Sport&Ortopedia: il professor Lovati sulla “Tendinite rotulea”

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Torna l’appuntamento con la rubrica de Lalaziosiamonoi.it “Sport&Ortopedia”. Il Professor Stefano Lovati, Responsabile ortopedico della S.S. Lazio calcio e Responsabile Sport Clinique Paideia, ci porterà alla scoperta di una patologia particolarmente diffusa nell’ambito calcistico e che può colpire il tendineo rotuleo, vale a dire quel tendine che collega la rotula e il tendine quadricipitale alla tibia. I sintomi possono manifestarsi al termine di un allenamento e nei casi meno gravi, il rimedio può essere rappresentato dall’applicazione di ghiaccio sulla zonainteressata.

LA TENDINITE ROTULEA

Il tendine rotuleo collega la rotula e il tendine quadricipitale alla tibia. Alcuni autori definiscono questo tendine “anomalo” in quanto è molto simile a un legamento, tanto è vero che spesso viene trapiantato nelle lesioni del legamento crociato anteriore .  È un tendine robusto e largo, che rappresenta la continuazione naturale del tendine del quadricipite dopo che questo ha ricoperto la faccia anteriore della rotula; è possibile palparlo dall’apice della rotula e seguirne il decorso fino alla sua inserzione sulla tuberosità anteriore della tibia, la sporgenza ossea che tutti abbiamo, più o meno pronunciata, al centro dell’osso più grande della gamba, 3-4 dita al di sotto dell’articolazione del ginocchio. Aiuta i muscoli ad estendere la gamba in modo che si possa calciare una palla, spingere i pedali sulla bicicletta saltare in aria, o semplicemente camminare. La tendinopatia rotulea si osserva comunemente in atleti che svolgono sport quali basket, pallavolo, calcio, salto in alto, salto in lungo, tennis e corsa. È una patologia da sovraccarico, frequente negli sport da salto in cui si eseguono sforzi eccentrici. Nella tendinite  le alterazioni degenerative prevalgono su quelle infiammatorie; tale patologia è infatti caratterizzata da microlesioni che avvengono nel contesto del tendine, soprattutto in prossimità della sua inserzione ossea.

Cause e fattori predisponenti

Tra le cause ricordo l’errata esecuzione del gesto sportivo, i difetti anatomici degli arti inferiori, la ripresa sportiva troppo accelerata dopo un infortunio, calzature non idonee, carichi di allenamento eccessivi, squilibri muscolari. Anche un terreno troppo “rigido” oppure troppo “elastico” possono sollecitare eccessivamente il tendine rotuleo provocandone l’infiammazione.

Sintomi

Il paziente riferisce spesso un dolore sulla faccia anteriore del ginocchio, localizzato prevalentemente all’apice inferiore della rotula. Nelle fasi iniziali dell’infiammazione il dolore si manifesta soprattutto al termine di un allenamento o di una gara, particolarmente se sono stati eseguiti molti salti, o molti calci, per poi scomparire durante il riposo; nelle fasi più avanzate, quando l’infiammazione diventa cronica, il dolore tende a diventare continuo, rendendo impossibile anche l’esecuzione dei semplici gesti sportivi. In alcuni casi il dolore può comparire dopo che il soggetto è rimasto a lungo seduto con il ginocchio flesso, o dopo aver guidato per lungo tempo. Nelle fasi cronicizzate il dolore può essere presente anche di notte durante il riposo

Diagnosi

La diagnosi clinica si basa sulla valutazione delle caratteristiche del dolore riferito dal paziente, e su una accurata anamnesi che generalmente non mette in evidenza alcun trauma acuto diretto o indiretto. Spesso si rende necessario un esame ecografico, e uno studio di risonanza magnetica che consente di valutare non solo la morfologia del tendine e della sua guaina, ma anche di ispezionare l’articolazione femoro rotulea. Nelle forme croniche possono essere presenti delle microcalcificazioni nel contesto delle fibre tendinee, associate a una reazione fibrotica, espressione di sofferenza di lunga data. In questa fase  Il tendine  si presenta meno elastico del normale, e più vulnerabile a lesioni strutturali.

Trattamento

A volte può guarire spontaneamente con la sospensione della attività sportiva, altre volte invece si rende necessario una serie di accorgimenti terapeutici. Nelle fasi iniziali e acute, è consigliato l’applicazione di ghiaccio più volte al giorno e l’interruzione immediata di qualsiasi attività atletica. Nelle forme conclamate oltre al riposo , si consiglia l’utilizzo di macchinari quali il laser ad alta energia, la tecar, l’ipertermia, a volte le onde d’urto. Di estrema importanza è la valutazione dell’assetto posturale e morfologico del paziente soprattutto in quelle tendiniti sopraggiunte in assenza di veri e propri traumi. In questi casi oltre ad un trattamento osteopatico e posturale volti a correggere eventuali squilibri.

Complicazioni

Tutti gli amanti di calcio ricorderanno l’urlo di dolore del “fenomeno” Ronaldo in occasione di Lazio Inter del 1999. In quell’occasione lo sfortunato atleta riportò per la seconda volta una rottura completa del tendine rotuleo. Una delle complicazioni più severe (ma fortunatamente anche rara), è appunto la lacerazione delle fibre tendinee.  Uno degli errori più frequenti è sottovalutare piccoli dolori insorti al tendine in maniera spontanea o in conseguenza a sovraccarichi funzionali, per cui l’atleta è invogliato a “correrci sopra”. Ricordo che bastano due mesi in questa condizione per degenerare il tendine.

[Lovati/Vana – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]