Cannavaro: “Villarreal non ci regalerà nulla. Siamo già con la testa all’Atalanta. Juve? Ancora più carica…”

Il capitano del Napoli, Paolo Cannavaro, ha parlato a “Radio Marte” della strepitosa vittoria con il Manchester City ma anche del prossimo impegno con l’Atalanta:

“Per fortuna il cacio non è una scienza esatta. Anche chi spende tanti soldi può perdere. Però bisogna dire che nonostante tutto non era una gara decisiva, perchè dovremo vincere a Villarreal ed in Europa nessuno regala niente. Nel calcio ci sono esami uno dopo l’altro, non puoi mai abbassare la guardia. Siamo concentrati già sull’Atalanta, oggi faremo una seduta tattica per preparare la gara. Mazzarri Santo Subito? In questo momento è giusto che si parli di Mazzarri santo subito, ma andiamo piano, godiamoci questo momento senza esaltarci troppo.

Dzeko? Quando un difensore ha la squadra che lo aiuta diventa tutto più facile, sono riuscito a limitarlo ma per me resta uno dei migliori d’Europa. La nostra prova è stata perfetta, certo qualcosa bisogna concederlo a squadre del genere ma siamo ripartiti sempre con qualità.

Risalita? La promozione in A è stata fantastica, quel giorno non si dimentica mai perchè da lì è partito tutto. Quando entro al centro di Castel Volturno guardo le immagini vecchie, da li è partito tutto, anche quei giocatori vanno ringraziati. Ci sono stati momenti difficili, non li dimentico, anche quelli a livello personale, ma non posso mai dimenticare quel papà col figlio che da sopra ad un muretto mi gridò: “Capità nun dà retta ‘a nisciuno, si sempe ‘o cchiù forte!”, ricordo con emozione quelle parole”.

San Paolo? E’ stato fantastico. Dopo sei anni resto ancora a bocca aperta, figuriamoci gli altri. Un guardalinee sloveno, che parla italiano, che mi dice ‘qui sono pazzi’ è qualcosa di unico.

Per Mancini i gol del Napoli stupidi? Beh, non credo che sia così. Ci sono stati tanti suggerimenti stretti, una bella trama. Poi quello di Balotelli non è che sia dovuto ad un grande gioco…”

Atalanta? E’ una buona squadra, ha annullato la prestazione ed ha una buona classifica. Non sarà facile. Poi ha Denis che sta facendo molto bene. German in questo momento è in uno stato eccezionale. Con lui ho rapporti anche dopo che è andato via, spero che contro di noi possa stare buono

Juventus? Già la partita è bella carica, poi le dichiarazioni e le voci dopo il rinvio hanno caricato ancora di più la partita. E’ evidente quando incontri i tifosi per strada. La Juventus può lavorare con la settimana tipo, hanno giorni liberi visto che non sono in Europa.

Caffè? Sono l’unico napoletano che non beve caffè evidentemente. Nazionale? Non mi fascio la testa, ci spero ma allo stesso tempo penso a fare bene con il Napoli e poi tutto il resto è una conseguenza”.

[Antonio Gaito Fonte: www.tuttonapoli.net]

Juventus-Fiorentina: la voce di protagonisti

Mihajlovic a Sky: “Nel primo tempo non c’è stata partita, ci hanno preso a pallonate e ci è andata bene perché potevano chiudere sul 3-0. Nella ripresa siamo entrati in campo con un atteggiamento diverso, abbiamo regalato un tempo alla Juve, se avessimo giocato come nel secondo tempo… La vittoria della Juventus è comunque meritata. Gilardino è stato pericoloso, i moduli però sono importanti fino ad un certo punto, conta la personalità, la voglia di vincere e la voglia di essere una squadra. Nel secondo tempo abbiamo rimediato qualcosa, oggi non siamo entrati in campo con la giusta personalità. Se le contestazioni hanno condizionato la squadra? Non credo, è stato solo un nostro problema. Senza la giusta personalità, è difficile fare risultato. Se dobbiamo giudicare il primo  tempo c’è ben poco da salvare, Kharja doveva stare su Pirlo in fase difensiva, ha fatto poco, non farlo giocare ma abbiamo sbagliato troppi passaggi, non riuscivamo ad uscire fuori dall’area. Questo non dipende dal modulo, ma anche dalla personalità. Gilardino è da un mese e mezzo che non gioca, non era al massimo, il dubbio era se metterlo all’inizio o meno. Vargas? Non è ancora in condizione. Behrami? Ha giocato bene, ci vorrebbero 11 Behrami… Il mio futuro? Vado avanti per la mia strada, cerco di rimanere sereno ed equilibrato, poi vediamo…”

