Genoa-Sassuolo 3-3: l’analisi del match

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logo-genoaGENOVA – Il Genoa pareggia e vira la boa del girone d’andata al settimo posto con 28 punti. Un risultato che, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso (passando per il Paranà per salutare Gianni Rabai), personalmente avrei firmato la scorsa estate. La posizione attuale consentirebbe la qualificazione agli ottavi di Coppa Italia, evitando il turno agostano. Le posizioni per le coppe continentali sono comunque a portata di mano: la Lazio, che occupa l’ultimo posto per l’Europa League, è a sole tre lunghezze. Bisogna però pensare che gli impegni internazionali non comportano solo onori, ma anche oneri: in caso di qualificazione occorrerebbe un rafforzamento della rosa. Comunque sia, è prematuro parlarne: dovrà decidere la dirigenza, pensando al conto costi/benefici, al riguardo a suo tempo e luogo.

Veniamo alla gara odierna. Per l’ennesima volta (mi ripeto: vorrei tanto non farlo più) non posso esimermi dal parlare dei pasticci arbitrali che hanno danneggiato il Genoa. Il rigore al Sassuolo: secondo me è stato concesso generosamente. Volendo anche non considerare questo aspetto, c’è sempre il fatto che Giacomelli ha fischiato con gran ritardo, ad azione praticamente finita: ha ascoltato (ripeto: dopo molto tempo) la segnalazione dell’arbitro di porta Tagliavento, a mio modo di vedere errata. L’ennesimo errore del fischietto ternano si aggiunge ai tanti subito dai rossoblù e da altre squadre. Raddoppio del Sassuolo: come visto e stravisto nelle moviole, inclusa la nostra, Missiroli ha messo il braccio sulla faccia di Perin, ostacolandolo in modo decisivo. Poi ha messo il pallone in porta, segnando il momentaneo 1-2. Per fortuna Giacomelli si è riscattato nel finale con alcune decisioni e fischiando senza indugio il fallo da rigore di Magnanelli su Kucka.

La prestazione rossoblù è stata esaltante per il coraggio e la caparbietà nel non mollare mai sino alla fine. “In direzione ostinata e contraria” (per citare Faber) alle sviste arbitrali e a un avversario che comunque ha dimostrato di essere ben messo in campo, soprattutto nella linea mediana. Le tre frecce rossoblù Lestienne, Fetfatzidis e Falque hanno saputo sconvolgere con i loro scambi stretti la difesa avversaria: magistrali le esecuzioni del primo e del secondo gol. Intendiamoci: una punta centrale di ruolo serve, anche perché ci possono essere gare in cui gli avversari riescono a non far giocare il trio ispano-greco-belga. Vedremo se arriverà Borriello: se Gasperini riuscisse a ridare smalto anche il giocatore della Roma sarebbe, dopo quello con Perotti, un gran colpo. Un difensore, come ha ammesso anche il tecnico, servirà prenderlo: però io ho notato che oggi non ci sono stati gli errori del reparto arretrato, ma uno scollamento con il centrocampo accaduto già contro l’Inter e l’Atalanta. Questione forse di meccanismi fuori registro a cui Gasp saprà certamente porre rimedio. Da aggiungere lo stato di forma non esaltante di Sturaro, Bertolacci e Antonelli.

Finalmente lunedì prossimo al San Paolo tornerà Perotti. Il Genoa ha sofferto molto l’assenza di uno dei suoi giocatori più importanti. Un rientro che capita a fagiolo contro il Napoli lanciato dalla vittoria esterna contro la Lazio. L’impegno è difficile, ma il ritorno di Diego darà anche un’iniezione di fiducia a tutta la squadra. Passo e chiudo!

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net ]