Anderlecht-Milan: la chiave tattica

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Dopo il pareggio in rimonta ottenuto sul campo del Napoli, i rossoneri tornano a respirare aria europea; la sfida è di quelle da non fallire, ed è di quelle che il Milan di qualche anno fa non falliva. Una vittoria sul campo della squadra Belga significherebbe infatti mettere una seria ipoteca sul passaggio del turno in Champions League e donerebbe al gruppo la serenità necessaria per preparare al meglio la durissima sfida di campionato contro la Juventus. Di contro, sarà importantissimo approcciare in modo adeguato alla sfida, non sottovalutando l’Anderlecht, squadra che si è rivelata la sorpresa del girone; i belgi infatti, avendo battuto nell’ultimo turno uno Zenit in piena crisi e alle prese con l’inserimento alquanto difficile di Hulk e Witsel, sono ancora perfettamente in corsa sia per il passaggio del turno, sia per il terzo posto che darebbe accesso all’Europa League, e per questo non concederanno nulla al loro più blasonato avversario.

I dubbi della vigilia di Massimiliano Allegri, manco a dirlo, riguardano un’altra volta il modulo: nella mente del tecnico livornese il dubbio è tra il continuare con il 4-3-3 visto a Napoli oppure tornare al 4-2-3-1. Come abbiamo già detto, la differenza tra i due schieramenti è sostanziale: con il 4-2-3-1 la squadra ha un atteggiamento decisamente più offensivo, e potrebbe schierare Bojan sulla trequarti, ruolo che lo spagnolo ha dimostrato di coprire bene perchè lo pone nel vivo della manovra. Di contro questo schieramento fa perdere equilibrio alla squadra rossonera, che quindi in fase difensiva si ritrova spesso in affanno: caratteristiche che lo rendono adatto per partite contro avversari che impostano una strategia prevalentemente difensiva.

Il 4-3-3 invece, prevedendo l’inserimento di un mediano in più, garantisce più equilibrio alla formazione rossonera, ma di contro toglie l’arma rappresentata da Bojan nella posizione di trequartista; a Napoli si sono visti i pro e i contro di questa strategia, dal momento che il Milan visto Sabato sera al San Paolo era decisamente più ordinato nella fase difensiva, ma ha un po’ perso per quanto riguarda l’imprevedibilità in fase offensiva. Lo schieramento risulta più adatto dunque quando si affrontano avversari più aggressivi che tendono ad attaccare maggiormente l’avversario e contro i quali è necessario fare più filtro a centrocampo.

Di conseguenza, la scelta sarà influenzata dall’ipotetico atteggiamento della squadra Belga: Se Allegri penserà ad un atteggiamento guardingo degli avversari, proporrà il 4-2-3-1 con Bojan trequartista, mentre se ipotizzerà una partita a viso aperto da parte dell’Anderlecht opterà per la formula vista a Napoli.

Dal punto di vista dei singoli invece, pochi dubbi animano la vigilia del tecnico: la difesa dovrebbe essere riconfermata dopo la buona prestazione di Napoli, a centrocampo le scelte dipenderanno dal modulo, mentre in attacco il dubbio principale è legato all’utilizzo o meno di Alexandre Pato.

LA CHIAVE TATTICA: La squadra belga fa dell’ordine e della compattezza il proprio punto di forza, non potendo contare su grandissime individualità. In ogni caso però non crediamo ad un Anderlecht che in casa scenda in campo pensando principalmente a difendersi: queste squadre spesso si trasformano in casa e forniscono due versioni completamente diverse a seconda che giochino di fronte al proprio pubblico o in trasferta. Consiglieremmo quindi di partire con il 4-3-3 per poi modificare eventualmente in corsa il modulo se gli avversari calano fisicamente con il passare dei minuti oppure dimostrano di avere un atteggiamento molto remissivo. Ciò che il Milan deve assolutamente evitare infatti, anche per un discorso psicologico, è di passare in svantaggio.

IL GIOCATORE DA SCHIERARE: Non conosco lo stato di forma attuale di Robinho, ma in ogni caso qualche minuto al Brasiliano lo concederei. A Napoli ha dimostrato di poter garantire assist ed imprevedibilità all’attacco rossonero; potrebbe essere importante sopratutto in un 4-3-3, schema che ha dimostrato come detto sopra di togliere qualcosa alla fase offensiva rispetto al 4-2-3-1. Robinho potrebbe contribuire a colmare il gap che esiste sotto questo aspetto tra i due schieramenti.

IL GIOCATORE DA EVITARE: Boateng esterno destro; non è decisamente il ruolo del giocatore che sta vivendo un’involuzione più psicologica che tecnica. Farlo giocare fuori posizione non aiuterà di certo il calciatore a ritrovare sè stesso.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]