Milan: Allegri stupisce ancora positivamente

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logo-milanEsattamente 18 turni fa in un freddo pomeriggio milanese, in quel di San Siro si celebrava mediaticamente il funerale calcistico del Milan sconfitto e umiliato dalla rivelazione Fiorentina guidata da un Montella osannato dalla critica. Quella sconfitta, per la maggior parte della tifoseria e della stampa, sanciva il fallimento di una politica societaria ormai attenta più al bilancio che alle questioni di cuore e che non aveva saputo ridisegnare adeguatamente la squadra dopo un’estate di dolorose cessioni. Si decretava inoltre la fine dell’era Allegri sulla panchina del Milan, reo di non essere mai stato in grado di farsi costruire una squadra a sua immagine e di non essere riuscito a forgiare un gruppo in grado di proporre quel calcio dinamico e frizzante come nella precedente esperienza di Cagliari. Un Milan ferito nell’orgoglio e con l’autostima a pezzi si leccava le ferite e galleggiava a soli 14 punti in classifica, lontanissimo dal terzo posto occupato dal Napoli (con ben 12 punti di vantaggio) e da qualsiasi sogno scudetto o di qualificazione alla prossima Champions League.

Ma. Si c’è un ma. Perchè a volte quello che sembra logico tale non è, e se con questi dati alla mano i giocatori, l’allenatore e la società avrebbero dovuto subire una condanna per direttissima, questo non è avvenuto soprattutto grazie alla lungimiranza di un uomo, quell’Adriano Galliani tanto bistrattato e messo spesso, troppo spesso in discussione.  Lui non ha mai smesso di credere in Allegri, ha sempre fatto scudo sul tecnico livornese proteggendolo da tutte le critiche che gli sono state scagliate addosso, presidenza compresa. Se è vero che quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, da quel momento il Milan ha raccolto tutti i suoi cocci e ha intrapreso un lungo ed entusiasmante percorso (interrotto solo dalla sconfitta di Roma) che lo ha portato oggi ad occupare stabilmente la terza posizione insediando quel Napoli, allora lontanissimo, adesso a sole due lunghezze.

Oggi i risultati e i progressi fatti dai rossoneri sono sotto gli occhi di tutti. Al tecnico toscano deve essere riconosciuto il merito di aver retto una pressione che avrebbe schiacciato chiunque al suo posto. Orfano di Ibrahimovic e Thiago Silva, senza più i senatori a disposizione e con molti giovani che si sono trovati improvvisamente a dover tirare la carretta, è stato in grado di ridisegnare  la squadra conferendo finalmente una identità di gioco e personalità ai suoi ragazzi. Non più persone smarrite, impaurite e senza convinzioni nei propri mezzi ma veri e propri guerrieri disposti a lottare con le unghie e con i denti per 90 minuti pur di portare a casa il risultato e sopperire alla minor qualità con la giusta dose di agonismo e aggressività.

Galliani e Allegri sono dunque i principali artefici di questa rinascita ed è giusto che si godano il loro momento tanto che la stessa Barbara Berlusconi ha elogiato recentemente l’a.d. del Milan definendolo “un maestro, uno dei migliori dirigenti del calcio a livello mondiale“. Per arrivare lontano bisogna partire da delle solide basi e il Milan ha capito di avere gli architetti giusti per puntare sempre più in alto.

[Francesco Ciociola – Fonte: www.ilveromilanista.it]