“Gioco, carattere, preparazione, mercato”: i fattori di riflessione in casa Milan

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Sembra quasi impossibile che tra i vertici di Via Turati serpeggi il pensiero di un cambio di rotta a fine stagione; in fin dei conti Massimiliano Allegri ha centrato lo scudetto al primo anno in cui allenava una Big, quest’anno è ancora in corsa sui tre fronti e ha già messo in bacheca la Supercoppa Italiana: eppure nonostante i risultati conquistati, alcune caratteristiche inerenti a carattere e metodo di lavoro del tecnico destano non poche perplessità ai piani alti [Presidente Berlusconi su tutti]. Proviamo quindi ad elencare tutti questi aspetti per fare chiarezza:

Il gioco: In tutti i suoi cicli vincenti la squadra rossonera si è sempre basata su un tipo di gioco tendente a privilegiare il collettivo rispetto alle individualità: beninteso, non esiste ciclo vincente che non abbia i propri campioni-simbolo, ma tutti quelli passati sul prato di San Siro [sponda rossonera] sono sempre stati funzionali ad un gioco di squadra che aveva nella coralità il proprio punto di forza. Sappiamo benissimo che Berlusconi, da grande amate del calcio spettacolo, preferirebbe vedere in campo una squadra in grado di mostrare un gioco spumeggiante: in questo momento però la manovra, complice l’ibracentrismo di cui soffre la squadra e l’età avanzata di tanti interpreti che per questo non riescono più ad essere protagonisti in modo continuativo [Seedorf, tanto per fare un esempio], non riesce ad essere fluida e spettacolare come vorrebbe la dirigenza. Le colpe in questo caso ovviamente non sono tutte dell’allenatore: per esempio un mercato importante potrebbe variegare le frecce a disposizione del Mister, però è indubbio che Allegri privilegi un gioco meno elaborato rispetto a quello mostrato nei cicli vincenti rossoneri, con l’aggravante dell’intestardirsi nell’usare giocatori in posizioni che non fanno impazzire Dirigenza e tifosi [emblematico è il caso di Emanuelson ndr] e, cosa forse più importante, che al secondo anno di Milan, la squadra non ha mostrato una crescita, anzi dal punto di vista del gioco, l’involuzione pare essere netta.

Il carattere del Tecnico: Allegri, è risaputo, è un uomo di poche parole; per esempio ieri, il giorno dopo la sconfitta in Coppa Italia contro la Juventus, tutti si aspettavano da lui un discorso alla squadra, e invece il tecnico è arrivato a Milanello e a preferito far lavorare la squadra come se si trattasse di un giorno qualunque. Questa mancanza di comunicazione [già lamentata da Pato qualche mese fa in un’intervista, nella quale il giovane brasiliano attribuiva parte della sua involuzione al fatto che il Tecnico non gli spiegava mai i movimenti che doveva fare in campo] potrebbe rivelarsi distruttiva, specialmente in momenti come questo in cui la squadra non è tranquilla, generando facilmente malumore tra i giocatori e incomprensioni tra questi ultimi e il tecnico.

La preparazione: Questo è uno dei capi di imputazione più gravi che si muovono ad Allegri: già ai tempi di Cagliari, l’allenatore toscano ha dimostrato sempre una costante dal punto di vista del rendimento delle proprie squadre: Partenza lenta, dovuta ad una preparazione molto dura e stesso effetto a Gennaio dopo il richiamo invernale; questa caratteristica ha portato in un’annata come questa, dove gli scontri diretti con le rivali per lo scudetto sono tutti concentrati nelle prime giornate dei gironi, alle magre prestazioni contro tutte queste squadre; insomma, la società si attendeva una modificazione dei piani dovuta al particolare calendario di questa stagione, cosa che però nella pratica non si è avverata. Oltretutto, una preparazione di questo tipo porta sempre la squadra ad affrontare gli Ottavi di Champions League non al meglio, ed è risaputo quanto viene tenuta in considerazione la Coppa dalle Grandi Orecchie in Via Turati.

Scarsa sinergia sul mercato: Questo è un aspetto peculiare degli ultimi tempi; se infatti l’anno scorso e fino a questa estate il Tecnico non si è potuto lamentare del mercato, e ha dimostrato di aver concordato le mosse con la società nella sessione estiva [Per la verità il tecnico voleva Hamsik, però data l’impossibilità di arrivare allo Slovacco la società ha virato su altri obiettivi, cercando giocatori però più o meno con quelle caratteristiche], in quest’ultima sessione invernale sembra che la società abbia fatto un po’ di testa sua: benchè Allegri lo smentisca, il tecnico caledggiava la cessione di Pato al PSG: con il giocatore non ha mai avuto un grande rapporto, preferendo attaccanti che si rendano utili anche nella fase di primo pressing; ma Berlusconi si è opposto alla cessione del giovane schierandosi quindi in una posizione opposta rispetto al tecnico e non favorendo quindi il lavoro di quest’ultimo; segno quindi di scarsa sintonia tra i due, aventi filosofie di pensiero abbastanza antitetiche.

Certo, Allegri ha un’arma importante dalla sua: il campo. Vincendo qualcosa potrebbe spegnere tutti i malumori che serpeggiano tra i vertici rossoneri, facendosi forte della regola del chi vince ha sempre ragione; ben diversa sarebbe la posizione del tecnico qualora si arrivasse a fine stagione a mani vuote; in quel caso la rivoluzione in casa rossonera dovuta ai molti contratti in scadenza potrebbe allargarsi fino a ricomprendere anche il nome del condottiero: volete i nomi dei papabili successori al momento? Beh, le foto non le scegliamo di certo a caso..

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]