E’ stato il mercato dei dispetti

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Milan, Inter, Juventus e Roma: il mercato dei dispetti. Oppure della mancanza di idee. Oppure ancora il mercato di chi, non sapendo che pesci prendere, pesca nel laghetto del vicino. Tutto é cominciato con Ibra e chissà dove si andrà a parare: Kakà, Balotelli, Trezeguet no perché é troppo vecchio, ma Huntelaar non si sa, soprattutto se continua a segnare con questa continuità.

I presidenti del nostro calcio fanno finta di volersi bene quando siedono in Lega e decidono di chiedere soldi, ma in realtà non si sopportano, soprattutto quelli che rappresentano vecchi rancori. Il Milan aveva bisogno di un grande colpo, per noti motivi tecnici ed elettorali. L’arrivo di un centravanti bravo, ma insapore non avrebbe scatenato la reazione che si sa. Il rientro di Ibra, ma dalla parte opposta di Milano, non ha fatto solo rumore, ha sollevato un polverone senza precedenti. Colpito (non affondato), questa volta, Moratti.

Andiamo a Torino. Serviva uno stopper, non dando garanzie, come coppia, i due azzurri Chiellini e Bonucci. E a chi hanno pensato i dirigenti bianconeri? A Lugano, a Pepe, a De Michelis, tutti facilmente acquistabili? No. L’idea geniale è stata: Burdisso! Che Burdisso si fosse da tempo promesso alla Roma, che aveva anche preso il fratellino, é parso elemento non secondario, ma addirittura scatenante. Serio, nella vicenda, é stato l’argentino: ho una sola parola, ha detto. Ed è andato dalla sua promessa squadra.

La quale, dovendo trovare un terzino destro, a chi ha pensato? A Berhami, ovvio, come se nel mondo solo un ex laziale avesse quelle caratteristiche tecniche. L’acquisto é saltato perché la Roma, in extremis, ha avuto l’opportunità di restituire il favore alla Juventus. La quale stava trattando Borriello (dietro sollecitazione di Galliani, che teme la Juve meno di quanto non tema la Roma) e già sognava il salto del tappo dello champagne, quando da Roma é partita la prima telefonata: guarda caro, in Champions ci siamo noi. E Borriello ha preso l’aeroplanino di Berlusconi ed é arrivato a Roma.

La Juve, c’é da credere, nonostante la calma manifestata da Marotta, non dimenticherà. Ora su piazza ci sarà Mexes: dispetto juventino o favore restituito al Milan? Il quale sta seriamente pensando di andare a cercare Balotelli, dicendogli: da noi puoi fare tutto ciò che vuoi. Attenti. Perché dal canto suo Moratti non fa mistero di aver sempre nutrito affetto per quel bravo e puro ragazzo di Kakà. Come starebbe bene con una maglia nero e azzurra…

Poi ci resteranno Mourinho e Mancini. Il primo in rossonero e l’altro? Sempre al Milan, ma dopo Mourinho. Una volta i Seedorf e i Pirlo cambiavano maglia per fare un favore al club amico e ai giocatori. Adesso siamo diventati tutti più cattivi. Nella vita, in politica, nel calcio. Ora facciamo dispetti e così il gusto sarà doppio: la gioia nostra e la rabbia altrui.

[Roberto Renga –