Ignazio Arcoleo: “Genoa e Palermo subito dietro le grandi”

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In vista di Genoa-Palermo di sabato sera al “Ferraris”, Pianetagenoa1893.net ha sentito colui che sia i genoani che i palermitani possono reputare una “bandiera”: Ignazio Arcoleo. Palermitano di nascita, attualmente opinionista per una tv siciliana e titolare di una scuola calcio della sua città è stato un grintoso centrocampista negli anni ’70 indossando la maglia del Genoa in quattro campionati dal 1974 al 1978 (132 presenze e 8 gol) e quella del Palermo, di cui è stato anche allenatore tra il ’95 e il ’98, per otto stagioni tra il 1966 e il 1980 (192 presenze e 6 reti).

Domanda di rito: sabato sera per chi farà il tifo?
Ho il cuore diviso a metà: rossoblù e rosanero, posso solo dire “vinca il migliore”. A Genova ho vissuto degli anni indimenticabili, i ricordi più belli della mia carriera anche se a Palermo ho giocato due finali di Coppa Italia.

É vero che vanta dei record unici sia con il Genoa che con il Palermo?
Vero. Con la maglia del Genoa sono stato il primo a segnare un gol in una partita trasmessa a colori in Italia.: fu contro il Torino campione d’Italia. (6 febbraio 1977: Arcoleo siglò il vantaggio rossoblù al 32’ del primo tempo poi pareggiò Pulici nella ripresa, ndr). Inoltre sono l’unico giocatore del Palermo ad aver giocato due finali di Coppa Italia: nel 1974 con il Bologna e nel 1978 con la Juventus. In entrambe le occasioni noi, che eravamo una squadra di Serie B, sfiorammo la vittoria: sia il Bologna che la Juve, infatti, ci fecero gol solo nel finale e poi perdemmo ai rigori e ai supplementari.

Che ricordi ha degli anni passati a Genova?
Meravigliosi. Ricordo tutti con grande affetto. Il bello del Genoa è che non ti puoi mai sentire appagato. La tifoseria pretende sempre il massimo ogni domenica. Io pensavo solo ad essere un trattore e a “macinare” gli avversari… Ricordo con affetto il presidente Fossati, il segretario Garibotti, il professor Gatto e il grande massaggiatore Craviotto. Mi sarebbe piaciuto anche allenare il Genoa ma non ne ho mai avuto la possibilità.

Venne cercato dal Genoa?
Sì ai tempi del presidente Scerni, poi però saltò tutto.

Torniamo al presente: cosa ne pensa di De Canio e Gasperini?
Innanzitutto approfitto dell’occasione per salutarli: siamo amici. De Canio è stato mio collega di corso a Coverciano. Ovunque è andato ha sempre ottenuto i risultati che gli sono stati chiesti e anche al Genoa mi sembra che stia lavorando bene. Mi piacerebbe vederlo in una squadra cosiddetta “grande”; se lo merita. Gasperini, che è stato mio compagno di squadra a Palermo, pratica un calcio spettacolare, offensivo ed estroverso proprio come è lui. Ha bisogno di giocatori che credano in lui e nel suo calcio: a Genova i giocatori che si è portato da Crotone avevano fame di vittorie e quindi lo seguivano e lavoravano per il collettivo.

Invece ci dia la sua opinione sul fallimento dell’esperienza di Gasperini a Milano.
Credo che il problema sia stato che i giocatori dell’Inter non lo seguivano. C’erano solo stelle, grandi campioni abituati a vincere le partite da soli e come ho detto prima il gioco di Gasperini è basato soprattutto sul collettivo.

Miccoli domenica scorsa ha vinto la partita da solo…
Miccoli in una partita ha fatto vedere tutto il suo repertorio dimostrando che non va mai messo in discussione. Gasperini lo ha capito.

Che partita sarà quella di sabato sera?
Una partita spettacolare: mi aspetto una battaglia ma giocata con lealtà.

Come vede Genoa e Palermo?
Le metto subito dietro alle grandi. Nell’ordine dico Juventus, Napoli, le milanesi, la Fiorentina, le romane e poi appunto Genoa e Palermo. La vera forza sono i tifosi: sia i genoani che i palermitani sono appassionati e possono trascinare lontano le squadre.

Un parere sul Preziosi e Zamparini?
Due grandi presidenti. Voglio ringraziare ancora Preziosi perché il primo anno che prese il Genoa mi riservò un posto personale in tribuna. Un gesto che ho apprezzato tantissimo. A proposito vorrei fare un appello: cari tifosi del Genoa e del Palermo tenetevi stretti Preziosi e Zamparini. Oggi fare calcio è difficile: avere due presidenti che sono come due mecenati è una rarità.

[Francesco Patrone –  Fonte: www.pianetagenoa1893.net]