Un inizio sprint, poi lo stop. Giovedì 20 febbraio, giorno dell’andata dei sedicesimi di Europa League contro l’Esbjerg, sarà passato un mese dai primi – e finora unici – due gol di Alessandro Matri con la maglia della Fiorentina. Un esordio col botto a Catania lo scorso 19 gennaio, nella settimana del suo arrivo a Firenze. Una doppietta di pregevole fattura, la seconda rete, quella del momentaneo 2-0, da bomber vero. Da allora, sei partite di campionato, più le due semifinali di Coppa Italia con l’Udinese, senza segnare. Non un “caso”, ci mancherebbe, solo una semplice constatazione. A volte si è messa di mezzo la sfortuna. Ad esempio, come contro l’Inter sabato, con la volée dell’ex milanista al 94’ fuori di un niente. Nessun dramma, però.
La società punta forte sul suo nuovo attaccante e non fa altro che tesserne le lodi. Anche il tecnico Vincenzo Montella è contento dell’apporto del calciatore lombardo. “Si dà da fare e fa un lavoro sporco. Ma lo dobbiamo servire di più e meglio”, ha detto l’Aeroplanino alla vigilia dell’incontro con l’Atalanta. Quest’ultima frase spiega bene le difficoltà di Matri nel ritornare al gol. Al Massimimo, il numero trentadue gigliato aveva potuto usufruire di parecchi cross dal fondo, soprattutto dal lato sinistro occupato da Pasqual. Da dopo la partita con gli etnei è come se la Fiorentina avesse cambiato – inconsciamente – modo di giocare: pochi traversoni all’interno dell’area di rigore e uno sviluppo di manovra troppo per vie centrali. Emblematici i venti minuti finali della gara contro l’Inter, con Matri e Gomez serviti raramente dalle fasce.
Si sa quanto sia frustrante per un centravanti non riuscire a gonfiare la porta degli avversari. Tornare al gol deve essere un obiettivo per Alessandro, non un’ossessione. Un attaccante può risultare determinante per la squadra anche senza segnare caterve di reti. E Matri è sicuramente uno di questi, grazie ai tanti movimenti volti a creare spazi per i compagni.
Il gol arriverà, magari già in coppa con l’Esbjerg, perché le “crisi” esistono per essere superate.
[Stefano Niccoli – Fonte: www.violanews.com]