Catania-Novara: curiosità e statistiche sul secondo spareggio salvezza

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CATANIA La vittoria contro l’Inter, a San Siro, certo ha sorpreso tutti. Come la rete mirabolante di Caracciolo, che tale vittoria ha sancito. Come anche il rendimento dell’Inter nelle successive gare. E così il Novara, tra gara d’andata e gara di ritorno, è riuscito a strappare sei dei suoi attuali 17 punti in classifica a quella che, ad inizio anno, era definibile come una corazzata attrezzata per lo scudetto. Allora, era Settembre, una prova maiuscola alla quale ne seguirono di meno degne tanto far rimanere il picco contro i nerazzurri l’unica pagina memorabile della gestione Tesser forse insieme solo al pareggio, sempre al Piola, contro il Napoli. Tanti elogi alla grinta, al carattere a volte anche al gioco, ma dalla bassa classifica il Novara non s’è mai schiodato.

Per scuoterlo, per farlo rispondere alle qualità che la dirigenza vede ancora nell’organico allestito in estate e puntellato a Gennaio con acquisti quali Mascara, Rinaudo, Silva e Caracciolo, lo scorso 30 Gennaio veniva esonerato Attilio Tesser, il tecnico del doppio salto (dalla C1 alla serie A), che faceva posto ad Emiliano Mondonico, rientrante nel modo del calcio dopo l’esperienza con l’Albinoleffe (serie B) durata dal 2009 al 2011 con annessi “intoppi” e recrudescenze di salute fortunatamente risolte qualche mese prima della firma con i piemontesi, che gli restituiscono una panchina di serie A. Mondonico mancava dal massimo campionato italiano dal 2001, quando retrocedette in serie B col Napoli.

Spacciato fino a qualche giornata fa, quale sentiva essere dopo la sconfitta ed il pareggio contro Chievo e Cagliari nel doppio turno interno, il Novara ha visto le proprie quotazioni e la propria classifica risollevarsi col successo di San Siro, il primo esterno della stagione, che ha interrotto un’astinenza da vittorie ormai gravante dal Novembre scorso (2-1 al Parma). Basti pensare che nelle precedenti 9 uscite la formazione piemontese di punti ne aveva racimolati appena due. La distanza dalla soglia salvezza resta pur sempre ingente, sette lunghezze: una rincorsa incolmabile prescindendo da una repentina impennata anche del rendimento esterno. E proprio in trasferta, la terza consecutiva, il Novara incontrerà il Catania che, con tredici punti in più, chiede alla sua salvezza qualcosa in più di quota quaranta, e sa di non dover fallire l’appuntamento di domenica per non inficiare la vittoria, preziosa, ottenuta nel recupero d mercoledì sera contro il Siena. Un favore, tenere la quartultima a portata delle rincorrenti; ma i rossazzurri, contro il Novara, penseranno solo alla propria di classifica, questo è certo; come i tanti ex rossazzurri che del Novara sono tutt’ora organici.

Numeri

La gestione Mondonico ha portato cinque punti in quattro partite. Quattro di questi sono stati ottenuti in trasferta, dove sotto la guida del nuovo tecnico in Novara non ha mai perso inanellando, dopo il successo contro l’Inter, il prezioso pareggio a reti inviolate sul campo di un’altra nerazzurra, l’Atalanta. Prima di questo filotto composto da una vittoria ed un pareggio, i piemontesi avevano racimolato un solo punto nelle 9 uscite esterne, a Verona contro il Chievo, gara d’esordio in serie A dopo 55 anni di assenza. Sono 7 le reti siglate in trasferta, 21 quelle subite. Con 42 reti al passivo, il Novara rappresenta la seconda difesa più perforata della serie A dopo il Genoa, che sconta le quattro reti patite al Massimino con l’ultimo posto in graduatoria. Il miglior marcatore dei piemontesi è un centrocampista, come lo è Lodi (7 ) nel Catania: Marco Rigoni, sei reti, l’ultima datata 2011, contro il Palermo. L’attaccante con la miglior vena realizzativa è Morimoto, 3 reti, l’ultima contro il Novara, nel 2012. Occhio alle date, perché in tutto il 2012 il Novara (8 gare) ha segnato appena 3 reti; autori: Morimoto, Mascara e Caracciolo. Va rimarcato tuttavia come nelle ultime tre sfide i piemontesi abbiano blindato la propria area, chiudendo a porta inviolata. Il riscatto in classifica parte dalla difesa?

