Vi presento il vero “burattinaio” del mercato juventino. Milan, cedi Dinho. I voti ai 23 azzurri: un solo 6

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Da questa settimana iniziamo a divertirci. Finito il periodo delle comproprietà, aperte le buste e smascherati i limiti dell’Italia al Mondiale, adesso avremo occhi ed orecchie solo per il mercato: finalmente!

Ci sono pochi soldi, ve lo diciamo subito ma ci sono tante idee. Maurizio Zamparini, Presidente del Palermo, dice la verità quando sostiene che in questo calcio gli unici ad arricchirsi sono calciatori e procuratori; non ha specificato l’ordine, se guadagnano più gli agenti o i loro assistiti. Vi vogliamo parlare di mercato ma non delle strategie di tutti i giorni e degli obiettivi delle varie squadre.

Su Tuttomercatoweb lo facciamo quotidianamente con 500 notizie ogni 24 ore; vogliamo entrare nei dettagli, smascherare quello che c’è dietro ad una notizia di mercato. Il nostro Editorialista, Gianluca Di Marzio di Sky, vi ha raccontato la giornata tipo di un cronista di mercato; noi vogliamo dirvi anche quello che, a volte, non si può dire. Chi fa il mercato della Juventus? Ma che domande… Marotta, con l’aiuto tecnico di Delneri. Certo, ma c’è di più. Il vero “burattinaio” è un Avvocato; si, avete letto bene. Sulla Juventus regna l’ombra di Grande Stevens, il suo legale è presente ad ogni trattativa e senza il suo placet non si fa nulla a Torino. Se Marotta va in Russia e non chiude per Krasic a 16,5 milioni di euro è perché questo Avvocato ha detto che la Juve a quella cifra non deve arrivare. Volete il nome, giusto: l’Avvocato di Grande Stevens si chiama Michele Briamonte e si sta appassionando sempre di più alle strategie di mercato. E’ il vero deus ex machina. Vorremmo conoscerlo ma preferisce restare dietro le quinte, nonostante per una vita non abbia avuto a che fare con le copertine dei quotidiani sportivi.

Su Sportitalia, nel corso di “Notti Magiche”, sabato sera vi abbiamo fornito tutti i dettagli di come i Los Angeles Galaxy vorrebbero intavolare la trattativa con il Milan per la cessione di Ronaldihno. Conditio sine qua non: il brasiliano deve rinunciare ai diritti di immagine. Gli americani farebbero una campagna mediatica con Donovan, Beckham e Ronaldinho. Secondo i loro calcoli rientrerebbero alla grande, senza alcun problema. A Ronaldinho sono stati offerti 32 milioni di euro in 3 anni. Poco più di 3 milioni a stagione, ci siamo: lui vorrebbe andare, anche perché i ritmi italiani sono troppo elevati per il suo stile di vita, i rossoneri sono sempre meno brasiliani e il suo obiettivo principale (il Mondiale in Sudafrica) ormai è bello che andato. Il problema è il Milan che, giustamente, chiede 10 milioni di euro per il cartellino, in tal modo da perdere solo 8 milioni in due stagioni per l’investimento fatto due anni fa. In Via Turati non c’è la volontà di lasciar partire Dinho già quest’estate, il problema è che in autunno potrebbe cominciare il tormentone del rinnovo contrattuale, considerata l’imminente scadenza di Ronaldinho: 30 giugno 2011.

Una chiusura dedicata all’Italia di Abete; un fallimento calcistico e politico. Bisogna cambiare ai vertici del Palazzo. Il flop della Nazionale maggiore è l’ultimo di una lunga serie. Vedete i risultati delle Nazionali minori, in particolare l’Under 17. Vogliamo dare i voti ai 23 azzurri. Compito arduo. Forattini con una vignetta ha riassunto bene lo spirito (quello neanche c’era in Sudafrica) della nostra Nazionale. Pepe si è offeso, almeno quanto ce la siamo presa noi per aver visto calciare la palla, della possibile qualificazione, con il piede sbagliato.

PAGELLE DEGLI AZZURRI

Buffon: S.V. Ha problemi fisici preoccupanti. La Juventus farebbe bene a tenere in considerazione questo aspetto.

