Cisse vuole cambiare la storia: “Amo rompere le serie… Il derby è il match che non si può perdere”

246

Per vincere partite importanti come il derby serve gente con carisma, servono trascinatori, serve esperienza. La campagna acquisti della Lazio è stato proprio orientato in questa ottica e uno dei nuovi arrivi risponde al nome di Djibril Cisse. Lui alla Roma sa già come far male visto che ha segnato ai giallorossi quando militava nelle fila del Panathinaikos ed è anche su queste cose che i tifosi della Lazio si aggrappano per esorcizzare un tabù negativo che dura da troppo tempo.

Questa cosa la sa benissimo anche lo stesso giocatore che, come riportato sulla Gazzetta di oggi in un articolo a firma di Stefano Cieri, ha così parlato riguardo alla stracittadina sulle colonne di France Football: «Appena arrivato all’aeroporto di Roma i tifosi me ne hanno parlato. Sono condizionato. È il match che non si può perdere. Conosco a memoria la data: il 16 ottobre. E poi gli ultimi cinque la Lazio li ha tutti persi. Io amo rompere le serie: il Sunderland non batteva il Newcastle da 30 anni, poi con me in campo…». Spavaldo Cisse, come spesso ci ha abituato uno che con il suo look e le sue passioni stravaganti ha già conquistato i tifosi biancocelesti. Un ottimismo quello del giocatore franco-ivoriano dettato principalmente dalla forza della squadra a suo giudizio di grande caratura: «Il presidente Lotito ha speso molto. La Lazio è una bella squadra, completa, con un doppione per ogni ruolo. Possiamo fare una buona stagione, ci giocheremo le nostre carte. Non abbiamo complessi di inferiorità, non abbiamo paura di nessuno».

Un vero è proprio trascinatore, arrivato in Italia un po’ a sorpresa visto che in passato aveva sempre detto che mai sarebbe venuto a giocare in Serie A: «Si, ho sempre detto che non sarei mai andato in Italia perché la ritenevo non adatta al mio gioco. Ma le cose cambiano. L’Inghilterra è intensità, furore. L’Italia è tattica, tutto è preciso anche in allenamento, si lavora tanto. La Grecia è follia: tutto è possibile, a ogni livello. La Francia è un cocktail di tutti gli altri tre». Ha girato molto prima di arrivare nella Capitale Djibril Cisse, che in Italia sembra aver trovato la sua giusta dimensione: «Il campionato italiano non è più come qualche anno fa quando per gli attaccanti la vita era impossibile. Adesso ci sono più spazi e profondità. In Italia mi sono ambientato bene, sono felice di essere a Roma. Ho scelto la Lazio perché i dirigenti mi hanno convinto e c’è stato un colpo di fulmine. Quando mi hanno avvicinato ho capito che erano sinceri e subito c’è stato un buon feeling col d.s. Tare, ma anche con Reja che ha insistito per avermi. Il tecnico ama i giocatori che danno profondità e velocità alla manovra e non aveva tanti elementi con queste caratteristiche».

“La Bestia”, soprannome scelto proprio da Reja nel giorno del suo arrivo ha legato moltissimo con il suo nuovo allenatore cui ha chiesto di persona di restare il giorno in cui presentò le dimissioni: «È un allenatore all’antica. Puntiglioso, sa essere incazzoso, ma anche affettuoso. È un mix tra Roux e Gerets tra quelli che ho conosciuto. Gente di carattere». Vuole puntare anche sul legame con l’allenatore Cisse, per vincere la sua nuova scommessa, l’ennesima della sua carriera: «Potevo restare in Grecia, dove non dovevo dimostrare nulla, ma volevo misurarmi in un campionato più difficile. Io ho bisogno di questo fervore, di questa adrenalina. Amo mettermi in pericolo, prendermi dei rischi. È la mia natura». Capacità di mettersi continuamente in gioco, ma anche grande umiltà e rispetto come dimostrato dalla scelta del 99 come numero di maglia: «Il 9 era di Rocchi, il capitano. Alla Lazio lui è un’istituzione e bisogna avere rispetto». Ha conquistato già tutti Djibril Cisse, ma per entrare definitivamente nei cuori dei tifosi manca ancora una piccola cosa. Qualcosa che potrebbe verificarsi già il prossimo 16 ottobre…

[Marco Ercole – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]