Adriano-Roma, una magnifica scommessa. Quanti segreti!

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Dice Rosella Sensi. Adriano non è una scommessa. Ci permetta: Adriano è una scommessa, ma una magnifica scommessa. E la Roma, avendolo preso e avendogli fatto sottoscrivere i dieci comandamenti del buon romanista, addirittura non rischia niente. Se Adriano ritorna il miglior centravanti del mondo (lo è stato per tre anni) o se già si ferma all’ottanta per cento di ciò che fu, la Roma fa capriole e organizza il carnevale di Rio. In caso contrario, saluti, baci e amici come prima. Rischi: zero.

Un colpo da maestro di Daniele Pradè, che un altro ne ha compiuto prendendo Simplicio a parametro zero. I grandi acquisti non si fanno spendendo cifre folli, ma seguendo le idee giuste. Come, appunto, quelle di Simplicio e di Adriano, due brasiliani che hanno perso il mondiale e vogliono dimostrare a Dunga che si è sbagliato, depennandoli. Adriano è l’ideale per giocare con Totti e al capitano ha già detto: dammi la palla e al resto penso io. Parte da dietro o largo, poi prende velocità e tira. Ha una decina di chili in più: li perderà.

Ranieri vorrebbe anche Amauri, per comporre un tandem di giganti. O comunque per poter contare su tre attaccanti dalle caratteristiche più o meno simile. Le occasioni per giocare, tra una cosa e l’altra, non mancheranno. Per arrivare ad Amauri, la Roma potrebbe utilizzare Mexes e in questo caso cercare il fratello di Burdisso. L’ex interista è al momento il primo obbiettivo di Pradè e anche per questo, par di capire, Rosella Sensi non si è fatta sentire in merito alla vicenda Preziosi-Moratti, i due dirigenti deferiti per aver trattato Milito e Motta. Rosella si tiene in disparte per non infastidire l’amico Moratti, che amichevolmente dovrà passarle Burdisso.

Preso la stopper Pradé si dedicherà al terzino destro, che non può essere l’ottimo Rosi: la Roma cerca un titolare e a Rosi manca almeno un altro anno di esperienza per poterlo diventare. Intanto cresce e questo è bene. Per Burdisso e per il terzino servono soldi: non si può sempre trovare un parametro zero perfetto. Dovrebbero uscire dalla cessione di Baptista, Doni, Brighi, Cerci, Guberti. Non ci sono state offerte da capogiro per Vucinic, che la Roma valuta trentacinque milioni: dunque rimarrà e ne saranno felici tutti i suoi estimatori, ormai diventati, dopo le iniziali incomprensioni, un mare.
La Roma, come si vede, sta uscendo fuori: Bertagnoli in porta, il nuovo terzino, Burdisso e Juan centrali, Riise a sinistra. Taddei, Pizarro, De Rossi e Vucinic in mezzo; Totti e Adriano davanti. Menez prima riserva per le punte, Perrotta e Simplicio vice coppia centrale.

Tutto bene? Sì, se non ci fosse nella Roma un caso pronto a esplodere. Riguarda Stramaccioni, tecnico degli allievi nazionali, abituato a vincere tutto ciò che c’è da vincere. Vorrebbe allenare la Primavera, in attesa di arrivare alla prima squadra. Ma la Primavera è occupata da De Rossi, che non intende lasciarla e ha risposto no anche alla proposta avanzatagli da Bruno Conti di dirigere la rete degli osservatori per le giovanili. Se Stramaccioni non viene accontentato se ne va. Ci sono Inter e Fiorentina disposte a svenarsi. Lui, a malincuore si deve pensare, farebbe la valigia e ci metterebbe anche un paio di ragazzi. Attenzione.

[Roberto Renga – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]