Lazio, il punto: se la difesa piange, l’attacco non certo ride

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logo-lazioNove gol in tre patite non possono non far suonare un campanello d’allarme. É quanto successo alla Lazio di Petkovic; è vero che 8 di questi gol sono stati presi contro una Juventus che è di una categoria superiore, ma chiudere gli occhi di fronte all’evidenza sarebbe un suicidio che i biancocelesti non possoo permettersi. Domenica all’Olimpico arriva il Chievo, squadra da non sottovalutare che l’anno scorso diede il via al periodo nero della Lazio che compromise la stagione. Il mister di Sarajevo ha sperimentato più soluzioni, ruotando gli uomini a disposizione per cercare di colmare le lacune emerse, come riportato anche dal Corriere dello Sport, ma eccezion fatta per la partita contro l’Udinese, in cui la Lazio nell’ultima mezz’ora ha sofferto più del dovuto, i biancocelesti hanno rimediato solo figuracce. Ecco perchè contro i clivensi sarà fondamentale prima di tutto non subire gol. Petkovic ha ancora cinque giorni per decidere chi mandare in campo dal primo minuto, è vero che non ci saranno Vidal, Pogba, Pirlo e Tevez, ma il Chievo è squadra ostica, soprattutto per la Lazio che, soprattutto in casa, contro i veronesi, ha sempre sofferto.

L’ATTACCO – Se la difesa piange l’attacco di certo non ride; due gol contro l’Udinese, uno contro la Juventus, buono soltanto per permettere a Klose di infrangere il tabù Buffon. Troppo poco per una squadra che vanta ambizioni Champions. Oltre a Klose sono andati a segno fino ad ora Hernanes e Candreva. Niente di male, sono loro gli uomini chiave di questa Lazio ed è giusto che i gol arrivino dagli elementi che possono vantare maggior talento, ma per centrare l’obiettivo stagionale servirà il contributo di tutta la rosa biancoceleste. Petkovic ha bisogno dei suoi leader, ma deve poter contare anche su quelli che possono essere considerati “gregari”. La partita contro il Chievo può rappresentare la svolta di un campionato ancora tutto da vivere, il trampolino ideale dal quale spiccare il volo verso il cammino che porta all’Europa che conta, è ancora troppo presto per abbandonare i sogni di gloria.

[Matteo Vana – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]