Catania: a Genova per volta pagina

307

logo-cataniaReduci da una prova incolore, il Catania è chiamato a voltare pagina e ripartire verso la scalata salvezza, ad oggi possibile, ma non attraverso l’atteggiamento visto al Bentegodi di Verona. Un Catania molle che non è riuscito a confermarsi. Forse anche peccando di superbia. Trattandosi di una sfida in cui si aveva il vantaggio di giocarsela con due risultati su tre, ci si aspettava francamente qualcosa in più. “Può capitare, ma non deve capitare più.” Queste le parole enunciate da Mariano Andujar in conferenza stampa, in risposta alle domande sulle perplessità lasciate dalla prova contro il Chievo. Occorre ripartire da questa frase, attenzionando con maggiore oculatezza anche i piccoli dettagli. Se un calcio piazzato da posizione tutt’altro che pericolosa si trasforma incredibilmente in gol come avvenuto in occasione della seconda rete clivense, allora vuol dire che bisogna lavorare anche sulla concentrazione e sulla tenuta mentale degli atleti. A maggior ragione se si tratta di uno scontro diretto valevole una bella fetta di stagione.

Lo strano caso del Dottor Jekill e Mister Hyde…
Il rendimento degli etnei visto in questo scorcio di campionato è paragonabile al celebre romanzo che ha fatto le fortune dello scritto Stevenson. Un Catania camaleontico capace di mutare considerevolmente il proprio ritmo addirittura da un tempo all’altro (Livorno docet). La squadra di Maran è stata capace di alternare la prestazioni degne di nota e performance parecchio scadenti. Troppa la differenza tra la gara contro la Lazio e quella di Verona per esser trascorsa una sola settimana. Seppur con due punti in più rispetto alle prime sei giornate del mediocre girone d’andata, i rossazzurri in questo girone di ritorno non riescono ad ingranare, non trovano ancora continuità di vittorie. Mai in questa stagione il Catania è riuscito ad infilare un filotto di due successi consecutivi. Se è vero che il Catania necessitava di ritrovare la fiducia nei propri mezzi, è altrettanto vero che adesso l’umiltà di approcciarsi a quest’ultima fase del torneo è fondamentale. Bisogna prendere atto che si lotta per salvare la categoria, archiviando i sogni (o qualcosa in più) europei dello scorso anno. E con tale umiltà affrontare le pretendenti che lottano per non retrocedere. Cagliari e Sassuolo, sfide successive a quella di Marassi, ne saranno una prova lampante.

Verso Genoa-Catania
I progressi visti nelle trasferte di Milano prima, e del Tardini poi, sono stati tragicamente cancellati dall’opaca prova di Verona, destando non poche perplessità. Paradossalmente con il Maran-bis, – escludendo l’incontro casalingo con la Fiorentina-, la squadra dell’elefante ha incontrato minori difficoltà quando ha affrontato compagini di livello superiore sulla carta rispetto ai confronti con le parigrado Livorno e Chievo. Vedremo se a Genova arriveranno conferme in tal senso. Il divario in classifica c’è, ma per valori tecnici individuali, questo Catania non è poi così tanto inferiore al Grifone. Tuttavia le grandissime defezioni con cui devono fare i conti i rossazzurri rappresentano un vantaggio non indifferente per un Genoa che, invece, può contare su molteplici soluzioni in tutti i reparti. Nel reparto offensivo l’emergenza per gli etnei è totale. Nonostante ciò, i giovani di cui dispone l’organico di Maran, scendendo in campo vogliosi di sfruttare l’occasione, possono creare grattacapi alla linea difensiva genoana.

I precedenti
Il bilancio dei precedenti nella massima serie tra il Grifone e l’Elefante, disputati in Liguria, sorride alla formazione rossoblù, vittoriosa in sei circostanze. Due successi rossazzurri e tre pareggi completano la storia dei precedenti tra le due compagini in serie A. Il secondo successo etneo contro il Genoa, coincide con la penultima vittoria esterna del Catania. Era il 20 Gennaio 2013, poco meno di un anno fa; un gol di Bergessio in avvio di partita e uno di Barrientos nel finale condannavano il Genoa alla sconfitta casalinga. Era un Catania dinamico, compatto, cinico che continuava a ballare il suo tango tutto argentino, racimolando punti su punti. Nostalgia di quella squadra…Eppure composta dagli stessi interpreti (qualcuno in meno) di quella attuale…

[Marco Zappala – Fonte: www.mondocatania.com]