Dopo le presentazioni si gioca: squadra per squadra ecco i raggi X dopo il mercato

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Dopo l’ultimo giorno di mercato è stata la settimana delle presentazioni ufficiali. Foto, sorrisi, maglie, sciarpe e buoni propositi. Ma ora è arrivato il momento di scoprire chi davvero ha fatto un ottimo lavoro e chi invece si trova ancora costretto ad inseguire il proprio obiettivo. Tocca al campo, finalmente si gioca: l’ultimo giudice sarà inevitabilmente lui. Ma finora le griglie di partenza le ha determinate il mercato. E allora chi sta meglio? Tutti dicono Milan. Perché lo scorso anno ha vinto, perché ha cambiato pochissimo ed è intervenuto con interventi mirati: tutti in low cost (El Shaarawy a parte). I rossoneri i soldi li hanno investiti ad inizio mercato, cercando di opzionare il futuro. Per il resto hanno operato a costo zero, senza rinunciare alla qualità e all’esperienza: Mexes, Taiwo, Aquilani e Nocerino. Tutti insieme sono costati circa 500mila euro di cartellino…

E Allegri si ritrova con una squadra più completa e Galliani con il bilancio a posto. Il bilancio… E’ stato questo il grande protagonista di questo mercato. La parola chiave in casa Inter. E sebbene ancora gli strascichi del Manchester United nella testa di Wesley Sneijder non siano finiti (basta leggere, praticamente ogni giorno, la stampa olandese) la grande cessione per far partire il mercato è stata Eto’o. L’Inter ha cambiato molto. Soprattutto modulo. E per questo Gasperini ha bisogno di tempo e di uomini. Sono arrivati, anche se i più importanti negli ultimi giorni di agosto. Ora il nuovo allenatore nerazzurro ha la possibilità di scegliere fra il suo amato tridente e il trequartista. Un bel problema, in tutti i sensi. Ma la qualità non si discute. Sicuri che però la scritta lavori in corso in casa Inter la tolgano presto? In più la vicenda Forlan non ha contribuito di certo a rasserenare gli animi, e pensare che l’uruguayano non ha neanche fatto le vacanze per giocare il preliminare.

A Napoli sono riusciti in un piccolo miracolo: migliorare una squadra già supercompetitiva con dei paletti che non potevano essere superati: il monte ingaggi e la questione dei diritti d’immagine. Tornando alla griglia insomma, la distanza fra il Napoli e le milanesi si è ulteriormente ridotta. La rosa attuale è sicuramente migliorata a livello tecnico, ma la Champions prosciugherà più che energie fisiche quelle mentali (il trofeo Gamper avrà sicuramente insegnato qualcosa), dovrà essere bravo Mazzarri a tenere alta la concentrazione. Non a caso Cavani lo ha indicato come uomo scudetto.

Poi vengono Juve, Lazio e Roma. Tutti sono curiosi di capire cosa è successo alla Juve. E se la seconda rivoluzione nel giro di due anni funzionerà. La campagna acquisti è stata fatta in sintonia con l’allenatore, seguendo precise indicazioni. E’ vero manca ancora un centrale difensivo di grande esperienza internazionale, ma i giocatori a disposizione di Conte sono gli interpreti giusti per il suo modulo. Sulla mentalità non abbiamo dubbi: l’ex capitano è un martello. Serve però pazienza, che però i tifosi della Juve hanno già utilizzato negli anni passati. La pazienza sembra essere finita anche a Roma, sponda giallorossa. I primi risultati stagionali hanno già fatto esplodere il caso Totti-Luis Enrique. Dopo le parole distensive di ieri, la situazione sembra volgere al sereno, ma naturalmente tutto dipenderà dai risultati. E questa Roma, così giovane (con qualche elemento di assoluta eccellenza a completare l’organico), affidata ad un giovane è un progetto entusiasmante, ma non immediato. E’ per questo che alla Lazio quest’anno sono più fiduciosi: mercato fatto prima del ritiro, due cessioni importanti prima della fine. Qualità ed esperienza, la torre che chiedeva Reja (nell’anno dell’Europeo Klose può essere determinante) e meno problemi di gestione… Fra le outsider sembra, al momento, la più equilibrata.

Già siamo molto lunghi ma proviamo a dare uno sguardo in casa di tutti: a Firenze hanno tenuto la linea (condivisibile o meno) dall’inizio alla fine del mercato. La squadra è più forte dello scorso anno, dovranno essere tutti bravi a non creare situazioni esplosive. A Cesena hanno fatto (secondo me) il balzo in avanti più ampio: tanti nuovi arrivi di grande qualità (a cui dover dare magari nuovi stimoli) e un progetto interessante, da seguire. Il Genoa dopo aver sognato Gilardino si coccola Caracciolo e Palacio (tentato a lungo da Inter e Roma): ma a centrocampo i nuovi arrivi saranno protagonisti. A Udine si continua nel segno della tradizione (fra due anni capiremo se questo è stato un mercato proficuo o meno), a Parma un’ottima cessione e l’attaccante che serviva e che tanti cercavano, è iniziata la politica dei piccoli passi per tornare ad essere competitivi. Il Catania di Lo Monaco programma sei mesi prima dall’inizio del mercato, il Bologna ha dovuto fare due sessioni in una: prima Bagni, poi Zanzi. Al Chievo più che comprare trattengono, ma occhio a Bradley, a Palermo è ancora in atto una rivoluzione: estorsione o no Pastore non poteva rimanere, così come gli altri. I soldi sono stati reinvestiti. Come? Sarà il campo a deciderlo (come sempre!) ma Ilicic e Bacinovic lo scorso anno non li conosceva nessuno. Il Lecce ha dovuto guardare prima i bilanci poi i giocatori, a Cagliari esce uno entra un altro ma il vero scossone è stato il cambio di Donadoni. Le tre neopromosse hanno utilizzato tutte le armi a loro disposizione: esperienza, inventiva, coraggio e intuzioni dei dirigenti.

A forza di scrivere mi son reso conto che non c’è nessun bocciato. Forse il mercato perfetto non l’ha fatto nessuno: ogni tifoso può recriminare che si poteva comprare Tizio invece che Caio, o che il difensore (o l’attaccante!) alla fine non è arrivato. Alla fine però chi può giudicare… Bravi… Il campo… E da venerdì si fa sul serio…

[Luca Marchetti – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]