Serie A, si salvi chi può …

225

Il campionato non ha ancora emesso tutti i suoi verdetti ma siamo onestamente qualcosa in più che vicini alla salvezza.

Non solo aver raggiunto quota 40 punti, e neanche che la bagarre riguarda troppe squadre per poter alzare tanto la quota salvezza. C’è anche il conforto del vantaggio negli scontri diretti o nella differenza reti sulle dirette inseguitrici. Avanti con Samp e Cesena, pari col Lecce ma con una differenza reti (criterio che subentra in questo caso) migliore a tal punto che, a meno di tracolli in stile Palermo, rappresenta un solido appiglio a cui possiamo attaccarci. Siamo forti infatti di ben nove lunghezze di vantaggio sui salentini. In definitiva godiamo di mezzo punto di vantaggio in più di quanto non dica la classifica nei confronti di chi insegue. Morale della favola? Per sopravanzarci serve che arrivino a quota 41. Ma vediamo come.

Partiamo dal Lecce che resta la candidata numero uno alla retrocessione, vuoi per la classifica che al momento la condannerebbe, vuoi per l’organico (venuto meno anche Di Michele), punti in classifica 35. Nonostante abbia racimolato il doppio dei punti del Catania in trasferta, dodici contro i sei dei rossazzurri, dovrebbe recuperarcene proprio altri sei su nove disponibili. Come se non bastasse, il calendario non gli sorride certamente. S’inizia col Napoli, che pur avendo perso lo smalto di qualche mese fa vuole al più presto conquistare quel punto che gli garantirebbe l’accesso diretto alla prossima Champions. Terza contro terzultima, il calcio non sa stancarsi di regalare sorprese ma per il bottino pieno non sarà certo una passeggiata di salute. Poi c’è il Bari, che per salvare il salvabile potrebbe consolarsi vincendo anche il secondo derby pugliese. Trascinare con sé nel baratro i giallorossi se non riscatta la stagione, almeno regala una piccola consolazione al pubblico barese, quello sì da serie A. E per chiudere col botto si va a Roma con la Lazio, e la Task Force di Lotito non perdona. I biancocelesti sono e resteranno verosimilmente in corsa fino alla fine per guadagnarsi l’accesso all’Europa dalle grandi orecchie. E’ chiaro quindi che per il Lecce il fattore motivazioni non sarà il peso che sposterà l’ago che sposta bilancia dalla loro parte.

In ordine di classifica e rischio retrocessione c’è poi la Samp, più vicina a perdere che a vincere la partita della vita con il Brescia: il responso poco gratificante della classifica è punti 36. Qui col botto c’è l’inizio, derby della Lanterna e al Marassi si potrebbero rivedere le “bare” come auspicio di retrocessione tra una sponda e l’altra di Genova. Se Preziosi ha già minacciato di posticipare le vacanze di un mese in caso di scarsa applicazione e ha giurato che i suoi giocheranno non alla morte ma alla “stramorte”, i tifosi rossoblu non mancheranno di far sentire la voglia di condannare alla serie B l’alter ego blucerchiato della città. Poi arriva il Palermo, che se ha già chiuso ogni discorso in campionato è pur sempre la squadra imprevedibile che vince in casa della Roma in corsa per il quarto posto. Quella stessa Roma teatro dell’ultima sfida dei doriani, Roma che vuole superare i cugini della Lazio, Roma che non ha dimenticato lo sgambetto firmato Pazzini costato appena un anno fa lo scudetto ai giallorossi allora di Ranieri. Fu proprio lì che il “Nun succede…ma se succede” si trasformò in “Nun è successo”, i tifosi della Samp che sperassero negli sconti passino da Via del Corso con tanti auguri. Se poi la Roma proprio fosse con la testa alle vacanze con ogni probabilità vorrebbe dire che non è riuscita a portarsi via la posta piena dal Massimino, e  a quel punto saremmo ancora più lontani.

Discorso diverso per il Cesena, che se parte dallo svantaggio negli scontri diretti con l’elefante, con quattro punti ci scavalcherebbe: i 37 punti in classifica non fanno dormire sogni tranquilli ma per una neopromossa a tre giornate dalla fine non sono pochi. Inizia il suo trittico a Cagliari, che non vince dalla dodicesima di ritorno con il Genoa ed è reduce dalla sconfitta proprio per mano del Catania. Quella vista al Massimino però, è una squadra difficile da inquadrare. Ha rischiato di abbatterci almeno in tre occasioni ma poi gli è venuto il braccino. È stata in vantaggio con Brescia e Lecce ma si è poi fatta raggiungere in maniera rocambolesca. Difficile prevedere come si comporterà davanti al suo pubblico. Poi sarà l’ora del Brescia, che se sarà in corsa per la permanenza ha già dato prova di tenacia a Genova, se sarà fuori dai giochi sarà perché non ha strappato la vittoria al Catania, che a quel punto non sarebbe più fermo a quota 40. Ultimo turno contro il Grifone, non c’è da aspettarsi la partita della vita se ci fosse da condannare i bianconeri, ma forse la pensava così anche il Lecce che ne ha prese quattro invece.

Che fine ha fatto “Tranquillo” lo insegna il Direttore, il Presidente invece sembrava più sereno a 35 punti dopo la vittoria col Palermo che non oggi a 40. La guardia è ancora alta in casa Catania, e poi c’è ancora qualche soddisfazione da prenderci: cancellare lo 0 dalla casella delle vittorie esterne, fare uno sgambetto alla lupa giallorossa e tentare l’assalto al record di punti. La matematica dice che può essere stracciato, e se vale per la scaramanzia varrà pure per i sogni.

[Daniele Lodini – Fonte: www.mondocatania.com]