Tim Cup, Andreazzoli: “Abbiamo dato una mano a ritrovare le componenti che nel calcio contano …”

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logo-romaAl termine della semifinale di ritorno tra Inter e Roma ha parlato il tecnico giallorosso, Aurelio Andreazzoli. Queste le sue parole in conferenza stampa:

“Il tridente? Avevo dubbi su altre posizioni, ma non su queste tre. É una fisionomia su cui lavoriamo. Ci piace pensare a un calcio che badi al raggiungimento di un obiettivo, cioè segnare gol. Primo tempo giocato male, sottotono, senza ordine tattico. E quando succede dai forza agli avversari, che sono di valore. Marquinho? Non è la prima volta che giocava in questa posizione, quando giocavamo a tre faceva il quinto, ma anche quando abbiamo giocato a quattro. Il suo rilievo su Balzaretti è giusto, ha dato la svolta alla nostra gara. I primi tre palloni che ha giocato hanno cambiato l’equilibrio mentale della partita. É stato bravo fino alla fine. Se adesso mi sento allenatore della Roma? Mi sono sentito così dal primo giorno, e l’ho sempre sentito fortemente, con responsabilità e con gusto, perché mi diverto e ho soddisfazione a fare questo lavoro. Abbiamo dato una mano a ritrovare le componenti che nel calcio contano, la voglia di partecipare, di fare gruppo e di gioire insieme. Questo mi fa sentire sempre l’allenatore della Roma. Florenzi? No, si è fatto male. Una contusione molto forte alla caviglia destra. Il mio futuro? Vivo di calcio da tantissimo, questa altalena non è una sorpresa. Non sono d’accordo sulla situazione altalenante.

Abbiamo fatto 17 punti, ma è un altalena che va molto in alto. Dentro questo periodo bisogna annotare che abbiamo fatto una mezz’ora disastrosa a Palermo, come in altre gare non ci siamo comportati bene. Ma la tendenza non è parziale, dimostra qualcosa e possiamo essere molto soddisfatti. Se analizziamo una classifica da quando ci siamo insediati, è una classifica molto interessante, che ci vede terzi dietro Juventus e Milan. La finale con la Lazio? Quello che è successo è successo fuori dallo stadio e in orari diurni. Poi ci ritroviamo a parlare in sede sportiva di cose che non hanno a vedere con lo sport. Noi abbiamo vissuto il derby come una giornata di festa, senza problemi. Dentro lo stadio non è successo nulla. Se parlassimo di meno in sedi sportive di quelli che accoltellano e lasciassimo il compito alla società esterna al mondo del calcio… E nemmeno le società di calcio devono subire le conseguenze. Un derby giocato di giorno a maggio è da rabbrividire, va contro a una festa dello sport e non mette nessuno nelle condizione di gioire e di esprimersi al massimo. Se ne parlassimo di meno, in ambito sportivo, di questo problemi, questi virgulti che si sfidano avranno meno risalto. E se qualche Daspo in più viene tirato fuori… Noi pensiamo a giocar bene le partite, per il resto ci devono pensare le autorità competenti”.

[Alfredo Garofalo – Fonte: www.vocegiallorossa.it]