E in sala stampa: “Abbiamo regalato un tempo agli avversari, potevamo prendere 3 gol e siamo stati fortunati. Ci è mancata la personalità, è andata un po’ meglio nel secondo tempo. Le contestazioni? Le stiamo ricevendo da un anno e mezzo ma non mi faccio condizionare e devo dire che quest’anno ci stanno sostenendo durante la partita e al limite ci fischiano a fine gara. Domenica col Genoa dobbiamo vincere altrimenti si mette male. Perchè rimarremmo a destra della classifica, non perchè mi aspetto cose particolari. Nelle 4 precedenti partite abbiamo raccolto meno di quanto meritassimo ma oggi la vittoria della Juve è meritata”

Gamberini: “Una Fiorentina bruttissima nel primo tempo, c’è poco da dire, così a caldo non riusciamo a dare una motivazione, cercheremo da domani di analizzare quello che non ha funzionato. Non è stato un discorso relativo alla personalità o di approccio, nel primo tempo abbiamo corso di più rispetto al primo tempo. Domani ne parleremo insieme, di sicuro nel primo tempo avevamo voglia di fare una buona prestazione e sinceramente abbiamo sofferto troppo. I problemi ci sono, però a caldo non posso dare giudizi, non me la sento. Il risultato è giusto, meritavamo magari qualcosa in più nelle partite precedenti. Adesso la situazione in classifica è complicata, accettiamo le critiche come abbiamo sempre fatto”.

Gilardino a Sky: “Non abbiamo giocato, non abbiamo creato, abbiamo buttato via un tempo. Non credo che sia solo mancanza di personalità. Dobbiamo parlare tra di noi, per ritrovare un qualcosa che si è smarrito. Mihajlovic pensa solo alla squadra, ma noi se giochiamo come il primo tempo non andiamo da nessuna parte, siamo noi giocatori che dobbiamo fare qualcosa di più. La squadra è con Mihajlovic”.

Cognigni a Radio Blu: “Il primo tempo è stato imbarazzante, nel secondo tempo abbiamo visto una buona Fiorentina.  Adesso dobbiamo fare bene con il Genoa, in questo momento non esiste un problema Mihajlovic. Corvino ci darà i suggerimenti giusti, la famiglia Della Valle non si è mai tirata indietro negli investimenti. Si dimentica difficilmente il primo tempo, il secondo tempo non è stato malvagio”.

Conte: “Ho cercato nello spogliatoio di tenere alta la tensione, ero molto arrabbiato dopo il primo tempo, non era possibile andare all’intervallo sull’1-0. Nella ripresa alla prima occasione siamo stati puniti, poi siamo stati bravi a riprendere in mano la partita. Dobbiamo ancora crescere, ho dei ragazzi splendidi sotto tutti i punti di vista. La Juve del primo tempo? La Juve ha fatto una buona partita, noi cerchiamo sempre di fare la partita, fino ad adesso è sempre andata così. La mentalità deve essere questa, faccio comunque i complimenti ai ragazzi per la partita che hanno fatto. Come ho detto c’è un processo di crescita evidente. La Fiorentina è un’ottima squadra, sono molto contento di come hanno giocato i miei ragazzi, hanno giocato con grande personalità e cattiveria. Sono contento. La Juve ha sempre giocato bene, non era possibile parlare di una squadra in crisi, sono fiducioso per il futuro”

Bonucci: “Il gol? Avevo tanta rabbia, la dedica va alla mia famiglia e alle persone che mi sono state vicino. Questo è uno stadio che trascina, sentire l’apporto dei tifosi è importante. Oggi c’è stata una risposta importante da parte della difesa, ma in generale tutta la squadra ha fatto bene. Non ci aspettavamo una Fiorentina così remissiva ma è stato anche merito nostro – le parole raccolte da Violanews.com -, abbiamo fatto un primo tempo perfetto. Jovetic? E’ un grande giocatore e anche oggi ha tirato fuori colpi di classe come il gol”.

