Roma-Lazio 1-2: e venne il giorno dei biancocelesti …

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Abbracciamoci più forte, abbracciamoci di più. Tutta la Curva rimanga in piedi, nessuno si sieda. Il Derby è biancoceleste, la Lazio è padrona di Roma. E alla fine venne il giorno. Il giorno del dominio in città. Roma in attesa si sveglia, stiracchia i suoi millenni di storia, in una domenica primaverile tiepida. Si schiude ai raggi del sole la città Eterna. E venne il giorno in cui la parola arrendersi perse di ogni senso, significato, di fronte ad un Olimpico stracolmo, venne il giorno in cui l’avversario numericamente superiore mostrava tutta la sua baldanza nello stadio che una domenica per volta appartiene alle due squadre di Roma, una volta per uno, notte e giorno, partita dopo partita, a rincorrere l’unica che conta davvero per chi grida ogni domenica in Curva, per chi prende il giorno a lavoro, maledice il traffico, parcheggia di corsa, per chi è di Roma.

E venne il giorno senza pronostico, il giorno che può perdere una stagione e farla risorgere, il giorno che fu di Di Canio e Gascoigne, che fece di Castroman un eroe, che rese Protti e Cesar, Behrami, Hernanes e Ledesma nomi famigliari, cari, intimi. Venne il giorno che fu di Klose. Ed eccolo, è arrivato, e tutta Roma è muta, in attesa. A molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l’occasione, solo un’altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare comunque il vostro amore per la prima squadra di Roma, qualsiasi sia il risultato, qualsiasi sia la prestazione. Ma è stato un sogno, a schiudersi sul prato dell’Olimpico, oggi.

NOI – La squadra biancoceleste viene da giorni tormentati, che hanno fatto di Reja un allenatore dimissionario prima, pedina da sostituire poi,  e figliol prodigo infine, nel volgere di poche ore. La vittoria  contro la Fiorentina, il gol di Klose hanno squarciato le nubi, ma le assenze pesano come macigni nella stracittadina, quella di Lulic su tutti. La Lazio si presenta al cospetto dei cugini con Scaloni e Garrido sulle rispettive fasce di competenza in difesa, Biava e Dias, e per il resto scelte obbligate, o quasi. Matuzalem e Ledesma tecnica e grinta in cabina di regia, sulla trequarti Tata Gonzalez, sull’altro out Mauri e dietro l’unica punta Miro Klose il fantasista brasiliano Hernanes.

LORO – Da Formello a Trigoria l’aria che si respira non è poi cosi diversa. Il sergente di ferro asturiano ha relegato in tribuna De Rossi nell’ultimo match, La squadra di Luis Enrique non ha proposto ai fini intellettuali che gravitano nel mondo del pallone dilemmi filosofici questa settimana, se si esclude un pestone rimediato da Totti che ha tenuto per 5 minuti col fiato sospeso i fan del capitano giallorosso. Nessun ritardatario dunque alla riunione tecnica, ma il tecnico asturiano deve far a meno di Gago, Osvaldo e Cassetti per squalifica, oltre al lungodegente Burdisso e a Perrotta.  A centrocampo per un solo posto disponibile se la giocano Marquinho, Perrotta e Simplicio, con l’ex Fluminense in vantaggio, mentre il ballottaggio dei piccoli prodigi Lamela-Bojan finisce in favore del talentino ex-River.

PRIMO TEMPO – Fischietto alla bocca, nella bolgia dello stadio della Capitale, Bergonzi decreta la fine dell’attesa. E venne il giorno, che il Derby abbia inizio. La Roma parte subito forte, e guadagna un calcio d’angolo, che finisce con un nulla di fatto. Lo schema del match sembra essere quello previsto: Roma con il pallino del gioco, e Lazio pronta a colpire in contropiede. La squadra biancoceleste sembra essere viva, in palla, ed è di Matuzalem il primo tiro in porta, dalla destra, con facile parata di Stekelenburg. Al 7′ ,minuto Hernanes approfitta di un errore del centrocampo romanista, serve Klose che si invola, salta Stekelenburg che lo stende. Bergonzi non ha dubbi, è rosso diretto, e rigore per la Lazio. Entra Lobont al posto di Lamela tra le proteste accese dei giocatori giallorossi.  Hernanes contro Lobont, sotto la Sud: 9′ minuto di gioco, e la Lazio è in vantaggio. Partenza da incubo per la squadra giallorossa, sotto di un gol ed in 10 uomini, praticamente dall’alba del match. Al 14′ ammonito Scaloni, al limite dell’area Scaloni stende Borini: punizione di Totti, serie di batti e ribatti, cross spizzato dalla destra, Juan colpisce la traversa e Borini ribadisce in rete, a nulla vale l’estremo tentativo di Biava di salvare il risultato: 1-1, si ricomincia. Ed è subito Roma, Jose Angel semina il panico, ma il tiro di Totti appena servito è lontanissimo dalla porta.

