Milan: l’operazione Kakà suona già come successo per la tifoseria

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logo-milanI trofei, quelli veri e che contano, sono assegnati dal campo (o in qualche aula di tribunale, ma questa è un’altra storia). Ragion per cui, è più che prematuro giudicare la bontà dell’operazione che ha riportato Kakà al Milan dopo la parentesi di quattro anni in merengue: la carta d’identità conta molto ed un calciatore pur integro nel fisico ma che ha comunque superato la trentina difficilmente potrà riproporre un bagaglio di progressioni continue e devastanti per 90′.

C’è però un indiscutibile successo ed è quello che riguarda l’entusiasmo nella tifoseria. La stessa Barbara Berlusconi ha affermato che col ritorno di Ricardo si è rimarginata una ferita mai chiusa del tutto.

Come dicevamo, la risposta del pubblico rossonero è stata travolgente: boom della vendita delle nuove maglie griffate col 22 ed una corsa frenetica al botteghino per gli abbonamenti al girone di Champions League. Solo questo dato ha quasi dell’incredibile: è stato sufficiente l’arrivo di Ricky per triplicare gli abbonati, passati da 5mila a 20mila. Un successo commerciale notevole, importante in una fase come questa in cui la Società deve autofinanziarsi; poter contare su merchandising e sugli incassi al botteghino è una salutare boccata d’ossigeno.

In ultimo, ma non per importanza, il “K factor” può avere benefici effetti su tutto l’ambiente in termini di motivazione. La consapevolezza che l’arrivo di un campione può aiutare a lottare per traguardi ambiziosi è un’iniezione di fiducia ulteriore nei propri mezzi e spinge a dare il 101%. Molti dei giovani che vestono oggi la maglia del Milan sono cresciuti ammirando le gesta sul campo proprio di quel ragazzo dalla faccia pulita oltre che dalla classe cristallina. Figuriamoci ora che hanno la possibilità di giocargli a fianco cosa potranno dare…

[Enrico Soffientini – Fonte: www.ilveromilanista.it]