[Redazione Viola News – Fonte: www.violanews.com]

Larrivey: “Voglio lasciare buoni ricordi ai sardi”

Oggetto di battute ironiche e discorsi volti più al surreale che alla critica calcistica, Joaquin Larrivey si è ripresentato in Sardegna quest’estate, dopo l’esilio nella sua Argentina, voglioso di lasciare a Cagliari uno straccio di ricordo positivo. ‘Cocco’ di Cellino, ’emozionato’ sotto porta; sono solo alcuni degli epiteti rivolti a colui che arrivò nel 2007 con la fama di ‘futuro Batistuta’.

La nuova stagione in rossoblu’ è cominciata bene per l’attaccante, con la tripletta all’Albinoleffe e il gol al Novara. Oltre a spezzoni di gara comunque importanti per tenere il Cagliari nei piani alti. Ad Assemini, davanti ai giornalisti, è stato il turno del centravanti di Buenos Aires.”Sono voluto tornare molto volentieri perchè sinceramente sono convinto di poter lasciare ai tifosi di questa società un ricordo migliore di quello che avevo lasciato finora. Credo di essere maturato come calciatore ma sopratutto come uomo”.

Dalle parole di Larrivey traspare la voglia di Sardegna. La quale ha ironizzato su di lui, ma non ha mai mancato di testimoniare affetto e malcelata fiducia verso quel possente centravanti che spara a salve. “Ad essere sincero un’altra componente nel mio desiderio di tornare è costituita dall’amore che tutta la mia famiglia ha per la Sardegna – ha ammesso Joaquin – e sono loro che in questi ultimi due anni mi chiedevano di rientrare al Cagliari perchè così sarebbero potuti venire a trovarmi e passare qualche giorno di vacanza qui”.

Larrivey sente l’ambiente dalla sua parte: “Se avessi capito di non essere all’altezza del campionato italiano e della squadra del Cagliari vi garantisco che sarei rimasto in Argentina. Il mister Ficcadenti, ma ad essere sincero anche Donadoni, mi hanno sempre incoraggiato concedendomi minutaggio nelle partite ufficiali. Con il Novara ho segnato, nelle altre gare in cui sono stato schierato ritengo di non aver demeritato ne, certo, mi esalto più di tanto per i tre gol segnati all’Albinoleffe. Ormai mi sento più che integrato nell’ambiente, sia della squadra che dell’Isola e ritengo, ne sono convinto, di poter dare ancora di più a questa formazione ed ai compagni con i quali ho la fortuna di giocare”.

Intanto arriva il Siena. Guai a parlare di partita facile: “La partita è difficilissima e, credetemi, non è una frase fatta. La cosa che mi da più fiducia è comunque la professionalità e competenza con la quale in settimana l’allenatore ci prepara, dicendoci cosa fanno gli avversari e cosa dobbiamo fare noi: a me e ai compagni il compito di mettere in pratica i suoi suggerimenti”.

[Fabio Frongia – Fonte: www.tuttocagliari.net]

Al Milan il Trofeo Berlusconi, Boateng e Seedorf stendono la Juve

BERLUSCONI – Ottantamila tifosi si accalcano nel caldo torrido del catino di San Siro, che ospita la ventunesima edizione del Trofeo Berlusconi. Il Presidente del Consiglio non vuole mancare e siede accanto a Galliani. Berlusconi sottolinea prima della gara l’impegno economico della famiglia nel Club, conferma l’interesse per Aquilani e loda il campione Cassano che ha, a suo parere, più pregi che difetti.

