Sampdoria, Ranieri: “Il calcio non può avere fretta”

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Le parole dell’allenatore della Sampdoria nel corso di una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera.

GENOVA – Claudio Ranieri, allenatore della Sampdoria, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Tanti i temi toccati a cominciare dall’eventuale ripartenza: “Prima del calcio deve ripartire il Paese. Hanno ragione la Pellegrini e Fognini. Non c’è solo il pallone. Anzi dico di più: essendo il nostro uno sport di contatto, dovrebbe essere l’ultimo a rimettersi in moto, sicuramente dopo le altre discipline per natura più distanziate, come per esempio nuoto e tennis. Voglio spazzare via ogni incertezza. Sono d’accordo con chi dice che la stagione va finita, così non si arrabbia nessuno. Ma nei termini e nei modi giusti. La salute viene prima di ogni altro interesse. Non bisogna ripartire perché dobbiamo, ma farlo quando siamo certi che tutto andrà bene”.

Sul campionato spalmato nell’anno solare ha dichiarato: “È un’ipotesi. Non so se quella giusta e non so se si può fare. Di sicuro non vedo perché si debba correre adesso con tutte le problematiche e i rischi che ci sono. Dopo una sosta così lunga avremo bisogno di almeno sei settimane per verificare che tutto sia sotto controllo. Cinque sostituzioni? Se si devono giocare tre partite a settimana con il caldo, dateci la possibilità di cambiare quei giocatori che non ce la fanno. A fine gara le difese immunitarie si abbassano e ci vuole tempo per ripristinare l’equilibrio fisico. Forse così ci sarebbero meno rischi”.

Sul Protocollo della FIGC: “È giusto fare tamponi, come i test sierologici. Ma in questo momento c’è gente che ne ha più bisogno di noi. Non possiamo scavalcare i cittadini, non sarebbe né giusto, né etico. Ho degli amici che sono stati ammalati e il tampone non sono riusciti a farlo perché non se ne trovano e perché non ci sono i reagenti. E sul test sierologico, da quello che mi risulta, solo il 29 aprile il governo dirà quale fare. E a noi quando arriverà? I giocatori sono chiusi in casa da quasi due mesi e stanno dando i numeri. Tra un po’ parlano con i muri… Molti sono da soli, con la famiglia lontana. E dovrei portarli in ritiro un altro mese con la prospettiva di tenerli isolati anche durante le partite? Sarebbero quattro mesi di clausura, non è credibile”.

Sulle parole di Iachini circa il recupero dei giocatori positivi, la Doria ne ha avuti parecchi: “Beppe ha buon senso. Nessuno sa niente di questa pandemia e delle sue conseguenze. Va benissimo allenarsi distanziati la prima settimana, come dice il protocollo. Ma poi? Quanto e come posso forzare con un ragazzo che è stato ammalato, e da noi è successo a tanti. Ci aspetta un tour de force pazzesco. Va gestito lo stress psicofisico. Chi mi assicura che ai calciatori colpiti da Covid non succeda niente dopo uno scontro di gioco? Invito tutti alla prudenza: sono morti anche dei giovani. Bisogna essere cauti, molto cauti”.