Torino: a San Siro con la fame di dover far punti

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Il Torino domenica al Meazza concluderà il ciclo di fuoco affrontando il Milan, ma allo stesso tempo aprirà il miniciclo di tre partite in otto giorni, poiché mercoledì è in programma un turno di campionato infrasettimanale. All’andata i rossoneri s’imposero sui granata per quattro a due dopo che Santana al ventesimo aveva aperto le marcature, forse con l’illusione che la gara non si sarebbe conclusa con un risultato così netto come poi è stato, infatti già sul finire del primo tempo (40’) Robinho aveva riportato in parità il Milan e nella ripresa ci avevano pensato Nocerino (53’), Pazzini (61’) ed El Shaarawy (76’) a dimostrare che il divario fra le due squadre era netto, infine capitan Bianchi (80’) segnando la seconda rete del Torino aveva fatto apparire meno pesante la sconfitta.

Dalla partita d’andata, era il nove dicembre, il Milan ha perso la gara con la Roma e poi, solo due domeniche fa, con la Juventus, per il resto ha collezionato undici vittorie e cinque pareggi, uno score che gli ha fatto incamerare trentotto punti, due in più di quelli che ha in classifica il Torino. Già solo questo dato preoccupa e non poco i tifosi granata, senza contare che nella prima parte della stagione un certo Balotelli giocava nel Manchester City, mentre oggi è in forza alla squadra di Allegri. Sulla carta la truppa di Ventura ha pochissime possibilità di incamerare punti e se accadesse il numero di sconfitte consecutive salirebbe a quattro e sarebbe l’ulteriore campanello d’allarme che il Torino sta vivendo un periodo negativo, infatti mai in questo campionato non era riuscito a incamerare punti per quattro gare di fila.

Tutte le squadre nell’arco della stagione hanno un periodo di flessione, però se questo avviene nel finale del campionato e per di più riguarda, come nel caso del Torino, una squadra che ha come obiettivo restare nella categoria, la preoccupazione inevitabilmente aumenta. L’ambiente granata non ha motivo di farsi prendere dallo sconforto perché rimane sempre il margine di quattro punti sulle terzultime e conforta sapere che dopo il Milan il Torino affronterà Genoa e Chievo, formazioni che non hanno un tasso tecnico e qualitativo superiore a quello della squadra di Ventura, quindi un piccolo quantitativo d’ottimismo è giusto averlo.

L’unica incognita che grava sul Torino è se la squadra è in grado di reggere la pressione causata dall’essere scivolata a ridosso della zona rossa della classifica e il conseguente obbligo di conquistare punti nelle ultime tre partite, nel caso con il Milan andasse male. Finora Ventura e i giocatori non si sono dovuti confrontare con una pressione di questo tipo e il fatto che nei finali di partita i granata subiscano gol che comportano la perdita di punti rende ancora più complessa la situazione. In queste ultime quattro partite non conterà tanto né il modulo con il quale si affronteranno gli avversari né chi scenderà in campo, solo la determinazione e la voglia di dimostrare di essere all’altezza sapendo dominare l’ansia da prestazione e contenendo l’istinto a strafare renderà meno vulnerabile i giocatori granata, che dovranno anche utilizzare l’astuzia impedendo agli avversari di mettersi nella condizione di rendersi pericolosi. La ricerca del bel gioco dovrebbe essere bandita privilegiando le giocate semplici e efficaci, le uniche che di solito portano punti. É vero che i giocatori vengono anche ricordati per i numeri ad affetto, ma restano nel cuore dei tifosi e negli annali del calcio se vincono, altrimenti vanno a ingrossare le fila delle meteore: piene di calciatori potenzialmente talentuosi, ma che non hanno vinto nulla.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]