Cagliari-Inter 2-0: Pinilla sblocca una gara nelle mani dei neroazzurri

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Relax per un’ora, poi il Cagliari prende per sfinimento la brutta Inter stagionale, demolita da Mauricio Pinilla e da una squadra sempre più matura e convinta dei propri mezzi. In un “Nereo Rocco” semi-deserto e quasi tutto nerazzurro – a vuoto il tentativo dello speaker di farsi seguire nell’enunciazione di formazione e marcatori – arriva la dodicesima sconfitta stagionale, la quarta nelle ultime cinque partite per l’Inter, che adesso dovrà riversare energie residue (poche) sulla semifinale di Coppa Italia. É servito l’ingresso di Pinigol per sbloccare un match altrimenti nelle mani dei nerazzurri, fino ad allora pimpanti oltre ogni più rosea aspettativa.

Pronti, via e il discusso manto erboso approntato in fretta e furia miete qualche vittima, tra rimbalzi beffardi e scivoloni. Un guaio muscolare mette k.o. Andrea Cossu dopo appena 6′ e lascia presagire una giornata no, perché il Cagliari si mostra confusionario senza misura nel pressing e nei passaggi. Si infrange sulla non irreprensibile difesa dell’Inter ma anche sugli errori “di relazione” tra Thiago Ribeiro e Ibarbo, sudamericani la cui è intesa è tutta da rivedere.

A tratti si vede invece la miglior Inter della stagione, tenuto conto delle defezioni di peso che Stramaccioni deve fronteggiare. Cambiasso supera Agazzi ma non il palo, Guarin e Alvarez saltano spesso l’uomo sulla trequarti, con l’argentino forse responsabilizzato dal momento d’emergenza. Il Cagliari produce poco, anche se la migliore occasione arriva lo stesso: Pereira, alla disperata, impedisce che Ibarbo calci a botta sicura da dentro l’area piccola su cross di un sempre più intraprendente Murru.

L’inizio della ripresa è scoppiettante. Ibarbo prova a offrire il piatto della casa: lo slalom in solitaria contro mezza Inter. Viene fermato con esperienza da capitan Zanetti, e poi imitato dai colleghi presenti sul rettangolo verde triestino. Nel giro di pochi minuti si esibiscono nel coast to coast Rocchi (ottimo Agazzi), Dessena (che chiede rigore, inutilmente) e Alvarez (cross basso, troppo sul portiere). Squadre lunghe che non rinunciano ad attaccare, disposte a rischiare e correre in recupero per tappare le falle lasciate producono spettacolo. Per due volte Ibarbo cerca di mettersi in luce, prima che Pinilla arrivi a dargli manforte, buttato nella mischia da Lopez e Pulga.

Il cileno, pieno di motivi per sfogarsi (l’espulsione dell’anno scorso, l’essere ex, il compleanno del figlio) si mette subito in proprio: ingresso in area, uno contro uno e Silvestre allanga la gamba galeotta per il rigore che magari acuirà la furia nerazzurra contro arbitri e palazzo. Pinigol non sbaglia, per evitare le grinfie del pararigori Handanovic tira più forte che può a centro porta, scegliendo poi l’esultanza soft senza rinunciare a due spari da Pistolero.

Il gol segna anche la fine del bel momento tecnico di inizio ripresa, perché il Cagliari addormenta la gara e soprattutto l’Inter perde bussola, palloni e l’infortunato Nagatomo (prima si era fermato anche Gargano). Rocchi risolve una mischia sull’esterno della rete difesa da Agazzi, poi Guarin decide di cercare il coniglio in un cilindro poco propenso a regalare soddisfazioni.

Il nerazzurro, per Pinilla, ha lo stesso effetto del rosso sui tori: combinazione sopraffina tra Cabrera e il cileno, che riceve, sembra allungarsi la palla ma trova il tocco vincente per superare l’uscita disperata di Handanovic. Seconda doppietta in tre partite e monologo rossoblù che poi si ferma sulla traversa colpita da Ibarbo, non proprio l’uomo ideale al quale citofonare per richiedere killer instinct.

L’Inter è in disarmo, ciondola per il campo pensando già a mercoledì, mentre il Cagliari si gusta l’ennesima perla di una pazza stagione. Che vivrà il prossimo episodio a Napoli, senza gli squalificati Conti e Pinilla, ma con un Nainggolan in più.

[Fabio Frongia – Fonte: www.tuttocagliari.net]