Catania, il punto: quali le priorità?

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CATANIA Richieste legittime, comprensibili anche se non condivisibili, ma avanzate nel tempo meno opportuno. Mentre per tutta la serie A è già tempo di guardarsi intorno, per il Catania è tempo di guardarsi dentro, definire il passaggio di consegne tra Lo Monaco e Gasparin, nominare il nuovo direttore sportivo, ratificare la promozione di Giuseppe Bonanno a responsabile dell’area tecnica. Queste le priorità da espletare e per le quali, questione di riconoscenza, correttezza e garbo, si è attesa la fine della stagione sportiva, il fischio finale del triangolare contro l’Akragas. Adesso è tempo di agire, con l’intenzione di sbrigare nel minor tempo possibile tutto quel che è già da tempo è stato pianificato, approntato parzialmente pubblicato, parzialmente segretato in attesa dei tempi giusti, questi. Indetto il CdA, alla nomina di Sergio Gasparin quale nuovo amministratore delegato, accomiatato Lo Monaco, seguirà la conferenza stampa nella quale con ogni probabilità verrà delineato il profilo della nuova squadra dirigenziale che soppianterà parzialmente quella operante tutt’oggi, nuovo direttore sportivo compreso. Si comincia dall’alto, da Gasparin, a scendere.

Fatto ciò, la prossima settimana, cominceranno gli incontri tra corpo tecnico e sportivo per la definizione o la ridefinizione di accordi e contratti. Nessuna fretta perché nessun giocatore, ad eccezion fatta di Campagnolo, ha un contratto in scadenza. Il presidente Pulvirenti è stato chiaro in tal senso né ha intenzione di sconfinare in compiti che spetteranno, a tempo debito, a chi sostituirà Pietro Lo Monaco come adesso non possono più ricadere sullo stesso Pietro Lo Monaco, per ovvie ragione tempistiche. Bisogna aspettare insomma, altro messaggio chiaro di Pulvirenti, anche se c’è chi ad aspettare non è molto incline, magari come la Roma.

La società giallorossa vorrebbe affrettare i tempi per raggiungere l’accordo con Montella, “una settimana dieci giorni” (parole del d.s. Sabatini), ma sa bene di non poter neanche alzare il telefono per dirgli “Ciao” senza il consenso della proprietà etnea, con cui il tecnico ha sottoscritto un contratto biennale. Inutile, di questi tempi, anche metter in mezzo contropartite tecniche che andrebbero pesate, valutate da quale tecnico se Montella andrà via, da quale dirigente, se l’assetto non è stato ancora ratificato?

Una sola via è indipendente da ragioni tecniche e societarie, una sola via potrebbe portare già adesso lontano da Catania, è una via che passa dall’ufficio del presidente Pulvirenti. Chi volesse imboccarla non ha che da bussare alla sua porta e manifestare la propria chiara ed incontrovertibile volontà di andar via, subito, adesso, a prescindere da ogni eventuale offerta o ragione tecnica, a prescindere ogni eventuale offerta o ragione dirigenziale. “Prenderei in considerazione l’ipotesi che Montella possa andar via solo qualora fosse lui stesso a chiedermelo”, Pulvirenti dixit. Davanti a tale fermezza allora sì, non ci sarebbe più tempo da attendere, altro tempo da impiegare che non sia tempo già perso in partenza; più alcun consiglio di amministratore delegato, direttore sportivo di responsabile dell’area tecnica da ascoltare prima di mettersi di canto e lasciar libero il passo.

Un passo per nulla scontato, che lo stesso presidente non si augura (come molti tifosi), ma che sarebbe comunque segno di coraggio, coerenza e grande responsabilità, tutte doti rare quindi encomiabili, meritevoli di veder ogni altra ragione ceder loro il passo con una stretta di mano. Ma senza bussare, se non prima di chiedere permesso – pare voglia dire il presidente – non si può pensare di entrare da quella porta, come di uscirvi; e provarci, oltre che tentativo vano sarebbe anche poco consono al galateo. Il presidente riceve solo in questo caso, ripete il nastro registrato, per tutte il resto delle faccende.. in questo momento è occupato e tutt’altro che preoccupato.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]