Napoli, Lavezzi simbolo della città

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Per buona parte dell’estate il suo futuro è rimasto in bilico, tra le avances di big italiane ed estere e le punzecchiature di patron De Laurentiis. Ma ora Napoli, inteso come squadra e città, si è resa conto di non poter fare a meno del Ezequiel Lavezzi e l’impressione è che il sentimento sia ricambiato: da qui nasce il sensibile riavvicinamento tra le parti che dovrebbe, salvo clamorosi colpi di scena, scongiurare l’ipotesi di partenza del Pocho almeno per la prossima stagione.

L’incontro chiarificatore con il patron è avvenuto nel weekend, pare nella suggestiva cornice della barca di De Laurentiis: le parti hanno avviato una discussione che potrebbe portare all’eliminazione della clausola rescissoria di 31 milioni di euro attualmente presente sul contratto dell’argentino, con contemporaneo ritocco dell’ingaggio. Non è un caso che tra la società e il giocatore sia di nuovo, improvvisamente scoppiato l’amore, i fattori che hanno contribuito solo molteplici. Innanzitutto la frenata nella trattativa per Giuseppe Rossi, utilizzato in Champions dal Villarreal e per questo motivo non più primario obiettivo di De Laurentiis.

Poi il feeling tra il giocatore e Mazzarri, che ha portato il tecnico a sbilanciarsi pubblicamente riguardo la necessità di trattenere Lavezzi anche in caso di arrivo di Pepito. Inoltre le condizioni del Pocho, presentatosi al ritorno dalle vacanze con il fisico tirato a lucido e con tanta voglia di lavorare, deciso a lasciare il segno fin dall’inizio della stagione: nei test atletici effettuati nei suoi primi giorni di allenamenti, Lavezzi ha migliorato tutti i tempi e le prestazioni della passata stagione. Infine c’è il fattore più importante, puramente simbolico, quello che rappresenta Lavezzi per la città e per il cuore del tifo napoletano. AL di là di tutte le considerazioni tecniche, lui più di tutti gli altri rappresenta il valore aggiunto in grado di far sognare il pubblico partenopeo e di riportarlo con la mente ai tempi dei grandi trionfi di un altro argentino. E scusate se è poco.

[Antonio Vitiello – Fonte: www.tuttonapoli.net]