Russia 2018 – Deschamps: “L’Uruguay non è l’Argentina, sarà dura”

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Russia 2018 - Deschamps: "L'Uruguay non è l'Argentina, sarà dura"

Le parole del tecnico transalpino alla vigilia del primo quarto di finale che metterà di fronte Uruguay e Francia.

NOVGOROD – Domani, alle ore 16, prenderanno il via i quarti di finale del Mondiale russo con l’Uruguay che affronterà la Francia. I transalpini, dopo aver eliminato l’Argentina agli ottavi, sono in fiducia ma Deschamps, in conferenza stampa, vola basso:  “E’ una squadra molto difficile da affrontare. L’Uruguay non e’ l’Argentina, per noi le difficoltà aumenteranno, anche in relazione alle ambizioni dei nostri avversari. Se ogni volta arriviamo nelle fasi a eliminazione diretta dei grandi tornei per nazioni, allora la ‘mia’ squadra può essere definita competitiva. Questo mi sembra un dato incontrovertibile”.

Il tecnico francese poi prosegue: “Nel 2014 siamo usciti per mano della Germania, che invece abbiamo eliminato all’Europeo di due anni fa in semifinale. Quello, però, era un altro avversario”. Sulla Celeste aggiunge: “Il profilo dell’Uruguay è diverso dall’Argentina. Bisogna essere pazienti, ma non solo. E’ una squadra ben organizzata in fase difensiva, prende pochi gol, ma è anche efficace davanti, molto brava in fase di transizione. Sanno verticalizzare grazie a un giocatore come Bentancur che velocizza il gioco e ha due attaccanti formidabili come Cavani e Suarez. L’ideale sarebbe essere bravi belle due fasi, tenendo conto che è un avversario forte anche sui calci piazzati. Dovremo fare tante cose, siamo ai quarti di finale di un Mondiale, l’avversario è per forza di cose di qualità”.

Poi, una battuta sull’assenza di Cavani: “Preparo la mia squadra nel caso in cui ci sia. Hanno altre opzioni, come Stuani, un ottimo attaccante, o Rodriguez, che ha un profilo diverso. Preparo i ragazzi in base alle diverse situazioni che possono verificarsi durante la partita. E’ però ovvio che se Cavani, un calciatore di livello mondiale, non ci fosse, cambierebbe il volto dell’Uruguay”. Infine un elogio speciale al lavoro di Oscar Tabarez: “Ho un profondo rispetto per lui, e’ al timone dell’Uruguay da 12 anni, il suo lavoro è notevole. Non dimentichiamo che sono un paese con 3,5 milioni di abitanti, ma questo no gli impedisce di avere una squadra di successo, semifinalista nel Mondiale 2010. E sono ancora lì”.