Precedenti

Il Novara ha già affrontato e sconfitto il Catania al Massimino nella gara unica dei sedicesimi di Coppa Italia disputatasi a fine novembre e terminata 2-3 in rimonta per i piemontesi. Alla rete, l’unica in rossazzurro, di Lanzafame, rispose Granoche nel secondo tempo, quindi il nuovo vantaggio etneo con Lopez prima della doppietta di Meggiorini che tra il 78′ ed il 90′ completa la rimonta permettendo ai piemontesi di andar a giocare gli ottavi a San Siro, contro il Milan (che li eliminò). In campionato invece, al Piola, sfida al cardiopalma con diverso risultato ed inversa inerzia. In vantaggio con la prima rete di Legrottaglie (al suo esordio) in rossazzurro, il Catania patì il pareggio su rigore (Rigoni), quindi tornato in vantaggio con una magistrale punizione di Lodi, nel secondo tempo, si vide raggiunto e recuperato dalle reti degli ex, Morimoto e Jeda, entrati a gara in corso e che approfittarono del forfait di Legrottaglie e dell’assenza di un centrale di ruolo, per confezionare due goal diversi anche nell’esultanza: il brasiliano non esultò, il nipponico sì. Al 90′+3′ ci pensò Gomez a render merito agli sforzi rossazzurri, suggellando la sua miglior prestazione italiana (fischiatissima dai locali) con la sua prima (e finora unica) rete stagionale. Scorrendo l’almanacco, l’ultimo Catania – Novara risale all’annata 1976/77, una serie B fallimentare per entrambe, retrocessi come ultimi i piemontesi, penultimi i siciliani. Al Massimino, il 3 Aprile, il Catania si impose per 3-2. L’ultimo precedente in serie A risale invece all’annata 1954/55, la prima storica degli etnei in A, l’ultima prima della nuova, recente promozione per i novaresi: terminò 0-0. In totale ammontano a 33 i precedenti in gare ufficiali: 12 vittorie del Novara, 8 pareggi, 13 successi per il Catania. Al Massimino 9 vittorie rossazzurre, 4 pareggi, 3 successi del Novara.

Caro il mio ex

Giuseppe Mascara non ha vissuto un gran bel ritorno al Massimino dopo gli anni trascorsi da capitano del Catania. A tutti gli effetti, l’occasione datagli da Mazzarri contro i suoi ex compagni, lo scorso ottobre, è stata l’ultima da titolare con la maglia che, a Gennaio 2010, il calatino aveva scelto affascinato dalla lotta Champions, “spossato” da anni di soli e semplice aneliti di salvezza. La bocciatura del Massimino, battezzata dall’addì Lo Monaco (“Non si può pretendere che Mascara non risenta dell’aria di casa quando gioca contro il Catania”, ndr) ha significato anche la bocciatura definitiva nei piani del tecnico partenopeo che, messolo ai margini, ha indotto il giocatore a riconsiderare le sue ambizioni fino ad accettare l’ennesima sfida salvezza, disperata come mai, a Novara dove approda in Gennaio e mette la sua prima firma stagionale nella sfida interna persa 1-2 contro il Chievo Verona. Fischi od applausi? Il rapporto tra il fantasista calatino e la tifoseria rossazzurra è stato costellato da alti e bassi, dai suoi trascorsi rosanero ed in rosanero, alla fascia di capitano col Catania, ai battibecchi tu per tu con la curva alla rete mirabolante contro il Palermo nel derby vinto 4-0 al Barbera, e poi la sua controversa parentesi ad Avellino insomma.. tante storie da raccontare, momenti belli e brutti che domenica non sarà facile sintetizzare né spiegare con un solo e semplice rumore.

Takayuki Morimoto, alla sua esperienza piemontese chiedeva spazio e reti. Così non è stato, di mezzo ancora un infortunio oltre alle complicazioni che un giovane patisce in uno spogliatoio in cui la salvezza è l’obiettivo ma è nei veterani che si vede il mezzo per raggiungerlo, e di veterani, il Novara ne ha avuti e ne ha fin troppi perché il giovane giapponese potesse ritagliarsi un ruolo da protagonista. Tre reti certo, non sono poche, ma se a Gennaio si vociferava di un suo possibile anzi, già accordato, passaggio al Chievo Verona, la situazione dell’attaccante nel contesto Novara appare più chiara. Eppure la sua avventura pareva potesse cambiare dopo la rete siglata proprio al Catania nella gara d’andata, fortunosa ma non per questo meno celebrata. Festeggiamenti che hanno fatto storcere un po’ il naso ai suoi vecchi tifosi (l’attaccante è solo in prestito al Novara). A Catania probabilmente nemmeno “scenderà”, e quindi niente carne di cavallo per quest’anno. Sarà questa la punizione del destino?

Simone Pesce, neanche lui sarà della sfida. Infortunato e squalificato, non ha proprio speranza di riscattare l’orgoglio ferito dalla cessione del Giugno scorso. In occasione della gara d’andata aveva dichiarato: “Un sassolino dalla scarpa da togliermi contro il Catania ce l’ho. In caso di vittoria pago la cena a tutti i miei compagni”. Una cena rovinata dalla rete di Gomez allo scadere. Del centrocampista ex Ascoli, i tifosi catanesi, oltre alle reti in Coppa Italia, ricordano quella del 4-0 interno al Palermo, pallonetto beffardo a Sirigu.

Capucho Neves Jeda, ed i ricordi si fermano ai tempi della serie B. Un giocatore rimasto nel cuore di molti catanesi ed al quale Catania è rimasta nel cuore. Quando ci fu da decidere se puntare su di lui o su De Zerbi per mirare alla serie A, la dirigenza optò per il fantasista passato, a promozione avvenuta, al Napoli. Nonostante lo smacco, nei successivi confronti col Catania non ha mai esultato ad alcuna delle cinque reti siglate: due con la maglia del Crotone, una con quelle di Lecce,Cagliari ed ultima quella del Novara.

Curiosità

Il Novara, nonostante sia una piccola realtà nel panorama calcistico italiano, può fregiarsi di un avveniristico centro sportivo, secondo solo a quelli di Catania e Juventus: “Novarello”. Con l’esonero di Tesser la sfida perde un ex rossazzurro. L’allenatore che condusse il Novara al pareggio interno al Piola ed alla vittoria al Massimino, giocò col Catania tra il 1986 ed il 1989.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]