Se manca la fantasia, quanto si fatica… anche il Catania esce con lo 0-0 da Marassi

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Dopo essersi maledettamente complicata la vita in Europa League, altro pareggio casalingo a reti bianche per la Sampdoria, che non riesce ad aver la meglio su un Catania, ordinato in difesa, ma assai spuntato in avanti. Due punti persi che potrebbero pesare e tanto al termine della stagione. Senza la fantasia di Cassano, si fatica oltre modo a rendersi pericolosi in fase offensiva e quando si riesce a creare occasioni da rete, non ci si dimostra sufficientemente freddi e cinici sotto porta, sciupando l’impossibile.

Al di là dell’esclusione di Cassano, l’11 di mister Di Carlo non presenta novità degne di nota: Koman sostituisce l’infortunato Semioli, Tissone preferito ancora una volta a Poli, Guberti sull’esterno, Marilungo al fianco di Pazzini. Sull’altro fronte Giampaolo schiera Maxi Lopez come unico punto di riferimento offensivo, centrocampo folto con Carboni davanti alla difesa e un quartetto più avanzato, in particolare Mascara e Gomez agili sugli esterni. Nelle retrovie Bellusci e Potenza sostituiscono Spolli e Capuano.

Fin dalle prime battute si intuisce quale sarà il canovaccio della sfida, con la Sampdoria a fare, o a cercare di fare la partita, e il Catania pronto a chiudersi a riccio, a tenere palla e ripartire in contropiede. Dopo un brivido corso per una girata di prima intenzione di Mascara ribattuta da Zauri, iniziamo a sfondare sulle corsie esterne, in particolare con l’attivo Koman, sui cui cross prima Pazzini prova la deviazione in gioco aereo senza trovare lo specchio della porta, poi Marilungo viene anticipato sul più bello da Bellusci. Le maggiori recriminazioni risalgono però al 5’, quando l’ex leccese, ben servito in profondità da Tissone, viene ostacolato da Silvestre quando era lanciato a rete, proteste doriane, ma il direttore di gara lascia correre.

Tissone è costretto a rompere il gioco avversario e a far girar palla senza perdere troppi contrasti nonostante la lentezza in fase di possesso, mentre Palombo fa un po’ di tutto, strappando applausi attorno alla mezz’ora con un’ottima apertura per Marilungo, ma il giovane attaccante vanifica il servizio con un controllo di mano. Con il passare dei minuti avanziamo notevolmente il proprio baricentro, cerchiamo l’azione avvolgente, nonostante spesso e volentieri i ritmi siano troppo bassi, facciamo collezione di corner, proviamo gloria da fuori con l’attivo Koman, ma inevitabilmente ci esponiamo a qualche contropiede di troppo.

La più pericolosa ripartenza rossoazzurra si registra al 34’, quando dopo un pallone banalmente perso da Tissone, Gomez fa tutta la fascia destra, s’invola verso Curci, prova il diagonale da posizione favorevole, ma è bravissimo Zauri ad immolarsi, respingendo la conclusione in corner. Dopo qualche brivido per un’azione tutta di prima intenzione del Catania terminata con un cross dal fondo di Alvarez, messo in corner da Lucchini, si va negli spogliatoi.

Terminato il break le compagini ritornano in campo con i medesimi effettivi, schiacciamo sull’acceleratore e tra il 51’ e il 62’ creiamo due ottime chance per portarsi in vantaggio: prima Marilungo fa impazzire la retroguardia etnea e serve Guberti sull’out sinistro, ci si aspetta la conclusione di prima intenzione, invece l’ex barese cincischia, tenta un dribbling di troppo e l’occasione incredibilmente sfuma. L’esterno non si perde d’animo e ci riprova pochi minuti dopo, con una conclusione a botta sicura su servizio di Koman, ma Andujar risponde “presente”. Giampaolo si gioca la carta dell’ex, dentro l’applaudito Del Vecchio al posto di Ledesma, mentre Di Carlo, dopo aver corso un nuovo pericolo con Gomez chiuso da Ziegler e Curci, al 68’ si gioca due dei tre cambi a propria disposizione: dentro Poli e Mannini per Tissone e Guberti.

Ci si attende un’inversione di tendenza con le forze fresche in campo, invece l’unico rischio corso dal n°1 ospite capita al 72’ quando viene annullato un goal a Koman, servito in gioco aereo da Pazzini, per un fallo di mano da parte di Marilungo. Fino alla fine proviamo a sfondare il muro etneo, ma Andujar fa buona guardia sulla punizione di Ziegler da posizione defilata, mentre Di Carlo, nel finale, getta nella mischia anche Fornaroli, al posto di Marilungo mentre qualcuno si sarebbe atteso un tridente. È l’ennesimo punticino di questa stagione, tanti pareggi sono stati interpretati come quasi vittorie, o comunque ottimi risultati, questo invece tende a far guardare il bicchiere mezzo vuoto.

TABELLINO:

SAMPDORIA [4-4-2]: Curci; Zauri, Lucchini, Gastaldello, Ziegler; Guberti (68′ Mannini), Palombo, Tissone (68′ Poli), Koman; Marilungo (86′ Fornaroli), Pazzini. (A disp: Da Costa, Volta, Accardi, Dessena). All. Di Carlo.

CATANIA [4-1-4-1]: Andujar; Potenza, Silvestre, Bellusci, Alvarez; Carboni; Gomez (86′ Ricchiuti), Ledesma (59′ Delvecchio), Izco, Mascara (76′ Llama); M. Lopez (A disp: Campagnolo, Marchese, Martinho, Antenucci). All. Giampaolo.

ARBITRO: Giannoccaro di Lecce.

AMMONITI: Marilungo (S); Potenza (C).

NOTE: 22.000 spettatori circa, tra cui una decina nel settore ospiti. Angoli 9 – 6 per la Sampdoria.