I dieci “gioielli” del futuro: questo è un mercato a parte! Scommettiamo che…

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La fotografia della domenica è il volto sorridente di Mauro Zarate. Accende la Capitale biancoceleste, che torna così a sognare nell’anno di maggior disaffezione tra tifosi e società. Le braccia allargate di Ibra sono la dimostrazione che chi lavora bene sul mercato, prima o poi, può passare dalla cassa. Tra lo svedese e Borriello c’è una differenza paragonabile a quella tra una Maserati ed una Bmw. Il Cesena sta tornando ai livelli che avevamo ipotizzato a fine mercato, il Parma è partito male ma risorgerà. Siccome di campionato ne parlano già tutti, vogliamo distinguerci e tornare a parlare sempre del nostro argomento preferito: il mercato. Non pensate che Presidenti e Direttori Sportivi stiano alla finestra durante l’autunno. Qualche anticipazione ve la daremo, qualche consiglio ci permettiamo di darlo, anche sui giovani; dopo l’editoriale di un anno fa (di questi periodi) nel quale indicavamo in Cavanda un baby fenomeno, vogliamo estendere il reggio d’azione.

Prendete appunti, ci riproviamo, male che vada avremo perso una domenica pomeriggio. Prediligiamo sempre l’Italia ed i nostri vivai, ma un occhio all’estero è d’obbligo.

Cesare Prandelli guarda agli oriundi, ma in casa abbiamo quantità e qualità. Nella Capitale stanno crescendo i giovani migliori, peccato che la Lega Calcio non abbia trovato ancora una valida copertura televisiva per il Campionato Primavera. Alberto Bollini, allenatore della Lazio, si è inventato Seyi Adeleke, classe 1991, da terzino sinistro a centrocampista di fascia sinistra; invenzione straordinaria per il nigeriano, il quale nel 2008, dopo un periodo di prova alla Lazio, non riuscì ad essere tesserato per mancanza di documenti assieme ad un altro giovane suo connazionale, Okafor, classe ’92: una coppia accomunata, oltre che dall’esperienza biancoceleste, da cognomi cestistici, vista l’omonimia con i centri Kenny (Adeleke) ed Emeka (Okafor). Curioso che a sfornare i giovani migliori sia proprio la Lazio, club che in assoluto spende di meno (700 mila euro all’anno) per il settore giovanile. Lo paragonano al nuovo Alessandro Nesta, ma non crediamo alla reincarnazione di nessuno, quindi, basta chiamarlo con il suo nome ed il suo cognome. Il difensore centrale della Lazio, Luca Crescenzi, ci ricorda il Ranocchia di Arezzo. Classe ’92, 185 centimetri d’altezza e la consapevolezza che in Italia, per quanto concerne quel ruolo, siamo messi piuttosto male. Una scommessa: entro due anni esordirà in prima squadra Tommaso Ceccarelli, 1993, trequartista laziale tutto sinistro.

I tifosi sognano con i nuovi Nesta e i nuovi Totti? Bene, allora, restiamo nella Capitale, ma da Formello spostiamoci per par condicio a Trigoria. Questa volta, probabilmente, Bruno Conti ci ha visto molto bene. E’ un bambino, ma lo erano anche Giovinco e Balotelli qualche anno fa. Si chiama Amato Ciciretti, classe 1993: che non vi stupiate se tra qualche anno dovesse arrivare il Manchester United con una vagonata di soldi e portarsi tutta la famiglia Ciciretti in Inghilterra. Stiamo parlando di un predestinato e chi acquisterà la A.S. Roma dovrà immediatamente blindarlo.

Già nel giro della serie B, meritano le copertine Stephan El Shaarawy, 27 ottobre 1992, e Marco Verratti, 5 novembre 1992. Il primo è del Genoa ma gioca a Padova, il secondo è il gioiellino del Pescara che le big sognano. El Shaarawy è italiano a tutti gli effetti, nato a Savona da genitori egiziani, vanta 8 presenze nell’Italia Under 16, 9 nell’Under 17 e 3 nell’Under 18. Per questo motivo sono rimasto un po’ perplesso quando sabato pomeriggio, in linea con Simona Ventura a Radio 1, Cesare Prandelli ha confessato di non conoscere El Shaarawy, obiettivo del Milan a giugno. Gli italiani possiamo vederli in campo, gli stranieri dobbiamo spesso accontentarci di seguirli tramite dvd (per i patiti), partite in tv ed al pc. Dall’Argentina un giovane che non scopriamo oggi, ma per chiunque sarebbe un affare acquistarlo: Rogelio Gabriel Funes Mori, attaccante del River Plate. L’agente Fifa, Renzo Contratto, tempo fa lo propose a qualche club italiano.

La notizia è un’altra: perché ancora nessuno ha fatto un’offerta seria? Probabilmente perché i nostri Direttori Sportivi hanno una scarsa conoscenza del calcio sudamericano, se escludiamo Pietro Lo Monaco e Walter Sabatini. Da non sottovalutare in Brasile Felipinho, 1992, ex compagno nelle nazionali giovanili verdeoro dell’interista Coutinho. Il suo cartellino è dell’Internacional Porto Alegre, la stessa squadra di Pato, una mezza punta che oggi fatica a trovare spazio in prima squadra; per questo andrebbe ingaggiato prima che finisca sotto i riflettori. Nel San Paolo per anni abbiamo seguito Hernanes, oggi il nome nuovo è Lucas, anche lui del ’92, centrocampista di qualità. Si può chiudere la rassegna con la scoperta dell’acqua calda: Vincent Abubakar, attaccante del Valenciennes classe ’92, con qualche minuto sulle spalle all’ultimo Mondiale sudafricano con la maglia del Camerun.

Abbiamo finito: su dieci, speriamo di prenderne almeno quattro.

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]