Torino: arriva il ciclo delle partite difficili

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La prima parte della stagione con l’approccio alla serie A ormai è archiviata, dopo la sosta inizia un ciclo di partite dal coefficiente di difficoltà crescente, questo non solo perché il Torino incontrerà squadre che sulla carta hanno qualità ed esperienza, ma soprattutto perché più passano le giornate più si delineano i valori delle varie formazioni, la classifica al momento molto corta, soprattutto nella seconda metà, comincerà ad allungarsi e tutte le squadre prendendo coscienza dei propri pregi e difetti proveranno ad apportare correttivi per colmare le lacune.

Il primo ostacolo che incontrerà la squadra di Ventura sarà il Palermo che dopo un avvio molto difficile, sconfitte con Napoli, Lazio, Atalanta e il solo pareggio con il Cagliari con l’arrivo di Gasperini ha subito ancora una sconfitta con il Pescara però poi vinto con il Chievo e pareggiato in trasferta con il Genoa; impensabile che i problemi che avevano i rosanero si siano volatilizzati, ma sicuramente la sosta consentirà al nuovo mister di affinare le conoscenze del gruppo e di migliorare l’intesa e quindi il gioco.  Dopo la trasferta in Sicilia il Torino dovrà vedersela con il Parma che è stato sconfitto da Juventus, Napoli, Catania, ha pareggiato con Fiorentina, Genoa, Milan, e vinto con il Chievo; altalenando il proprio rendimento fra prestazioni più o meno positive e altre ancor meno convincenti; anche in questo caso la pausa sarà utile a mister Donadoni per provare a dare maggiore continuità alla sua squadra.

Rispetto al Torino sia il Palermo sia il Parma hanno già incontrato squadre dal tasso tecnico molto superiore al loro, Napoli, Lazio, Juventus e Milan, e altre che ambiscono a posizioni in classifica se non di prestigio – i posti che permettono di accedere alle coppe internazionali sono solo cinque e un sesto potrebbe arrivare dalla Coppa Italia – almeno di tutto rispetto, Fiorentina, Genoa e Catania, mentre i granata l’Inter, l’Udinese e l’ambiziosa Sampdoria, che però è una neo-promossa come loro. Prendendo coscienza che il cammino percorso fin qui dal Torino sicuramente ha avuto un tasso di difficoltà inferiore a quello di Palermo e Parma, seppur i granata siano una neo–promossa che è stata lontana dalla serie A per ben tre stagioni, le sfide con siciliani e emiliani saranno propedeutiche alle due trasferte con Lazio e Napoli.

La verifica sul valore del Torino che ci sarà nelle prossime quattro gare sarà molto importante per capire se il pregio di avere una difesa particolarmente solida così impostata già nello scorso campionato (ventotto gol presi in quarantadue partite) e che ha saputo ripetersi in questa fase iniziale, con cinque gol subiti è la terza difesa del campionato alle spalle di Napoli (prima con tre) e Juventus (seconda con quattro), reggerà bene anche quando dovrà affrontare formazioni con un tasso tecnico maggiore. Bisognerà anche vedere se il difetto maggiore di creare occasioni da gol, ma non saperle sfruttare, anche questo già presente nello scorso campionato in serie B (con cinquantasette reti realizzate il quinto attacco a pari con Varese e Sassuolo), sarà stato superato trovando soluzioni durante questa sosta o rimarrà tale fino al mercato di gennaio.

E’ vero che al momento si può obiettare che il Torino con nove gol realizzati ha il sesto attacco della serie A con Catania, Sampdoria e Bologna, ma c’è da tener ben presente che i granata hanno segnato ben otto gol in due sole partite, Pescara tre e Atalanta cinque, e un solo altro su rigore alla Sampodoria e che in quattro partite con Siena, Inter, Udinese e Cagliari non sono mai andati a rete, ammettiamo pure che sia accettabile che con Inter e Udinese i gol non siano arrivati, ma lo è molto meno, per non dire per nulla, con Siena e Cagliari. Senza farsi frenare dalla paura di affrontare formazioni più esperte e con tassi tecnici superiori la verifica del gioco prodotto e dei risultati delle prossime quattro partite sarà importante non solo per i tifosi, sempre dalla parte della squadra, ma anche per giocatori, allenatore e società che in base a quanto finora prodotto e quanto verrà prodotto nel prossimo futuro in campo dovrà impostare le strategie di mercato invernali; farlo adesso è lungimirante, in seguito rischia di servire ben a poco.

 [Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]