Catania-Milan 1-3: black out dopo l’espulsione di Barrientos

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CATANIA – Fuori tira un vento freddo. Viene da ovest. É arrivato l’inverno a Catania. L’ha portato il derby di sabato scorso. La temperatura scende. La pressione sale. Non c’è il tutto esaurito al Massimino ma gli occhi puntati sul Catania chiedono quel che la curva nord scrive in uno striscione: “Sudare la maglia fino all’ultimo respiro”. Nonostante il freddo c’è qualcosa, un’unica cosa che scalda ancora l’anima degli spalti, è quel che deve, si vorrebbe riscaldasse anche l’anima pigra ed infreddolita della squadra, di qualche giocatore che a Palermo c’era e che c’è anche oggi, sopravvissuto alla panchina per necessità forse, per meriti no di certo. Un’occasione di riscatto, individuale e collettiva.

Nel Catania mancano Spolli, Izco, Biagianti e Gomez. Maran di alternative ne ha poche. Rolin preferito a Bellusci in difesa. Salifu esordisce dal primo minuto a centrocampo. Castro si affianca a Barrientos per supportare Bergessio, recuperato dopo il duplice infortunio contro Lazio e Chievo Verona. Allegri recupera Mexes, non rischia Ambrosini, si affida a Montolivo e preferisce Boateng nell’attacco completato da Robinho ed El Shaarawy.

Palla al Catania. Castro subito molto vivo. Salifu contratto. Lodi prova il primo affondo, palla al piede, troppo lungo il suggerimento per Bergessio. Sul primo affondo del Milan Andujar è costretto ad anticipare di testa. Al 5° tiro di Boateng, Andujar in due tempi blocca a terra. Al 10°, su corner conquistato e battuto da Castro arriva il vantaggio del Catania. Lo mette a segno l’ex di turno, Nicola Legrottaglie, alla sua prima rete stagionale dopo il record personale infranto la scorsa stagione. Lo stacco di testa perentorio al centro dell’area evidenzia il difetto in marcatura della difesa rossonera che copre a zona. C’è più Milan in costruzione, più Catania in presenza sul campo, i rossazzurri corrono tanto da sembrare più degli undici rossoneri in campo; altra maniera non vi è per arginare gli spazi, metter pressione ed indurre all’errore i rossoneri. Densità a centrocampo, la partita prosegue e si decide nei 20 metri a cavallo della mediana. Ad ogni errore corrisponde un’occasione dalla parte avversa. Al 35° confusione in area milanista, Barrientos prende palla sul fondo, la rimette al centro, provvidenziale l’intervento a spazzare della difesa rossonera. Sul fronte opposto seconda distrazione della difesa su lanci lunghi, Andujar per la seconda volta costretto ad anticipare di testa, fuori area, l’inserimento di un attaccante rossonero. Senza ulteriori sussulti si conclude il primo tempo.

Nessuna novità negli schieramenti che tornano in campo. Al 49° Barrientos scalcia Nocerino, seconda ammonizione dopo il giallo distribuitogli nel primo tempo per giudicata simulazione a centrocampo. Rosso, Catania in 10 uomini. L’inerzia della gara cambia. Il Catania, fino a quel momento perfetto, si disunisce come impaurito a priori dall’inferiorità numerica. Al 52° El Shaarawy firma il pareggio, in fuorigioco. Gli animi si esasperano, ma il Catania ha solo da perderci nel sentirsi vittima, tanto da divenir vittima: ed al 56° Boateng con un preciso tiro a giro timbra il vantaggio rossonero confermando la propria vena realizzativa contro gli etnei (quattro goal in quattro gare giocate). Al 67° El Shaarawy conclude in solitaria verso la porta di Andujar che si oppone di braccio. Al 71° fuori Andujar per infortunio, Salifu per scelta tecnica. Dentro Bellusci e Paglialunga (esordio stagionale), si passa al 3-5-1. E’ poi la volta anche di Doukara. Al 79° Robinho sbaglia l’1-3 a tu per tu con Andujar su azione da contropiede dopo angolo per il Catania. All’86° carambola in area etnea, palla sul palo. All’89° rosso diretto per Boateng. L’episodio che riporta in equilibrio il numero di uomini in campo, e parrebbe aiutare l’avanzata del Catania, si trasforma nel preludio alla rete che chiude definitivamente i conti. La mette a segno El Shaarawy nel primo dei 5′ di recupero.

Il Catania cade vittima più delle sue paure che degli avversari. Ingiustificata la flessione psicologica prima che tattica dopo l’espulsione di Barrientos. Sulla partita incide indubbiamente la mano della squadra arbitrale, troppo fiscale nel sanzionare col giallo la “simulazione” a centrocampo di Barrientos, quindi distratta nel giudicare regolare la rete in fuorigioco di El Shaarawy. Ragioni che spiegano il tabellino, non come si sia arrivato ad esso. Il Catania prova a ripartire, ci ha messo il cuore, non è bastato a riscaldare dalla paura di un avversario più scarso di quel che ci si attendeva.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]