Viola: gioco, applausi ma pochi punti raccolti

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Un conflitto interiore tra l’orgoglio e il rimpianto. É una bella soddisfazione mettere sotto l’invincibile Juventus, costringerla nella propria metà campo come mai si era visto in un anno e mezzo di gestione Conte e sentirsi elogiato da tutti. Addetti ai lavori e anche avversari, onesti nel riconoscere la superiorità della Fiorentina. Solo che poi in classifica ci metti solo un punto, così come era accaduto a Parma sabato scorso. Due punti guadagnati e altri 4 – meritati – lasciati per strada. Tutti con un denominatore comune, che rischia di diventare un tormentone da qui a – perlomeno – gennaio: siamo sterili in attacco, siamo orfani di Berbatov, cioè l’uomo che Pradè e Macia avevano individuato per completare un mercato-capolavoro. E così la bella Fiorentina fa gioco, strappa applausi… ma raccoglie poco.

Il confine tra l’orgoglio e il rammarico diventa labile e rischia di pendere verso il pessimismo se si pensa a dove sarebbe potuta arrivare questa Fiorentina con quella pedina in più davanti. Ieri Ljajic ha confermato i suoi limiti (anche tattici, perchè è tutto fuorchè una prima punta) e Toni non è ancora in grado di dare una mano, sperando ci arrivi presto; Seferovic è ancora acerbo ed El Hamdaoui deve smaltire la ruggine di un’intera stagione ai box, oltre ai fastidi fisici delle ultime settimane. Ma le sensazioni tornano ben più rosee se si pensa – ed è qui che pure noi ci vogliamo collocare – a dove eravamo pochi mesi fa. All’ultimo Fiorentina-Juventus. E’ cambiato tutto e se n’è accorto il pubblico viola, che un anno fa fischiava anche le vittorie (stentate e sofferte) e che ieri si è spellato le mani ad applaudire dopo uno 0-0. Dopo due anni di buio il ciclo è finalmente ripartito con idee precise e prospettive ambiziose: forse è il caso di goderselo. Tornare ad essere orgogliosi della maglia viola e di chi la indossa è sicuramente la più grande vittoria.

 [Simone Bargellini – Fonte: www.violanews.com]