Udinese-Lazio: precententi e curiosità

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logo-lazioI destini di Udinese e Lazio, soprattutto negli ultimi anni, si sono spesso incrociati. La trasferta friulana, per i colori biancocelesti, ha sempre portato con se recriminazioni e rimpianti. E’ stato cosi nelle recenti esperienze targate Edy Reja, con il rigore decisivo sbagliato da Zàrate che chiuse definitivamente le porte della Champions League, fu cosi anche nella stagione 1998/99 quando, nonostante una partita vinta e dominata dall’inizio alla fine, i tifosi laziali riuscirono ad uscire dal Friuli con l’amaro in bocca.

DESTINO BEFFARDO – La 32esima giornata di campionato si prospetta come un turno interlocutorio con la Lazio capolista impegnata sul terreno di un’ Udinese quasi sicura di disputare la Coppa Uefa il prossimo anno ed un Milan, principale antagonista dei biancocelesti nella corsa al titolo, che attende la Sampdoria. Il match rimane in equilibrio fino al 30esimo del primo tempo quando Bertotto, che due settimane prima aveva regalato un rigore al Milan con un fallo incredibile, decide di non voler essere decisivo nella lotta al titolo commettendo fallo su Mancini. Sul dischetto si presenta Mihajlovic che non sbaglia, 1-0 e pronostici rispettati. L’attenzione si sposta a San Siro dove i rossoneri sono in vantaggio, ma la Sampdoria da la sensazione di poter far male ai rossoneri. Con un orecchio alla radio ed un occhio al campo da gioco finisce il primo tempo. Al rientro dagli spogliatoi la Lazio archivia la pratica grazie alle reti di Vieri e Mancini che chiudono il match con mezz’ora d’anticipo.

Nel frattempo, nonostante gli attacchi della Lazio, l’attenzione si sposta nuovamente a San Siro dove la Sampdoria, coglie il pareggio con Montella, riequilibrando la contesa. Al 79esimo il Milan riesce a tornare in vantaggio, ma a 4 minuti dalla fine arriva il clamoroso pareggio di Franceschetti. Sugli spalti i tifosi laziali fanno festa, in questo momento la Lazio avrebbe 3 punti di vantaggio sui rossoneri ed un bel pezzo di scudetto cucito sul petto. Il film dellla partita dei biancocelesti termina con il punteggio di 0 a 3, ma nessuno ci fa caso, l’attenzione è tutta alla partita di Milano dove si attende ormai solamente il fischio finale dell’arbitro. Ed è qui che il regista ha deciso di piazzare il colpo di scena, la sliding door in grado di cambiare le carte in tavola, quel momento esatto in cui tutti gli interpreti capiscono che niente sarà più come prima. Calcio d’angolo per il Milan, cross di Ambrosini per Ganz che, in equilibrio precario, riesce a colpire la palla facendola carambolare sul corpo di Castellini e spiazzando il portiere Ferron, riportando cosi i rossoneri in vantaggio quando mancano 30 secondi al fischio finale.

IL GRANDE INCUBO – I tifosi della Lazio, ancora assiepati sulle gradinate del Friuli passano, nel giro di pochi secondi, dall’esaltazione alla disperazione ed i più saggi, che avevano già previsto tutto, guardano gli amici con l’aria di chi sa già come andrà a finire. A fine anno la Lazio arriverà seconda, scippata dall’arbitro Treossi che, nella giornata successiva, non concederà un rigore solare ai biancocelesti facendo infuriare il patron Cragnotti e condannando al pareggio la squadra romana. Il Milan, invece, nonostante non fosse certo la squadra più forte d’Italia quell’anno riuscirà a conquistare uno scudetto incredibile, dimostrando a tutti che, quando è il destino a decidere, non bastano i campioni per fare la differenza.

[Matteo Vana –