IL TEST – La Juve è ancora un cantiere aperto, ma l’autorevolezza che i bianconeri hanno mostrato contro l’Inter a Bari deve far considerare l’amichevole contro la formazione di Conte un vero test per il campionato ormai alle porte. Allegri, che lamenta moltissime assenze, parte con una formazione spuntata: Abbiati, Abate, Nesta, Bonera, Taiwo, Gattuso, Ambrosini, Seedorf, Cassano, Emanuelson, K.P. Boateng (4-3-2-1). Conte replica con Buffon tra i pali, Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, De Ceglie in difesa, la coppia di centrocampisti Marchisio e Pirlo dietro a Krasic, Matri, Vucinic e Vidal in attacco (4-2-4).

IL MILAN GESTISCE – Bastano cinque minuti dal fischio d’inizio ai rossoneri per decifrare la  gara. La Juventus non riesce a costruire gioco. È soprattutto Abate a tenere incollati nella propria metà campo De Ceglie e Vidal. Il cileno dovrebbe invece giocare da esterno alto e affondare sulla corsia di sinistra a raccogliere i suggerimenti di Pirlo, apparso in ottima forma. Lichtsteiner e Krasic a destra sono meno timidi ma il serbo, che supera di solito Taiwo in velocità, non appare in grande condizione e spreca spesso perdendo la palla sul fondo. Il Milan prende in mano le redini del gioco e già al 6’ ci prova Cassano che, in progressione, si accentra e di destro sfiora il palo. Allegri chiede agli avanti, dove Emanuelson gioca a sostegno del sempre più convincente Fantantonio e del dirompente Boateng, di non dare alla retroguardia juventina punti di riferimento, con costanti scambi di posizione. L’olandese agisce da perfetto comprimario, con una prestazione più di quantità che di qualità, ripiegando costantemente in appoggio al centrocampo in fase di non possesso palla. Seedorf, che siede in cabina di regia, fa da eco a Cassano al 7’: stesso movimento e palla sul fondo. Krasic cerca di impensierire all’8’ Abbiati, ma il suo sinistro poco convinto ha scarso successo ed è controllato dal portiere rossonero.

IL VANTAGGIO – I rossoneri utilizzano le fasce e con rapidi cambi di gioco neutralizzano ogni tentativo di resistenza dei centrocampisti bianconeri, trovando ampi spazi per affondare i colpi. È proprio da questo cliché che nasce il primo gol di Boateng: affondo di Abate, cross perfetto del terzino al compagno che, non contrastato, si coordina ed esplode un rasoterra imprendibile di destro che si insacca alle spalle di Buffon accarezzando il secondo palo.

Ci prova al 14’ Gattuso che, imbeccato dal solito Cassano, penetra in area ma non è pronto al tiro. Il Milan è in palla ed è padrona del campo, col cipiglio della grande squadra: la Juve, che sulla carta schiera quattro punte, è schiacciata e subisce impotente.

IL RADDOPPIO – Anche Taiwo capisce che la serata promette bene e si spinge sul fronte offensivo, guadagnando al 20’ la punizione del raddoppio. Non c’è più Pirlo, ma Seedorf non lo fa rimpiangere ed il suo destro supera la barriera, colpisce il palo interno e si insacca.

Vucinic abbozza una timida risposta ma Bonera, come nelle gare precedenti, si dimostra una vera saracinesca e gli chiude la porta in faccia. Il Milan è spuntato ma il fato è crudele: l’insostituibile Boateng al 28’ esce per problemi a una caviglia. Entra Flamini, che si sistema da esterno sinistro di centrocampo. Seedorf avanza sulla trequarti. Cassano si posiziona al centro dello schieramento offensivo, mentre Emanuelson migra a destra.

