Catania-Atalanta 2-0: Gomez-Seymour, siciliani sognano l’Europa

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CATANIA – È il quinto nel suo ruolo ad esordire in questa stagione con la maglia del Catania, e non è un difensore, né un centrocampista né un attaccante. È un portiere, è giovanissimo, si chiama Pietro Terracciano, classe 1991. Vincenzo Montella lo preferisce al giovane ma non altrettanto Kosicky, alla vigilia accreditato erede indiscutibile del titolarissimo Carrizzo, appiedato per due giornate dal giudice sportivo. Una sorpresa, non è l’unica nello scacchiere etneo: fuori Motta dentro Bellusci, fuori Almiron dentro Seymour, fuori Barrientos dentro Lanzafame, fuori Izco dentro Biagianti, il capitano che per noie fisiche non gioca dal 18 Febbraio (Juventus – Catania) uno spezzone di gara e non parte titolare dal 28 Gennaio (Catania – Parma). Scelte obbligate, ben lontane anche solo dall’idea di conceder riposo ai giocatori più spremuti di questo girone di ritorno.

Al Massimino, come su tutti i campi della serie A, si inizia con un minuto di silenzio in ricordo della scomparsa di Piermario Morosini, il calciatore del Livorno deceduto sabato scorso sul terreno di gioco del Pescara per un malore la cui natura non è ancora stata acclarata. L’osservanza muta del giro di lancette dà concretezza al cordoglio del pubblico etneo. Ma il calcio non si ferma al minuto di silenzio, da lì riparte. Fischia Romeo, il pallone torna a rotolare. Sin da subito l’Atalanta mostra la compattezza di cui Montella, in conferenza stampa, aveva ampiamente trattato. Nonostante le assenze il Catania non rinuncia alla propria indole, che lo porta a cercar fraseggio e gioco, ma l’intesa non è rodata tra giocatori che nel medesimo undici hanno giostrato solo (forse) negli ultimi allenamenti.

Il sunto sono 30 minuti di studio ed equilibrio, affondi sporadici e pericoli, ma solo potenziali, creati dai tiri dalla bandierina. Poi i fantasmi di Colantuono prendono forma in Gomez, il giocatore su cui alla vigilia il tecnico dei bergamaschi aveva posto l’accento, ed a ragione. Il “piccolo” argentino del Catania mette a segno un grande goal, dai 35 metri, due passi, palla a spiovere sotto l’incrocio dei pali di Consigli. Ai 31′ Catania in vantaggio ed ai 35′ rischia di raddoppiare, Seymour serve al centro dell’area il più invitante dei palloni a Bergessio che davanti a Consigli si ritrova in contro tempo, tempo che basta alla difesa atalantina per rifugiarsi in angolo. Ai 36′ brividi su calcio di punizione dal limite, Gabbiadini calcia potente ma alto. Ai 43′ altra grande occasione per il Catania, che su calcio piazzato coglie il palo basso alla sinistra di Consigli con inzuccata di Legrottaglie, abile a sfruttare al meglio il suggerimento del solito Lodi.

Si va al riposo col Catania in vantaggio e si ritorna in capo col Catania pericoloso ma impreciso quando, dopo aver recuperato palla in mediana, Lodi lancia in verticale Bergessio che, litigando col pallone, è costretto a rallentare la corsa verso Consigli tanto da permettere la rimonta dei difensori atalantini, che coprono in angolo. Ai 50′ Romeo dimentica l’inglese e sanziona come fallo una copertura energica, di mestiere, ma onesta di Legrottaglie su Gabbiani, il difensore si infuria, calcia via il pallone, ammonito, salterà il Cagliari ma ci sarà nel derby (forse non tutto il male vien per nuocere e non tutte le ingenuità sono istintive). Ai 56′ punizione battuta veloce ed in verticale da Lodi per Biagianti che di tacco libera Bergessio al limite dell’area, tiro, Consigli in due tempi è sulla traiettoria centrale. Ai 57′ prima parata in serie A per Terracciano che distendendosi verso il palo alla sua sinistra si oppone alla deviazione sottomisura di Bonaventura su cross dalla destra.

Colantuono cambia le carte in tavola ai 58′, fuori Schelotto per Tiribocchi, l’attacco bergamasco passa a due punte. Ai 63′ azione tambureggiante del Catania con Bellusci sorprendente nel portar palla, seminare colleghi difensori, servire Bergessio che chiudendo il triangolo lo spinge fin in prossimità dell’area piccola dei bergamaschi, dove però Lucchini ha la meglio, rovesciamento di fronte tiro di Moralez, alto. Ai 65′ altra occasione pericolosa per gli etnei, Biagianti apre per l’inserimento di Gomez da sinistra verso destra in area bergamasca, palla al centro che scivola davanti ai tacchetti protesi di Bergessio, Consigli in tuffo allontana basso. Ai 71′ non fosse fuorigioco sarebbe rigore per il Catania, evidente trattenuta in area subita da Spolli su traversone da calcio piazzato diretto in area da Lodi. Ai 74′ Bergessio, spalle alla porta, si gira ed angola alla sinistra del palo difeso da Consigli che si protende in tuffo e sospira di sollievo nel veder il pallone scorrer sul fondo.

Ai 79′ ancora un cambio per Colantuono che, dopo aver richiamato Gabbiadini per Carrozza manda in mischia Ferreira Pinto per l’affaticato Bonaventura, colpito da crampi. Agli 84′ c’è gloria anche per Seymour: Bergessio contende in elevazione a Consigli un pallone che aveva portato avanti con caparbietà da dietro la metà campo e che Catellani aveva scodellato in mezzo, nell’occasione Romeo ricorda qualche rudimento di arbitraggio all’inglese perso partita scorrendo e lascia correre, batti e ribatti, Biagianti tocca di testa, il portiere dell’Atalanta smanaccia il vento, pallone al centro per Seymour che tra tutti è il più deciso e spedisce in rete il suo primo pallone in rossazzurro.

Termina senza ulteriori sussulti la gara che ha visto troppa poca Atalanta per terminare con un risultato diverso. Tra le due squadre “rivelazione” è il Catania a farsi preferire, lo testimonia il gioco espresso pur in piena emergenza meglio del risultato. È pur vero che all’Atalanta mancava Denis, ma l’alibi non regge di fronte alle motivazioni d’una squadra che pensa ancora di doversi salvare. Il Catania alla salvezza non pensa più, ed anche in questo testimonia d’esser un passo avanti rispetto ai bergamaschi nonostante, sul campo, i punti siano 46 per entrambe. Nei prossimi giorni due gare, Cagliari e Palermo, due trasferte che diranno parecchio sulle ambizioni del Catania, che scongiurato il record negativo non ha più intenzione di perder lungo il cammino che sul campo, o d’ufficio, potrebbe consegnargli il sogno Europa.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]