Torino-Catania 2-2: i rossoblu centrano l’obiettivo ottavo posto

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TORINO – É l’ultma partita di campionato. É la prima, dalla salvezza anno 2007/08, che il Catania gioca con l’obiettivo ancora alla portata. Ottavo posto da difendere, mentre l’Inter lo rincorre giocando in casa contro l’Udinese. Per Maran & soci questione di prestigio e merito, questione di classifica e meriti. Anche per i tifosi, sia quelli del Catania che quelli del Torino, ch riepiono la maratona desiderosi di una festa più degna di quella offerta nella sfida col Genoa. Sfida giocata su due campi, a Milano l’Udinese, gioca per il Catania facendo sorridere subito i rossazzurri. Doppio vantaggio al 10° minuto, ridimensionato dalla rete di Juan Jesus. Stante il risultato, il Catania sarebbe comunque ottavo. Ma non è certo questo ragionamento, quanto più una sbadataggine difensiva a metter in difficoltà Frison, che al 9° è costretto all’uscita fuori area su Cerci, abbattuto. Solo giallo, e va bene al portiere del Catania. La vicinanza di Spolli mitiga la percezione di fallo da ultimo uomo, più che apparente.

Imbottito di gregari, il Torino fa girar palla spostando il gioco da una corsia all’altra in cerca di soluzioni. Ritmi bassi, il Catania presidia il campo ma troppo spesso deve ringraziare l’imprecisione degli avversari nell’ultimo passaggio, trovandosi in difficoltà nella lettura dei lanci lunghi a scavalcare la difesa. Al 12° conclusione a giro di Cerci, Frison si protende deviando a lato. Non è il Catania arrembante che ci si aspetterebbe, quello dei primissimi minuti, più attendista e calcolatore. L’assenza di Lodi è mitigta dallo schieramento con tre trequartisti e due soli mediani. Izco giostra da terzino destro. Nel Torino manca Bianchi, almeno dal primo minuto. Ventura prefeirsce il 5-3-2 al consueto 4-2-2, con Cerci e Jonathas attaccanti e l’esordiente Bakic in mediana. Quando gli equilibri paiono essersi cristallizzati, ed il risultato pare possa accontentare entrambe le formazioni, il Catania passa in ripartenza.

Al 25° pallone a far viaggiare Castro sulla destra. Affonda bene l’attaccante etneo, fino a fondo campo, palla indietro dentro l’area piccola dove Almiron vede ripagato il suo inserimento con la palla del goal del vantaggio, facile, piazzato sul palo alla destra di Coppola. Al pubblico non piace l’andazzo preso dalla sfida. Mugugni e fischi, poi la rabbia contro il guardalinee che annulla giustamente la rete di testa di Cerci, in fuorigioco. L’immagine di un Cerci festante alza la guardia del Catania che, più concentrato, gestisce palla con maggior esperienza ed acume, specie a centrocampo dove il Torino sbaglia tanto. Una serie infinita e stancante di passaggi scandisce il seguito della prima frazione di gioco, chiusa dal fischio di Peruzzo e da quelli, più prolungati ma comunque sparuti del pubblico granata, spazientito nell’attesa di un Torino più caparbio e soprattutto dell’ingresso in campo di Rolando Bianchi. Intano echi da Milano riportano il nuovo doppio vantaggio dell’Udinese contro la “concorrente” Inter.

La ripresa vede Brighi dal primo minuto al posto di Vives ma è di nuovo il Catania ad andar vicinissimo al goal, con Almiron, servito col solo Coppola da battere ma che spara alto tentando la conclusione più complicata. Costretto ad uscire per un dolore muscolare, in mediana fa il suo ingresso Sciacca. All’8° minuto, con Bianchi applauditissimo entrato in campo, Cerci mette in porta il goal del pareggio aprofittando dell’ennesima distrazione offensiva della difesa, lato sinistro, pochi istanti dopo il 4-1 dell’Udinese sull’Inter che pone il Catania virtualmente ottavo, e senza troppa immaginazione, con quasi un tempo di anticipo ed a prescindere dal risultato in gioco all’Olimpico. Al 56° si ferma anche Capuano, il Catania passa a tre in difesa, mandando dentro Augustyn, alla suo esordio stagionale col Catania. Al 61° l’ennesimo errore difensivo del Torino capita stavolta sui piedi giusti e buoni, quelli Bergessio che ruba palla e mette dentro la tredicesima rete stagionale con un tiro potente ed angolato, riportando il Catania nuovamente in vantaggio. All’82° palo pieno di Bianchi con un preciso esterno in diagonale da dentro l’area. Sull’occasione seguente Bianchi mette a segno da pochi passi la rete del suo addio ai colori granata. Tutto come sognato dai tifosi locali e dai parenti sugli spalti. All’88° primo ed unico esordio in serie A per un giocatore della primavera rossazzurra, dentro Petkovic per Gomez.

Il Catania è ufficialmente nel G8 del calcio italiano. Eguagliato il record di posizionamento stabilito dal Catania anni 60 di Di Bella. Per i rossazzurri arriva la soddisfazione di aver messo sotto l’Inter oltre al premio di non doversi impegnare in coppa Italia già in estate. Peccato per la vittoria sfumata ed il record di punti esterni “solo” eguagliato. Mancato il primato di “Catania più forte di sempre”. Con la media di 1.50 punti il titolo resta al Catania stagione 1960/61. Ma come poter essere delusi? Per il Catania è comunque festa, deve esser comunque festa. E sarebbe stato crudele escludere anche Bianchi, il Torino ed i suoi tifosi da un’atmosfera così gioiosa. L’Olimpico resta tabù per il Catania che festeggia comunque, anche il nuovo record assoluto di punti, 56, per di più col giovane Petkovic in campo. E’ il primo e l’unico giocatore della primavera ad aver esordito in questa stagione in prima squadra, in A. Per una ciliegina sulla stagione che finisce, una nuova speranza che cresce..

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]