Torino, Bianchi: “È ora di accelerare in classifica”

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Ci voleva lui, il capitano, a dare la carica a tutto l’ambiente. Già, il bomber che prende per mano la squadra, l’ambiente, per trascinarli fuori dai fantasmi degli ultimi giorni. Rolly, Rolandinho, che sabato ha ingoiato un rospo gigante a stare in panchina per poi entrare a tre minuti dalla fine e lambire il palo, all’ultimo secondo dei minuti di recupero. Se la dea bendata fosse stata con lui avrebbe spostato leggermente il palo e allora sarebbe stata l’apoteosi per lui, meglio di un certo Toschi che tanti anni fa entrava in campo e segnava. Ma Bianchi non è Toschi, è il bomber del Toro, è il capitano.

Detto tra noi, dovrebbe sempre giocare, ma noi rappresentiamo solo le migliaia di allenatori che affollano i bar sport per dire la loro, allora zitti, perchè le decisioni le devono prendere solo coloro che vivono sul campo tutto il giorno la squadra. Egoisticamente gli estimatori di Bianchi possono perfino pensare che la famosa quanto irritante melina di sabato non si addiceva al capitano, per cui rimanendo in panchina è rimasto fuori dalle critiche selvagge. Nonostante sabato non abbia giocato, ci ha pensato Rolly a tirarsi su le maniche per dire ai tifosi di non avere paura, avendo anche un desiderio: “Il Torino è casa mia, ma se qualcuno mi dirà che sono un peso farò le mie valutazioni”. Ci piacerebbe capire chi avrà questo coraggio, perchè costui dovrà guardare prima in faccia la gente granata e poi dare un calcio nel sedere a Rolly.

Il bomber allontana i fantasmi: “Siamo, forti, uniti e motivati, un gruppo speciale. Accettiamo le responsabilità, non temiamo le pressioni. Siamo già primi però è ora di accelerare in classifica”. Ma poi c’è la frase che ha scatenato mille emozioni, parole non scritte a tavolino, tipo le veline dei politici, bensì nate dal cuore generoso di Rolly: “Lottiamo per un milione di cuori granata, con orgoglio e senza paura. I loro ideali sono i nostri”. Lui sogna una Torino in festa per la promozione, con tante bandiere granata al vento (che non si devono mischiare con quelle bianconere… qualora, ndr). Poi c’è anche l’appello ai tifosi: “Abbiamo bisogno del loro sostegno, li ringraziamo per il tifo eccezionale. Sappiamo di doverlo meritare: da uomini veri che vogliono solo la A”. Può stare in panchina, in tribuna, in campo senza gol, ma la faccia ce la mette sempre Rolando Bianchi, il giocatore più rappresentativo dell’era Cairo. Perchè lasciarlo andare se lui vuole rimanere a fare e raccontare la storia futura del Torino Fc?

[Marina Beccuti – Fonte: www.torinogranata.it]