Atalanta: sguardo al prossimo mercato, campionato più difficile

222

Finito virtualmente il campionato, la società nerazzurra si sta già concentrando sul mercato di giugno che non sarà più avaro come l’anno scorso. I top club del campionato, torneranno in parte a reinvestire su alcuni di giocatori di primo piano. La Juventus e l’Inter cercano la punta che gli faccia fare la differenza, il Milan rinforzerà la difesa e centrocampo con giocatori di qualità, il Napoli, la Fiorentina e la Roma non saranno da meno.

UN CAMPIONATO PIU’ DIFFICILE – A questo punto, è chiaro che avremo un campionato più difficile rispetto a quello che sta per concludersi, salvarsi non sarà così semplice, anche le piccole dovranno rinforzarsi senza rischiare con scommesse sud americane, sud africane, asiatiche o del Polo Nord. Servirà muoversi in anticipo per non rischiare di trovarsi alle casse negli ultimi giorni di mercato costruendo una formazione senza logica come quella creata a gennaio da Marino. Cosa è servito prendere Scaloni, Brienza, Budan, Contini, De Luca, Troisi, Giorgi e altri se non giocano e difficilmente giocheranno? Verranno rimessi sul mercato e sicuramente si potrà far cassa, ma poi si avvii un mercato logico formando una squadra con la S maiuscola.

BASTA SCOMMESSE, MA CERTEZZE, L’UDINESE É UN’ALTRA COSA – E’ inutile andare a prendere i Parra per far entusiasmare i tifosi con acquisti a scatola chiusa che poi si rivelano regali non graditi. L’Udinese, squadra presa più volte a modello, prende 30-40 giocatori a scatola chiusa e tra questi, capita che si ritrovi nel cesto delle sorprese un Sanchez, un Benatia, Muriel o altri, ma tutti gli altri vengono parcheggiati in società satellite come il Granada o il Watford in Inghilterra. L’Atalanta non può permettersi queste cose, se prende una scommesse, deve sperare sia quella buona, sennò sono guai.

I GIOVANI DI PROSPETTIVA, PIU’ MODA CHE UTILITA’ REALE – Anche il discorso giovani, mi sembra più una moda ormai sulla bocca di tutti per fare gli esperti di calcio. Non ho mai visto giocatori di 28 anni più forti di quando ne avevano 21. Tradotto: se un giocatore vale, lo si vede già a 20 anni, è quello il giocatore. Si, può migliorare in equilibrio ed esperienza, ma le qualità non muteranno più di tanto.  Messi di oggi è un fenomeno come lo era 4 anni fa, ne più ne meno. Andate a vedere.  É inutile puntare sugli Ardemagni o i Zaza in B sperando che diventino chissà quali campioni. Sono quelli che vediamo ora, giocatori buoni per la B, ma che in Serie A sono e saranno giocatori normali. Un esempio è Manolo Gabbiadini, oggi è un buon giocatore e vi assicuro che tra 4 anni sarà  quello che è oggi. Non ci credete? Ne riparliamo tra 4 anni…

MODELLO CHIEVO – Allora qual è l’esempio più pratico da seguire? Quello del Chievo Verona che si salva puntualmente da 11 anni prendendo giocatori già visti e rivisti in Italia o in Europa, giocatori conosciuti, affermati, giocatori normali da rilanciare nel nostro campionato, giocatori pronti con un po’ di esperienza nel campionato europeo o italiano alle spalle. Vanno bene i giovani o il “sud americano” che attiri la curiosità dei tifosi, ma non ci si deve basare su questi giocatori per formare una squadra. Questi giocatori sconosciuti che potrebbero diventare fenomeni o flop, devono essere un di più, un eccezione da inserire in un modello di squadra consolidato.

BIANCHI-DONATI: Quanto detto sopra, si sposa perfettamente con i due primi acquisti di giugno che arriveranno a Bergamo. Un giocatore di esperienza, qualità e fisico a centrocampo e in attacco, due giocatori atalantini dentro, tifosi, bergamaschi (uno di nascita, l’altro adottivo). Ecco, è con questo tipo di giocatori che ci si salva, non con i Parra, Livaja (giocatore di passaggio) o Brienza che arrivano qui contro voglia perché cacciati dai loro club.

CORTI-COLANTUONO: Infine mi permetto di dare un cosiglio che tornerà molto utile. Percassi dia molto più spazio d’azione a Beppe Corti e Colantuono, avremo un’Atalanta da Europa, ve lo firmo qui. Meno Marino, più Luca Percassi, Zamagna, Corti e Colantuono.

[Luca Ronchi – Fonte: www.bergamonerazzurra.com]