Inter-Atalanta 1-0: il tabellino del match

Inter logoIL TABELLINO
Inter (4-3-1-2): Handanovic; Santon, Miranda, Murillo, Juan Jesus; Gnoukouri (1′ st Hernanes), Medel, Kondogbia; Brozovic (40′ st Manaj); Icardi (15′ Jovetic), Palacio. A disp.: Carrizo, Andreolli, Montoya, Schelotto, Taider, Ranocchia, D’Ambrosio, Nagatomo, Dimarco. All.: Mancini
Atalanta (4-3-3): Sportiello; Masiello, Stendardo, Cherubin, Dramé; Carmona, De Roon, Kurtic; Gomez (33′ st Migliaccio), Denis (23′ Pinilla), Moralez (18′ st D’Alessandro). A disp.: Bassi, Giorgi, Bellini, Boakye, Estigarribia, Conti, Brivio, Raimondi, Grassi. All.: Reja
Marcatori: 94′ Jovetic (I)
Ammoniti: Palacio, Manaj (I), Maxi Moralez, Carmona, Pinilla (A)
Espulsi: Carmona (A)

Inter: la scheda di Miranda

Miranda è il secondo tassello difensivo dell’Inter per la prossima stagione. Il centrale brasiliano, lascia dopo 4 anni l’Atletico Madrid per tentare il salto in serie A.

PUNTI DI FORZA – Miranda è cresciuto parecchio nella sua esperienza madrilena, soprattutto negli ultimi due anni. Con Godin, infatti, ha composto una coppia di difensori capaci di non far passare uno spillo. Non è un caso che l’Atletico, nel 2013/2014 abbia chiuso con la miglior difesa della Liga (26 reti) e nella scorsa stagione sia finita seconda dietro al Barcellona (29 gol, anche se Miranda ha giocato meno a causa di qualche problema fisico di troppo). Il brasiliano è un difensore brevilineo (185 cm per 78 kg), molto abile nella lettura dell’azione e nell’anticipo e con un discreto tocco di palla.  Spesso, l’azione dell’Atletico partiva proprio dai suoi piedi. Altra dote: è molto forte di testa, sia in fase difensiva, che offensiva.

PUNTI DEBOLI – Il gioco dell’Inter potrebbe penalizzare Miranda. Il brasiliano, già con il Brasile, ha dimostrato di non trovarsi a suo agio con un gioco offensivo, perchè fa fatica nel recuperare la posizione, non essendo velocissimo. Questo suo difetto, in un’Inter che, a quanto sembra, sarà molto sbilanciata, rischia di mandare in crisi il brasiliano. Inoltre, bisognerà anche vedere chi sarà il suo partner difensivo: con Ranocchia o Juan Jesus rischia di dover disperdere energie nel porre rimedio agli strafalcioni dei compagni. Si potrebbe trovare meglio con Vidic o Murillo, ma qui entriamo nel campo delle scelte dell’allenatore.

Inter, il punto: in arrivo anche Yaya Touré?

logo-interMILANO – Dai, diciamocelo senza mezzi termini e senza false ipocrisie: l’Inter ha cambiato i suoi piani. La virata, con l’arrivo di Mancini, è netta e per certi versi sorprendente. Si parlava di giovani della primavera, di campioni che non sarebbero più stati acquistati e dell’Europa che poteva anche non arrivare. Il progetto a lungo termine però stava stretto a molti e non rendeva giustizia all’immagine della gloriosa società qual è l’Inter nel mondo. Thohir lo ha capito per tempo e ingaggiando Mancini ha reso il progetto “diverso”, più evoluto e adatto al blasone nerazzurro.

Chiariamo subito che di soldi continuano a essercene pochi ma l’occhio interista si posa ugualmente su obiettivi di mercato di valore assoluto. Gente che gioca in Champions, che ha vinto Mondiali, che è considerata tra i migliori nel proprio ruolo è tornata prepotentemente a essere accostata e acquistata da Mancini e Ausilio. Tutto questo perché? Com’è possibile che senza soldi si possano comprare giocatori di fama internazionale? Come fa un giocatore come Touré solo a pensare di indossare la maglia dell’Inter senza soldi e senza (probabilmente) Champions League? Bisogna essere bravi. Bravi a coltivare sogni e rendere questi giocatori partecipi di un sogno-obiettivo comune. Bisogna essere stati capaci negli anni a creare un grande rapporto con questi campioni basato sulla fiducia a stima reciproca.

Ecco perché Touré, sazio di successi in Premier, si tufferebbe dimezzandosi l’ingaggio in un’avventura “pericolosa” come quella nerazzurra. Lo farebbe per la garanzia più grande che ha: la presenza di Mancini. L’Inter ha preso Shaqiri, si è fatta “regalare” Podolski per sei mesi, ha accarezzato il sogno Lavezzi e ora punta forte le sue fiches su uno dei centrocampisti più forti e completi del mondo: Yaya Touré. Chi questa estate avrebbe scommesso un euro solo sull’accostamento di questo nome alla società di corso Vittorio Emanuele? Nessuno, me compreso. Eppur si muove, qualcosa di concreto.

Tralasciamo i risultati che in due mesi non possono cambiare troppo e concentriamoci sullo sviluppo del mercato. Mancini sta costruendo la squadra su nomi ambiziosi che possono cambiare mentalità e destino della nostra Beneamata. Questo è il modo di proseguire, questo è il modo di ambire a qualcosa di più. Ragionare da grande anche se le casse sono mezze vuote. Siamo sempre l’Inter e che diamine! Cambio di mentalità si diceva: eccovela servita. Alla lunga questo lavoro pagherà. Mancano sei giorni alla fine del mercato e l’Inter, dopo essersi assicurata Shaqiri, Podolski e Brozovic, con mezza difesa fuori gioco pensa ancora a Rhodolpo, Susic, Cassano, Darmian, Diarra, Lucas Leiva, Murillo… Eppur si muove, appunto!

[Filippo Tramontana – Fonte: www.fcinternews.it]