Leo Messi raggiunge quota seicento reti in carriera

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Grazie alla rete realizzata ieri contro l’Atletico Madrid, su punizione, Leo Messi raggiunge quota seicento gol in carriera tra Barcellona e Argentina

BARCELLONA – Quarantanove minuti e cinquantaquattro secondi. La durata del video in cui vengono mostrate le reti di Leo Messi. Quante? 600. L’Argentino, grazie alla punizione che ha steso l’Atletico Madrid, ha raggiunto un altro traguardo incredibile della sua, altrettanto, incredibile, carriera. Un numero tondo, un numero di reti che rappresenta soltanto una piccola parte delle qualità non umane del fuoriclasse di Rosario, una cornice perfetta per un quadro dipinto con il suo mancino, patrimonio dell’Umanità senza troppe discussioni. Già, perché è impossibile “discutere” Messi, è impossibile mettere in dubbio ciò che non si può mettere in dubbio.

E’ una legge non scritta ma trapiantata da anni ormai, da quel pallonetto realizzato tredici anni fa, la prima onda di un mare che non ha mai smesso di essere cristallino. Ieri l’ennesima perla, la terza punizione consecutiva che ha permesso al Barcellona di stendere l’Atletico Madrid e avvicinarsi sempre di più al trionfo in Liga. Ci ha pensato ancora il “10”, sfiorando la sfera di quel tanto che basta per infilarla dove il sole non fa capolino, dove la pioggia difficilmente bagnerà. “Quel bambino che non riusciva a crescere oggi è un gigante” è scritto nella sua biografia e non esiste frase più azzeccata per constatare l’ovvio, per ammirare estasiati le gesta del più grande di tutti, uno dei più grandi nella storia dello sport.

La seicentesima rete è solo il sassolino più alto di una montagna di 170 centimetri capace di tutto e di più, di essere attaccante e regista, di segnare e far segnare anche il magazziniere. E’ la solita legge che non si può descrivere, è la legge di un altro sport, di un altro pianeta distante anni luce da noi. E’ la velocità di pensiero sconosciuta all’umano, quella che lo porta a vedere l’oltre, osservare spazi apparentemente inesistenti. Gli altri vedono buchi, Messi scopre gallerie. Quello di ieri non sarà il primo e nemmeno l’ultimo record di un trentenne che ogni domenica, per novanta minuti, è in grado di lasciare il segno. Dentro e fuori.