′ s.t. Circati), Grassadonia, Orlando; Fontolan (dal 45′ p.t. Modesto), Pinna, Conti (dal 36′ s.t. Abeijon), Lucenti; Suazo, Cammarata. (Castelli, Diliso, Mayelé, Beghetto). All. Bellotto.

GENOA (4-4-2): Lorieri; Nicola, Zanoncelli, Giacchetta, Sussi; Ruotolo (dal 9′ s.t. Manetti), Mutarelli, Breda (dal 31′ p.t. Codrea), Stroppa; Francioso, Grieco. (Campagnolo, Annoni, Malagò, Tangorra, Atzeni). All. Magni-Carboni.

ARBITRO: Dondarini di Finale Emilia.

NOTE: spettatori 7.500 circa, di cui 2.226 paganti per un incasso di L. 45.417.500 e 5.333 abbonati per una quota-gara di L. 67.424.000. Ammoniti: Lopez, Codrea e Manetti per gioco scorretto, Modesto per proteste.

[Matteo Sechi – Fonte: www.tuttocagliari.net]