Milan, il punto: evoluzione caratteriale

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logo-milanPali, traverse, Proenca e tanta sfortuna: un Milan coraggioso, forse il migliore della stagione almeno nel primo tempo, esce comunque battuto nella sfida d’andata degli ottavi di Champions League. Diego Costa, con la sua quinta rete stagionale nella massima rassegna continentale, si trasforma nel giustiziere dei rossoneri e, sfruttando un’amnesia difensiva generale, al minuto 82 infila Christian Abbiati, regalando al suo Atletico Madrid una storica vittoria a San Siro. Sconfitta di misura in casa, 0-1, maturata nei minuti finali, circa all’80esimo, subendo un gol fondamentalmente evitabile e contro un’avversaria di livello: questo copione, recentemente, non è una novità per i tifosi rossoneri. Bisogna tornare, però, all’anno scorso, precisamente al 22 dicembre 2013: giorno del derby, Inter-Milan.

La gara fu tutt’altro che esaltante: i rossoneri, guidati ancora da Massimiliano Allegri, giocarono una partita prettamente difensiva, e il match si rivelò piuttosto noioso. Poi, nei 10 minuti finali, il lampo: cross diretto in area e Rodrigo Palacio, di tacco, infilò Abbiati. Minuto 81, il Milan non si riprese più e il derby si concluse con un’amara sconfitta. Dunque, tra la partita contro l’Inter e la partita contro l’Atletico, in termini di tabellino, c’è una certa somiglianza: ma il campo, concretamente, che cosa ha dimostrato? La gara di Champions contro gli spagnoli è stata giocata in modo molto diverso dai rossoneri, in confronto al derby: l’approccio è stato differente sia in termini tattici che psicologici.

Quel Milan, quello del derby, scese in campo con poca grinta e ancor meno determinazione, senza riuscire mai a imporre il gioco, a patto che ci fosse un’idea di gioco, attuando un atteggiamento meramente difensivista per tutta la partita. Risultato: sconfitta e pochissimo onore. 22 dicembre – 19 febbraio: sono passati quasi 3 mesi, eppure la situazione è cambiata parecchio rispetto a prima. L’avvicendamento in panchina, con Clarence Seedorf a rimpiazzare Massimiliano Allegri, insieme ai nuovi acquisti ha dato una scossa all’ambiente, e la partita contro l’Atletico Madrid, almeno sul piano caratteriale, potrebbe essere il risultato di tutto ciò. Squadra offensiva, aggressiva e votata all’attacco, al punto che nel primo tempo gli spagnoli hanno dovuto ricorrere alle maniere forti per arginare i rossoneri. Eppure, la sfortuna, con la complicità di Proenca, non ha permesso al Milan di portare a casa una vittoria che sarebbe stata più che meritata. Milan-Atletico e Inter-Milan: due partite simili per tabellino, ma molto differenti per ciò che si è visto in campo. La strada è lunga, ma il miglioramento, rispetto al recente passato, è già tangibile.

[Giangiacomo Ceresara – Fonte: www.ilveromilanista.it]