Catania: La Nobiltà Non Fa Per Noi

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Sofferenza, è un termine che accompagna il Catania sin dalla sua nascita. Chiunque oggi pretende chissachè di straordinario, forse perché imborghesito da qualche annetto di serie A, deve sapere di aver sbagliato stadio e squadra da seguire perché è la storia ad insegnare che i grandi risultati si raggiungono con la sofferenza e l’aiuto di tutti e che nulla (è bene saperlo) è dovuto.

Il Catania che vince è la notizia più bella che un tifoso possa avere dalla domenica. Che vince soffrendo è un segno di forza che va sottolineato tanto positivamente quanto negativamente.


Pro

Guardando la partita da una prospettiva diversa, la squadra di Giampaolo rispecchia un po’ quello che gli spalti trasmettono, si, perché “il casino che hai fatto è stato l’elemento cruciale in tutto questo; perchè sei stato decisivo come e quanto i giocatori” ( Febbre a 90, ndr) : Partenza carica d’entusiasmo e poi un rammollimento generale dovuto all’assenza di input da quello che una volta era il maggiore punto di forza degli uomini in casacca rossazzurra, il tifo. Solo folate, qualcosa manca, la voglia c’è, l’organizzazione meno.

E allora brava, bravissima, la formazione di Giampaolo a portare a casa l’intera posta in palio in un ambiente del tutto nuovo, al cospetto di una signora squadra, costruita per mirare a grandi risultati e che, con molta obiettività, avrebbe meritato qualcosa di più.

I rossazzurri sanno che il loro futuro dipenderà da un buon inizio della stagione. Inizialmente propongono gioco ed azioni corali fino al vantaggio, poi si trasformano in umili operai che lottano su ogni pallone, ben vengano le palle in tribuna, al fine di raggiungere l’obiettivo per il quale si lavora durante la settimane, la vittoria, tre punti che fanno tenere il passo con le altre concorrenti, tutte partite col piede giusto.

Bene Giampaolo nell’individuare i cambi giusti, Gomez ed Antenucci, che danno una scossa alla squadra e costringono gli esterni difensivi ducali, Zaccardo ed Antonini, ad arretrare ed a limitare le proposizioni in fase offensiva.

Contro

Detto del fattore ambientale quel che non convince nell’undici rossazzurro è la continua sofferenza in mezzo al campo, molta lotta e tanti polmoni ma poca qualità che lascia spesso il pallino del match in mano ai gialloblù.

Maxi Lopez inizia sgomitando su ogni pallone, poi non ne vede più arrivare, Giampaolo perde la bussola recuperandola in tempo con i giusti cambi, azzeccati, che riescono a dare nuova linfa al gioco del Catania che in tutto il match produce e concretizza poco soffrendo il forcing avversario, rischiando più volte di subire. A Verona s’è costruito per un solo tempo mentre domenica scorsa s’è badato al sodo, saggio, ma quando necessità metterà pressione al fine di produrre gioco e creare continuamente occasioni da gol, si sarà in grado si farlo?

Su

Mariano Andujar due occasioni fotografano la prestazione dell’argentino: un colpo di testa nella prima frazione di gioco, grande reattività, ed il tiro ravvicinato di Zaccardo, che già pregustava vendetta verso il pubblico del Massimino. Tutto il resto conta poco, due parate che valgono almeno due dei tre punti conquistati.

Giu

Mariano Izco, poco propositivo in fase di ripartenza, sbaglia qualche appoggio, e soffre in fase di recupero, il Parma si impossessa del centrocampo e lui sparisce fino a quando Giampaolo lo toglie dalla mischia.

[Seby Maina – Fonte: www.mondocatania.com]