Fiorentina, il punto: numeri, calendario ed aspetto tecnico e psicologico

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Per qualcuno, fino a ieri, era una Fiorentina addirittura da scudetto. Per qualcun altro – e magari anche una parte degli stessi -, oggi, è una Fiorentina che vale poco. Nel calcio gli sbalzi d’umore e d’opinione sono all’ordine del giorno, e in una città passionale come Firenze il dislivello può toccare estremi ancora più lontani. Ecco perchè a volte fa bene provare ad analizzare il tutto con occhio distaccato, partendo dai dati oggettivi per inquadrare quanto fatto fino ad oggi dalla squadra di Montella.

I NUMERI – Dopo 6 giornate di campionato la Fiorentina fa parte di un gruppone di squadre (Torino, Roma, Genoa e Catania) a quota 8 punti. Solo 5 squadre hanno fatto meglio finora, con le prime che hanno un bottino doppio (Juve e Napoli a 16), la zona Champions che è già a +4 e l’Europa League a +2. Guardando verso il basso, il margine sulla zona retrocessione è di 5 punti, visto che il Chievo terzultimo ne ha soltanto 3. Lo score dei viola è frutto di 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, esattamente come le prime 6 partite (dalla 2° alla 7° giornata, visto che la 1° slittò a dicembre) della scorsa stagione. Sul piano dei gol, la Fiorentina ha il nono attacco con 7 reti fatte ma anche la quarta miglior difesa con 6 reti al passivo.

IL CALENDARIO – Fattore da non trascurare è quello che riguarda il valore degli avversari incontrati dalla Fiorentina. Un inizio di campionato “strong”, basti pensare che in appena 6 turni Jovetic e compagni hanno già affrontato le attuali prime 3 della classe (probabilmente anche le migliori in quanto a valori tecnici) cioè Juventus, Napoli e Inter. E anche le altre 3 sfide avevano un tasso di difficoltà medio o medio alto, con avversari di caratura europea come l’Udinese (seppur in crisi) o protagonisti di serie positive (come il Parma casalingo e il Catania brillante di inizio stagione, eccezion fatta per ieri). Alla luce di tutto questo gli 8 punti, che con qualche episodio un po’ più fortunato sarebbero anche 3-4 in più, sembrano ben diversi da quelli di un anno fa.

L’ASPETTO TECNICO – La Fiorentina di queste prime 6 giornate sembra un capolavoro riuscito a metà. Il suo gioco palla a terra, la sua organizzazione e la sua autorità nel tenere il campo piacciono al pubblico, non solo quello di fede viola, e anche agli addetti ai lavori. Il centrocampo dai piedi buoni e la difesa solida (esclusa, ovviamente, la gara di San Siro) sono stati fin qui i punti di forza della formazione montelliana. Da questo punto di vista la rottura con il recente passato delle ultime due stagioni, fatte di noia e a tratti vergogna, è già nettissima. Ma a tutto questo si contrappone un grosso problema in attacco, o forse sarebbe più giusto dire nella fase offensiva: la Fiorentina fa una fatica enorme a tirare in porta e a concretizzare la grande mole di lavoro prodotta fino alla trequarti avversaria. Manca (e ormai è già stancante ripeterlo) un bomber che finalizzi l’azione e che crei spazio anche a Jovetic, fin qui unico delegato a decidere le partite e come tale oggetto dell’attenzione massima degli avversari. Ma anche allo stato attuale c’è la possibilità – e il dovere – di essere più incisivi sotto porta. E il rientro degli infortunati (El Hamdaoui e Aquilani) può aiutare in questo.

L’ASPETTO PSICOLOGICO – “Forse abbiamo ricevuto troppi complimenti”. L’ammissione a fine gara di Emiliano Viviano risponde ad un dubbio inevitabile che era sorto già nei giorni scorsi: gli elogi arrivati da tutta Italia alla Fiorentina, avranno ripercussioni sulla squadra? Forse è stato così. Tanto che a distanza di 5 giorni i viola hanno offerto due prove opposte: perfetti contro la Juventus, ridotta nella sua versione più brutta e più sterile della gestione Conte; vulnerabili contro l’Inter, mai così pericolosa in questo avvio di stagione. Magari i frutti del lavoro di Montella, arrivati anche prima di quanto ci si potesse aspettare, hanno fatto mollare inconsciamente qualcuno di qualche centimetro. Oppure semplicemente con l’Inter è stata una partita “no” (o almeno “non sì”), nella quale si possono trovare comunque aspetti positivi, su tutti il fatto di non aver mollato e di essere rimasti in partita anche in inferiorità numerica. Adesso però tocca a Montella tenere alto il morale di uno spogliatoio alle prese con le prime difficoltà per ripresentarsi già col Bologna con lo stesso entusiasmo e la stessa mentalità.

[Simone Bargellini – Fonte: www.violanews.com]