Catania, ecco cosa sta mancando

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Febbraio, mese di bilanci di un’annata in chiaroscuro. Ci trasciniamo lentamente verso i mesi caldi, caldi in tutti i sensi perche’ signori non prendiamoci in giro, questo Catania lotta ancora una volta per garantirsi la permanenza nella massima serie, risultato da raggiungere in un anno in cui ci si aspettava probabilmente la maturita’ di una piazza.

Ad analizzare le motivazioni di questa annata, per adesso non all’altezza delle aspettative.Liquidando con un veloce commento il Supermarket Gennaio, dispensatore di addii dolorosi (Mascara) e promesse future (Lodi e Schelotto), oggi ci focalizziamo su quello che e’ “mancato” fino ad adesso per fare il salto verso la maturita’. Procediamo dalla testa ai piedi…

LA TESTA – E’ sicuramente la testa, intesa come capacita’ di attenzione, quella che e’ mancata soprattutto alla difesa. Nessun cambiamento rispetto allo scorso anno in rosa e nell’assetto (linea difensiva a 4). La vecchia guardia e’ sempre la solita ma invece di migliorare in rendimento, ci sembra che di passi indietro se ne siano fatti. Basta fare qualche esempio…la versione 2009-2010 di Alvarez e Capuano e’ solo un ricordo, troppe le diagonali e le chiusure sbagliate da un lato, troppo scarso l’apporto offensivo di due laterali che lo scorso anno avevano dato molto (soprattutto Ciro); gli esperimenti Augustyn e Bellusci non hanno dato buoni risultati.

I POLMONI E I MUSCOLI – Se la grinta ed il sacrificio erano un’arma letale del Catania di Sinisa, quello che piu’ di tutto sembra mancare nella zona mediana del campo e’ la corsa dei mediani. Complici gli infortuni, Biagianti e Carboni sono sembrati spenti e spaesati in mezzo al campo. Errori come quello di Biagio contro la Juve l’anno scorso non si sarebbero visti. E che il loro fiato manchi, si vede soprattutto dal minuto 60 in poi. Eccezion fatta per la partita in casa con il Lecce, statistiche alla mano, la maggior parte dei punteggi del Catania sono peggiorati proprio nelle fasi finali. Se da Carboni non ci si aspetta precisione, l’involuzione di gioco di Ledesma è purtroppo una costante. Rivedremo più il Pablo di due anni fa? L’impressione è che se continua a giocare così presto vedrà la panca…

LE MANI – Cross dalla fascia, difesa piazzata in superiorità numerica e magicamente…gol subito! No, non è un film, è uno dei rewind che ci ripropone una partita si ed una no Marianito Andujar. Sicurezza smarrita, il portierone argentino quest’anno ha sulla coscienza una serie di errori non macroscopici ma che non si erano mai visti. E se i gol di Nenè a Cagliari erano un avviso, quelli di Robinho, Borriello e Jeda sono conferme. Pesanti conferme. Che valgono punti. Da un giocatore della Seleccion, ci si attende di più…

I PIEDI – Se non è tutto oro quello che luccica ma della serie “può capitare”, il dato statistico più preoccupante riguarda la fase di concretizzazione. Il rapporto tra occasioni avute e concretizzate, impietoso. Basti pensare che il secondo miglior marcatore stagionale è Capitan Matias Silvestre con quattro gol all’attivo e si intuisce che il tiro a bersaglio non ha funzionato. La gallina dalle uova d’oro che trasformava quasi ogni palla toccata in un gol, quest’anno ha sbagliato tanto rispetto alle occasioni create. Martinez, concreto e più vicino sottoporta, servirebbe più a noi che alla Vecchia Signora quest’anno…i suoi gol mancano. Mascara e Antenucci volati via, Gomez, Ricchiuti, Llama e Schelotto non sono uomini gol e le loro doti sono più balistiche e da gioco nello stretto. Morimoto e Bergessio, per ragioni diverse, ma nella lista dei non pervenuti. Pochi fronzoli…serve di più per salvarsi, non solo la fortuna.

A corollario di questa analisi ci sembra che il nostro Liotru sia assimilabile ad un pugile stanco che ha preparato alla solo le prime riprese. Prova a lavorare i fianchi, ma vede che l’avversario non crolla. Ed adesso è sfiancato, sull’orlo di un crollo, più psicologico che fisico. Non mollare Liotru, piazza il gancio giusto…è l’ora dei duri!

[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]