L’inerzia della partita sembra essere clamorosamente mutata, la Lazio sembra aver subito il colpo, prova a risponere con un pressing forsennato sul possesso di palla romanista. Al 26′ per un contrasto su Totti anche Matuzalem finisce sul taccuino dei cattivi: ammonito. Al 29′ occasione per la Lazio: tiro-cross dalla destra di Matuzalem, al centro Klose non ci arriva per pochi centrimetri. La Lazio sembra padrona del campo, la Roma si affida ai calci di punizione guadagnati dal suo capitano. Al 34′ Klose batte un colpo, ma il suo colpo di testa su cross di Matuzalem è centrale. Al 37′ Biava viene ammonito causa contrasto con De Rossi, Bergonzi sembra peccare di eccessiva severità contro la squadra biancoceleste,  quasi a voler riequilibrare il match che la Roma gioca in 10 uomini dall’inizio. Il centrocampo della Lazio non sembra riuscire ad approfittare appieno della superiorità numerica, concede troppi errori ai dirimpettai, ed il primo tempo sembra indirizzato verso il pareggio, c’è ancora tempo per un giallo su Mauri causa simulazione, dopo che il centrocampista brianzolo era riuscito a rubare il pallone ed entrare in area di rigore. Primo tempo in chiaroscuro, la Lazio ha guadagnato un uomo ma non il vantaggio, ma la Roma non sembra squadra spacciata, tutt’altro. Tutti a riposare, il secondo tempo attende.

SECONDO TEMPO – Juan rientra in campo nonostante una botta al ginocchio, e la partita riparte, con qualche ululato di troppo dalla Nord contro il brasiliano, che risponde intimando il silenzio. La Lazio sembra essere entrata con un buon piglio in campo, controlla il gioco, vuole approfittare della difesa alta che mette in campo Luis Enrique per evitare di rimanere schiacciato in area di rigore. Nel secondo tempo troppi errori da ambo le parti, a difettare è la qualità del match nel suo insieme, la stessa Lazio sembra essere troppo timida. Al 10′ del secondo tempo entra Marquinho al posto di Pjanic, infortunato, e protagonista di una prestazione impalpabile. Tre minuti più tardi Totti da 25 metri dà prova della sua abilità balistica, tiro secco diretto verso l’incrocio di Marchetti, ma il pallone esce fuori. Anche Heinze finisce sulla lista dei cattivi, per un intervento in ritardo su Matuzalem. Punizione, cross sul secondo palo di Ledesma, sbuca il capitano Stefano Mauri, con tutto il peso di 5 mesi di assenza, in spaccata di sinistro frega Lobont, e si invola sotto la Curva Nord in delirio. La Lazio è di nuovo in vantaggio, la Roma trema ancora dopo pochi minuti: Hernanes si trova solo di fronte a Lobont, ma aspetta qualche attimo di troppo, e Juan gli soffia il pallone, tra le maledizioni di Reja. Pochi secondi dopo, Heinze graziato da Bergonzi: il suo intervento su Klose poteva costargli il secondo il giallo.

La Roma va avanti a testa bassa, ma commette troppi errori, troppe ingenuità, esponendosi ai contropiedi biancocelesti: al 25′ della ripresa è Gonzalez in area a dirigere in porta il pallone, ma il portierone olandese romanista devia fuori dallo specchio. La Lazio è padrona del campo, due minuti dopo Hernanes va al cross dalla destra, ma Klose non riesce a ribadire in rete. La Roma lascia aperte praterie, commette errori evidenti, che la Lazio non riesce a capitalizzare, per chiudere definitivamente il match. A 15′ minuti dalla fine entra Bojan Krkic al posto dell’infortunato Juan, in tempo per vedere il cross dalla sinistra di Garrido, una furia, che Mauri spara alto di testa. La Roma prova a creare qualcosa, troppo lentamente, pagando l’inferiorità numerica che impedisce il consueto fraseggio. La Lazio non riesce a chiudere il match, scorrono i minuti, gli spazi diventano abissali, la Roma prova il tutto per tutto. Al 38′ è Totti a far correre un brivido lungo la schiena della Nord: il suo colpo di testa va fuori di un niente. Esce il capitano, tra gli applausi, ed entra il neoacquisto Alfaro, che va a fare la prima punta, supportato da Klose. Al 40′ Scaloni tocca Bojan involato sulla fascia, e la parità numerica è ristabilita: secondo giallo, e fuori l’argentino. Ad entrare è Diakitè, ammonito appena entrato, al posto di Hernanes. Ma è ancora Lazio: Gonzalez crossa dalla destra, e Alfaro getta alle ortiche colpendo alto. Ammoniti poi Bojan per simulazione e Totti per proteste, andando ad arricchire la già abbondante lista dei cattivi di Bergonzi.  I minuti di recupero sono 4, la tensione è alle stelle, lo stadio è muto, il risultato in bilico. Durante il secondo minuto è Borini a battere un colpo, il pallone impattato di testa finisce molto alto. Il match scivola verso la fine, Bergonzi fischia, e la Lazio conferma il primato cittadino. Due Derby vinti in questa stagione, oggi c’è una sola squadra, una sola Curva a Roma: oggi c’è solo la Lazio. Abbracciamoci più forte, tutti in piedi, a gridarlo tutti insieme: c’è solo la Lazio.

[Luca Capriotti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]