Udinese, Guidolin: “Importante mentenere la concentrazione e la giusta tensione agonistica”

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Le ultime uscite hanno evidenziato un netto miglioramento e grande spirito di gruppo, ma per l’Udinese di Mister Francesco Guidolin adesso il gioco si fa ancora più duro. Domani pomeriggio, alle ore 15.00, arriva il Milan e il tecnico di Castelfranco Veneto, in conferenza stampa, ha speso parole di stima nei confronti dell’avversario e analizzato il momento di forma dei propri ragazzi.

Il Milan sta vivendo un momento di grande pressione, quanto conterà la testa?
Sarà importante, a volte la tensione fa bene e serve per avere una scossa, quindi sarà necessario per noi essere pronti dal punto di vista della concentrazione e della tensione agonistica perché troveremo una squadra che ha raccolto meno di quanto prodotto sul campo. Ha salute e corsa, lo ha dimostrato anche contro l’Anderlecht. Dobbiamo aspettarci una squadra che ha voglia di reagire e uscire da un periodo negativo, ma questo è uguale per noi. Siamo sulla stessa barca, noi abbiamo un punto e dobbiamo avere grande cattiveria agonistica e sentire la gara nella maniera giusta. Dovremo essere pronti.

Come sta la squadra dopo le fatiche di Europa League?
Li ho visti bene anche stamattina nella rifinitura, è chiaro che giocare di giovedì è penalizzante, ma è così ed è inutile ricordarcelo. Dobbiamo essere pronti, non abbiamo tempo per sentire la fatica.

Domizzi riesce a recuperare per il match di domani pomeriggio?
No.

Cosa pensa delle difficoltà del Milan e di Massimiliano Allegri?
Non conosco le difficoltà di Allegri, voglio solo pensare al Milan che è una grande squadra. La qualità non manca anche se hanno ceduto giocatori importanti. Ho piena solidarietà e stima nei confronti di Allegri, ma mi preoccupo dei problemi della mia Udinese.

Prevede di fare un campionato sulla scia del girone di ritorno dell’anno scorso?
È una domanda a lunga scadenza, l’Udinese del girone di ritorno era diversa. Il gruppo è cambiato e naturalmente per farlo funzionare al meglio serve del tempo, ma non ce l’abbiamo perché affrontiamo un calendario difficile e l’Europa League. L’obiettivo è riuscire a fare i punti che servono per arrivare alla salvezza.

Quando prevede che la squadra ritroverà la mentalità dello scorso anno?
Secondo me giovedì abbiamo dato segnali importanti e adesso dobbiamo dare seguito a questi segnali. Giovedì abbiamo giocato una partita molto gagliarda e tonica, fatta di corsa e intensità come deve essere sempre e come sempre sono state le mie squadre. Contro l’Anzhi abbiamo visto qualcosa di positivo.

Si riparte dalla reazione con l’Anzhi?
Si riparte contro una grande squadra, ma indubbiamente giovedì ho colto dei segnali positivi. La squadra ha saputo rimontare in 10, perché Domizzi era praticamente ai box. Perché adesso nessuno parla della preparazione? Pian piano ci stiamo conoscendo, stiamo rendendo coeso e collaborativo un gruppo di ragazzi che hanno voglia di fare.

La preoccupa l’assenza di Lazzari?
Sì, devo anche verificare le condizioni di Basta che si è fermato nel corso della rifinitura. L’assenza di Lazzari non ci voleva, ci dà qualità in mezzo al campo e tempi di gioco. Però dobbiamo ovviare e penserò come fare.

Confermerà il 3-5-1-1?
Può essere, io devo cercare di modificare qualcosa. Spesso abbiamo usato il 3-4-1-2 o il 3-5-2, non devo stare fermo dal punto di vista tattico, ma trovare soluzioni nuove per darci vantaggi in gara e nel lungo termine.

Con l’Anzhi le è dispiaciuto prendere gol a fine primo tempo a seguito di una punizione a favore mal sfruttata?
Lì, come nel basket, volevo che l’ultimo tiro fosse nostro. Dovevamo aspettare e non avere fretta, è un’ingenuità che dobbiamo eliminare. Dovevamo lavorare come nel basket con il cronometro.

Giovedì ha detto: “Anche io mi sento a rischio”. Era un messaggio di solidarietà verso il collega Allegri?
Un allenatore in Italia deve stare sempre con le antenne molto dritte. Io mi sento in bilico sempre. Il mio, comunque, era un messaggio di solidarietà nei confronti di un collega che apprezzo e stimo. Io sono occupato a risolvere i problemi della mia Udinese e non penso assolutamente alla mia panchina e non c’è altro che mi può disturbare. La mia idea è di rimanere qui, magari come allenatore nel nuovo stadio o dirigente, perché io voglio stare qui per sempre. Magari avere un nipotino a cui far vedere uno stadio nuovo, confortevole e tutto pieno per l’Udinese.

[Sito Ufficiale Udinese Calcio – Fonte: www.udinese.it]