Impressioni su Catania-Chievo 1-0 …

277

DESENZANO DEL GARDA – La partita è già finita, i giocatori se ne vanno. Ne approfittiamo per chiacchierare al telefono con chi la partita ha avuto modo di vederla dal vivo, allo stadio di Desenzano. Nico Gravagna, del gruppo Old Elephants, ha raccontato i 90′ di Catania – Chievo ai tifosi rossazzurri collegati su Mondocatania ed adesso, a partita finita, gli chiediamo un commento, non solo sul risultato ma di tutto un po’ quel che questa partita ha mostrato del Catania, pur partendo.. dal risultato:

L’1-0 è un risultato giusto. Per quanto non irresistibili nel primo tempo, giocato comunque a livelli ben più alti rispetto alla prova contro il Vicenza, nella seconda frazione di gioco il Catania ha legittimato pienamente la vittoria mettendo in mostra, oltre alle strepitose (almeno due) parate di Andujar, anche una certa capacità di affondare i colpi in avanti che magari, con più precisione da parte dei finalizzatori, avrebbe reso più rotondo e sincero il risultato. Il palo colpito da Morimoto a porta sguarnita, quando si era già in vantaggio, trema ancora.

Hai raccontato di un inizio sofferto, poi qualcosa si è sbloccato nel Catania o bloccato nel Chievo?
L’inizio di gara, in cui il Chievo si è dimostrato più quadrato che nel prosieguo mettendo a dura prova l’assetto difensivo dei rossazzurri, è stato condizionato dal gran caldo che se il Catania ha gestito dal primo minuto, i gialloblu hanno iniziato a soffrire dopo i primi quindi minuti fin troppo propositivi e dispendiosi per non esser pagati poi a caro prezzo. Maran, accortosi degli scricchiolii ha colto il momento giusto per spinger la squadra ad alzare il baricentro. Gran parte del merito di ciò lo si deve a Biagianti che, nel momento chiave, ha messo in campo esperienza, serenità ed acume nelle giocate che hanno permesso alla squadra di eludere la pressione avversaria e manovrare il pallone con più fluidità, giovando di spazi più ampi.

Nel secondo tempo la musica è cambiata definitivamente..
Prese le misure al Chievo non abbiamo più sofferto se non su sporadiche offensive. Come sempre il più pericoloso si è dimostrato esser Pellissier, seguito da Paloschi, che per ben due volte avrebbe potuto concluder con maggior precisione nei pressi di Andujar. La gara è proseguita fino all’intervallo in equilibrio sostanziale di occasioni avute e gioco espresso. Alla ripresa, l’innesto di giocatori con qualcosa in più da voler dimostrare a Maran ci ha probabilmente avvantaggiato rispetto al Chievo. Determinante la presenza di Castro, tra i più positivi del secondo tempo, che ha illuminato con i suoi lanci tanto le scorribanda di Llama sulla fascia che quelle di Morimoto per vie centrali.

C’è tanta curiosità attorno al nuovo arrivato. C’è chi lo presenta come uguale, chi diverso da Barrientos. Da quel che hai visto?
Ha molte caratteristiche che lo rendono simile a Barrientos, ma non è un giocoliere come lui. Corre a perdifiato, insegue l’avversario, ruba palla, fa ripartire l’azione, ha buona gamba ed un dribbling irrefrenabile, nel corso di un’azione ha attraversato in orizzantale il campo facendo fuori l’intero centrocampo del Chievo. Deve certamente abituarsi al calcio italiano ed ai sincronismi della squadra, spesso sbaglia l’ultimo passaggio, ma il lancio che porta al rigore su Morimoto è suo e ciò certamente è incoraggiante, specie perché ha una gran visione di gioco ed una precisione millimetrica nel servire il compagno quando riesce a leggerne il movimento.