Marchetti: 5,5. Non ha responsabilità oggettive, alla Green per intenderci, ma non ha mostrato eccessiva sicurezza e lucidità.

Morgan De Sanctis: S.V.

Domenico Criscito: 5. La colpa non è sua ma di chi pensa che possa essere da Nazionale Campione del Mondo.

Giorgio Chiellini: 5,5. Poche sbavature ma perde anche brillantezza per coprire i danni del collega che gli sta vicino.

Fabio Cannavaro: 5. Un motivo ci sarà se da agosto andrà a giocare negli Emirati Arabi. Un motivo ci sarà se nessuno, in Italia, lo ha voluto.

Leonardo Bonucci: S.V. 15 milioni di buoni motivi, in panchina…

Salvatore Bocchetti: S.V. C’è una gerarchia e va rispettata. I risultati si sono visti. Passante tra tigri e leopardi.

Gianluca Zambrotta: 5,5. Alterna buone prestazioni ad altre piuttosto mediocri. Certo; se pensiamo al calciatore visto negli ultimi mesi al Milan ci sembrava addirittura Zambrotta dei tempi della Juventus.

Cristian Maggio: 5. Non ha mai la possibilità di mettersi in evidenza.

Gennaro Gattuso: 5. Sul viale del tramonto. La benzina è finita e lo sa bene. Bisogna dirglielo a chi ha puntato su di lui nei 90 minuti più importanti.

Andrea Pirlo: S.V. Che rimpianto!

Angelo Palombo: S.V. Lo vogliono Inter e Juventus ma noi gli facciamo fare il turista. Misteri del caso.

Claudio Marchisio: 4,5. Poverino. Lo mette al centro ma troppo avanzato, a sinistra e non gioca mai nel suo ruolo. Se fosse rimasto a casa gli sarebbe andata meglio.

Riccardo Montolivo: 5. Dovrebbe illuminare e accendere la luce. Non trova quasi mai l’interruttore generale.

Daniele De Rossi: 5. Male, per non dire malissimo. Almeno due gol subiti dagli azzurri hanno la sua firma in calce. Abbastanza bene in fase offensiva ma anche da lui ci aspettavamo fuoco e fiamme.

Mauro Camoranesi: 4,5. Arriva male al Mondiale e senza neanche troppe motivazioni. Ha chiuso due cicli: il primo alla Juve e il secondo in Nazionale.

Vincenzo Iaquinta: 5. Non è una punta centrale e non è all’altezza del compito. Ha diverse scusanti ma soprattutto la colpa di estraniarsi costantemente dal gioco offensivo. Mai una sponda sugli esterni.

Fabio Quagliarella: 6. L’unica sufficienza la merita l’attaccante del Napoli. Gli annullano un gol per questione di millimetri, riaccende le speranze azzurre sul gol di Di Natale, va in rete e regala la solita perla. In allenamento delizia i compagni ma l’unico che non si rende conto della sua condizione fisica e psicologica è il C.T.

Antonio Di Natale: 4. Non è detto che se segni un mucchio di gol contro Cagliari, Livorno, Siena ed Atalanta sei un fenomeno. In ambito internazionale si conferma inadeguato.

Giampaolo Pazzini: S.V. Se gli avesse concesso qualche minuto in più, avrebbe potuto meritare anche un voto.

Simone Pepe: 5,5. Ottimo l’impatto, pessima la chiusura. E’ forte ma non è un campione: Juve avvisata.

Alberto Gilardino: 4. C’era anche lui?

Marcello Lippi: 3. Sotto il 4 non si dovrebbe mai scendere per rispetto dell’uomo. Lui non ha rispetto per i giornalisti, per i calciatori e soprattutto per gli italiani. Non ha la furbizia di Mourinho per capire che quando vinci devi subito scappare e cambiare aria. Lui ci torna e fa un disastro. Pensa che gli sia tutto concesso perché glielo fa credere il Presidente federale. Sbaglia convocazioni e formazioni. Non riesce a motivare i suoi ragazzi e molti li impiega perfino fuori ruolo. La pagina più brutta del calcio italiano l’ha scritta lui. Addirittura da far passare in secondo piano il miracolo di Berlino. Adiòs Marcello… hai fatto un macello.

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]