Marchisio intanto ricorda ai tifosi che c’è un’altra squadra sul campo e colpisce il palo con un destro dal limite dell’area rossonera, servito da Vucinic dopo un bello scambio con l’operoso Lichtsteiner. Risponde Abate, che inizia a sfruttare appieno le sue qualità: affonda accentandosi e serve Emanuelson defilato a destra. L’olandese rientra, ma il suo sinistro si spegne alto sul fondo. La pressione del Milan continua costante. Bonucci al 34’ si guadagna un giallo per trattenuta su Fantantonio. Il barese di destro sfiora l’incrocio dei legni bianconeri. Il Milan è sazio e aspetta solo la fine della prima frazione, gestendo con calma la palla. C’è solo il tempo per Conte di sostituire l’acciaccato Matri con Del Piero, prima di rientrare negli spogliatoi.

PIÙ QUALITA’ NELLA JUVE – La ripresa riparte senza apparenti cambi tattici, ma in realtà qualcosa è cambiato e il risultato è quasi immediato. Sarà stato Conte a strigliare i suoi durante l’intervallo, oppure più probabilmente la presenza simultanea di Pirlo e Del Piero ha elevato il tasso tecnico dei piemontesi: le soluzioni bianconere negli ultimi trenta metri aumentano progressivamente. Al 46’ Taiwo, che pareva in netto progresso, si procura una distorsione alla caviglia chiudendo su Krasic. C’è spazio per Zambrotta, che appare subito poco lucido. Vucinic, che nella prima frazione era stato spettatore privilegiato sul campo, cresce. Conte cavalca l’onda e cambia lo spento Vidal per Pasquato, mentre Pirlo suona la carica: al 51’ si accentra e spara una botta di destro dai trenta metri. Abbiati, con un poco di apprensione, devia in fallo laterale.

VUCINIC SEGNA – Il Milan resiste agli assalti bianconeri ancora compatto, ma quando al 57’ i rossoneri restano momentaneamente in dieci (Nesta è uscito per una botta alla testa rimediata da Chiellini su corner) la Vecchia Signora ne approfitta: Vucinic si incunea in area nello spazio lasciato sguarnito e, servito da mastro Del Piero, batte Abbiati con un bellissimo esterno destro sul secondo palo (fotocopia della rete presa da Milito a Bari). Entra Ely a chiudere la falla nella retroguardia, ma ormai la Juventus ci crede e spinge con continuità.  Il Milan di contro è calato in molti dei suoi uomini. Allegri richiama Gattuso al 66’ e manda in campo il giovane Boateng, che si dispone a destra della linea d’attacco. Seedorf torna a centrocampo mentre Emanuelson si sistema alle spalle delle due punte. La Juventus spinge ancora e arriva la migliore occasione per il pari: Del Piero entra al 67’ in area, riceve e calcia d’esterno. Abbiati salva la porta col piede.

IL MILAN RIPARTE – Anche la Juve adesso è stanca, si allunga e ha perso lucidità. Il Milan ne approfitta con ripartenze veloci e la partita si ricolora, a tratti, di rossonero. Cassano al 76’ decide di premiare i giovani. Vede Boateng entrare a destra in area bianconera e gli serve la sfera da calciare in porta a botta sicura. Il diciassettenne ghanese non è ancora pronto per la prima squadra e cincischiando perde l’attimo. All’80’ Flamini, servito in area da Cassano, chiede il rigore per una presunta respinta con un braccio di un difensore bianconero. Il vero pericolo per i rossoneri è ora rappresentato dagli errori, causati dalla stanchezza, in fase di disimpegno. Due di questi, i più clamorosi, sono di Seedorf. Un errore all’81’ permette a Krasic, partito sul filo del fuorigioco e servito da Del Piero, di presentarsi da solo davanti ad Abbiati. Il portierone milanista anticipa l’attaccante in uscita. È l’85’. Seedorf è stremato e Antonini gli dà il cambio. Sull’altro versante entra Ziegler per De Ceglie. Ritorna finalmente in campo anche Quagliarella, che prende il posto di Krasic.

ANCORA FANTANTONIO – Cassano combina col nuovo entrato Antonini e ne esce un’azione bella e veloce che porta di nuovo Flamini al tiro da fuori area, ma la difesa bianconera blocca. Il giovane Boateng vuole rifarsi della rete mancata e, sul limite destro dell’area juventina, calcia un sinistro a girare: Buffon può solo guardare, ma il palo salva la porta ospite.