Mercoledì hai assistito anche alla sconfitta contro il Vicenza. Cosa è cambiato?
“Rispetto alla sconfitta col Vicenza ho potuto notare maggior equilibrio tra i reparti, più attenzione in ogni fase di gioco. L’assenza di Bellusci, che avrebbe potuto destabilizzare gli equilibri nella zona centrale della difesa, è stata colmata alla perfezione dalla buona volontà di Marchese e dalla sicurezza che sempre dimostra sul campo Legrottaglie. Molto bene anche Alvarez, un po’ più in ombra Capuano che non ha la corsa dei tempi migliori, ma c’è da capirlo- Avendo giocato meno l’anno passato, deve ancora perfezionare la condizione e la conoscenza dei movimenti difensivi.

Quale giocatore ti ha colpito maggiormente?
L’Alvarez visto in questi giorni è molto diverso da quello che si era soliti vedere nei primi giorni di ritiro. E’ molto più asciutto nel fisico, esplosivo, determinato, attento, corre tantissimo e sembra voler proprio getter le basi per una grande annata. Nel secondo tempo ha sofferto l’ingresso di Di Michele, più fresco, che però è riuscito a arginare dopo pochi minuti di scombussolamento. Dei giocatori visti finora solo Augustyn non mi è sembrato ancora pronto per giocarsi un posto in A con gli altri suoi compagni. Ho anche visto Andujar sicuro come mai. Davvero un altro giocatore, sereno, pare abbia finalmente trovato l’equilibrio che gli è sempre mancato in passato, per un motivo o per un altro. Mi lascia un po’ perplesso Salifu, è un ragazzo imponente come fisico ma appare ancora contratto, forse perché in difetto di preparazione visto il fastidio alla caviglia sofferto in ritiro. 

Siamo in pieno calciomercato. In base a quel che hai visto finora, cosa consiglieresti?
Rimanesse Marchese a sinistra, col gruppo centrale confermato credo saremmo al completo per quel che riguarda la difesa. A centrocampo c’è grande abbondanza. Penso che sulla mediana si debba pensare principalmente a sfoltire. Dove invece interverrei è in attacco. Bergessio è sempre troppo isolato là davanti nonostante la presenza di una seconda punta adattata ad esterno, come Antenucci, e del classico esterno del 4-3-3 come può essere Gomez o Llama. Spesso deve arretrare a centrocampo per toccar palla, far salire la squadra, riproporsi in avanti. Morimoto può essere un’alternativa ma, come si dice, i piedi continuano ad andar più veloci della testa. Corre, si libera bene dalla marcatura, se avesse un po’ più di coordinazione, freddezza od anche solo fortuna sarebbe un campione.

Quanto è rimasto del Catania di Montella nella nuova versione di Maran?
La prestazione offerta contro il Chievo rappresenta senza dubbio un passo avanti rispetto a quanto visto col Vicenza. Tuttavia manca ancora la velocità nella giocata ed il pieno apprendimento delle strategie di Maran. Ci sono poche similitudini col Catania di Montella. Si cercano ancora le geometrie in memoria dallo scorso anno, e ciò spiega perché Gomez sia molto più cercato di Antenucci, così come Salifu resti un pò isolato a centrocampo; ma da quel che ho visto penso che l’intendimento di Maran sia una progressiva sostituizione delle vecchie strategie e dei vecchi movimenti con quanto di nuovo predicato in allenamento. Posso dire, ad esempio, di aver notato il sistematico passaggio all’indietro, al centrocampo, quando non si trovano sbocchi in attacco. Si cerca il possesso palla, insomma , stile Barcellona.

Quanto vicino è questo Catania alla forma campionato?
Ci sono tanti giocatori di pari livello ed undici posti da titolare, prevedo tanta competizione e concorrenza. Siamo ancora molto distanti dalla forma necessaria per affrontare il campionato, ma siamo anche molto distanti dall’inizio del campionato, e quindi dal poter giustificare preoccupazione. Molti giocatori sono ancora al 50-70% del loro potenziale. Quando siamo usciti dallo stadio abbiamo incontrato il direttore Gasparin, era sereno e sorridente, questa vittoria ha dato una bella iniezione di fiducia e morale. In estate, quando ancora la vittoria non conta in termini di punti, è quel che più serve a questo Catania.

[Redazione Mondo Catania – Fonte: www.mondocatania.com]