È l’89’. Cassano vuol inviare un messaggio a chi ha dubitato del suo estro. Racimola le ultime forze, finta su Bonucci e calcia di sinistro. Il tiro non è irresistibile e Buffon para. È finita. Il Milan vince il ventunesimo Trofeo Berlusconi.

Ottima gara quella dei rossoneri, con un primo tempo più che convincente, da formazione tatticamente matura. Bella prova dei campioni, ma anche dei comprimari: Abate è ormai una certezza sulla fascia destra e Bonera si conferma un difensore centrale di qualità.  Quello che preoccupa un poco, a pochi giorni dalla prima giornata di campionato, sono i numerosi infortuni. Questa sera Boateng e Taiwo si sono fermati entrambi per traumi distorsivi alla caviglia: è un caso oppure sono incidenti legati alle condizioni dei campi da gioco italiani?

[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]

Catania, undici: meglio Morimoto che Bergessio

Nuova rubrica per i lettori di MondoCatania. Prima di ogni gara del campionato, calandoci nei panni del tecnico Simeone(almeno per la lunghezza dello scritto), schiereremo il Catania con gli undici giocatori che riterremo non necessariamente i più probabili, od i più in forma, magari più motivati od adatti all’incontro con le squadre che battaglieranno contro i rossazzurri.
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La Corsa del Cholo, Verso la Salvezza

Ve lo ricordate tutti Carletto, sì proprio lui, Carletto Mazzone da Roma? Domenica 30 settembre 2001, durante il derby di campionato Brescia – Atalanta, l’allora tecnico del Brescia, dopo essere stato ripetutamente oggetto di cori discriminatori da parte dei tifosi bergamaschi, al pareggio della sua squadra si lanciò (come promesso) in una lunga corsa per urlare la sua rabbia sotto la curva avversaria. Continue reading “La Corsa del Cholo, Verso la Salvezza”

Genoa, il giornalista Nur El Gawohary: «Sbagliato gettare la croce addosso a Toni»

Le prime impressioni legate al cambio di tecnico, il mercato che si avvicina, le sfide che precederanno le festività natalizie. Sono tanti gli argomenti in casa Genoa, e Pianetagenoa1893.net si è rivolto ad un attento osservatore della realtà genoana come il giornalista di Babboleo News Nur El Gawohary per approfondirli in maniera opportuna.

Davide Ballardini è arrivato da meno di un mese ma, da subito, ha schierato la squadra in maniera differente rispetto al suo predecessore Gasperini. Si può già proporre un parallelo tra i due?
«E’ ancora molto prematuro. Di certo, con il nuovo tecnico, il Genoa ha abbandonato il 3-4-3, che era diventato un po’ la sua carta d’identità. Ha preferito essere più prudente ma lo valuteremo meglio quando avrà a disposizione tutti gli elementi».

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Bologna: sulla buona strada…

Ossigeno puro è quello che risulta dopo la vittoria sul Lecce. Ma se non aveva senso disperarsi e gridare ai catastrofismi per l’ultimo posto in classifica della settimana scorsa, allo stesso modo esaltare oggi la 12° piazza dei rossoblù lascia il tempo che trova. La serie A di quest’anno dimostra un netto  livellamento, all’interno del quale un paio di risultati positivi o negativi ti possono al momento catapultare in zona Europa come in fascia caldissima.

Ecco allora che a Malesani e ai suoi ragazzi non resta che lavorare di settimana in settimana con l’unico obiettivo della crescita graduale di un organico che, ancora, riesce ad esprimere bene il suo valore solo a tratti. Il Bologna disinvolto, padrone del campo e ordinato visto all’opera per un’ora contro il Lecce ha però avuto bisogno del tasso tecnico di Ramirez e Gimenez per portare a casa il bottino pieno. Perchè va bene il compitino, l’ordine tattico, la disciplina difensiva, ma per vincere servono i suggerimenti in verticale e i tiri in porta, e così è stato.

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