Inter-Torino 1-0: buona prova di solidità dei neroazzurri

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logo-interOggi l’Inter affrontava il Torino a San Siro ed è arrivata finalmente la vittoria davanti al presidente Thohir, dopo gli ultimi pareggi. Mazzarri cambia la difesa, puntando su Ranocchia in mezzo su Immobile, Rolando a sinistra per limitare Cerci e Campagnaro, al dietro, a destra. In mezzo spazio a Hernanes, Cambiasso e Guarin, la mediana tipo. Davanti Icardi conquista un’altra volta la titolarità al fianco dello stacanovista Palacio. Ventura rivoluziona la difesa per le assenze e schiera il trio inedito Moretti-Darmian-Vesovic. Il peso della squadra è tutto sul duo d’attacco Immobile-Cerci.

La gara inizia con a squadra di Ventura subito molto chiusa e pronta a ripartire per sfruttare la velocità di Cerci sull’out di destra e la profondità di Immobile. I nerazzurri cercano di trovare spiragli, andando vicini ad un paio di recuperi palla pericolosi vicino all’area avversaria. I nerazzurri fanno fatica a creare gioco, con una manovra troppo orizzontale e portata avanti dai difensori, con un Guarin voglioso, ma troppo pasticcione. Solo Nagatomo spinge sull’out mancino, con Jonathan inizialmente timido (non deve essere il solo Campagnaro a crossare, male). Sono gli ospiti ad andare più vicini al gol con un tiro di Immobile dopo una uscita imprecisa di Handanovic. Col passare dei minuti l’Inter alza però il baricentro ulteriormente, ma i tiri da fuori di Guarin-Hernanes sono ribattuti dai difensori granata, così come un colpo di testa di Palacio. Finalmente, al trentesimo, i nerazzurri mettono la testa avanti con uno scambio al limite, palla scodellata in mezzo da Cambiasso per Palacio, che batte Padelli di testa (ennesimo segnale che oggi l’Inter attacca più dalla zona centrale del campo, questa volta con il Cuchu da rifinitore). La reazione della squadra ospite non c’è e l’Inter continua a pressare alta, guidata da Cambiasso, senza subire e creare nulla di pericoloso.

La ripresa vede gli stessi 22 in campo, ma coi granata decisamente più propositivi. Cerci trova maggiore spazio e punta un attento Rolando. Si creano anche maggiori spiragli per l’Inter, che gestisce male qualche ribaltamento di fronte, facendo la scelta sbagliata al momento dell’ultimo passaggio. In generale Cambiasso abbassa troppo la sua posizione, facendo guadagnare campo a Vives (il Cuchu è affaticato anche in qualche recupero). Ventura prova a pungere inserendo El Kaddouri a sinistra al posto di Kurtic, ma è Palacio che va vicino al raddoppio su schema da calcio piazzato. Mazzarri vede Guarin continuare a giocare da solo, e stanco, e inserisce Kovacic al suo posto, anche per gestire la sfera in un momento in cui i nerazzurri stavano rifiatando e abbassandosi pericolosamente (il croato duetta a meraviglia con Hernanes e fa respirare i suoi) . A 15’ dal termine Andreolli rileva Campagnaro, non al meglio, e si va a posizionare a destra nei tre dietro. Negli ultimi minuti l’Inter si rende pericolosa in contropiede soprattutto con Hernanes, mentre Ventura prova a giocarsi le ultime carte con Meggiorini e Tachtsidis. Mazzarri si chiude definitivamente con Taider al posto di Icardi (come a Roma lascia perplessi la scelta di privarsi dell’unico attaccante di peso in grado di tenere il pallone). Il Toro chiude avanti, ma senza squilli e l’arbitro decreta la fine del match.

Una vittoria importante e convincente, non tanto per il gioco espresso, ma per la solidità mostrata contro una delle squadre che esprimono il miglior calcio della Serie A. Mazzarri rilancia Ranocchia e Campagnaro e le risposte sono positive, così come da Andreolli e dalla certezza Rolando, senza soffrire mai le ripartenze granata. Ventura può invece recriminare per un primo tempo troppo rinunciatario. Kovacic a tratti fa capire come sia indispensabile per il possesso palla nerazzurro e mettere in ghiaccio un risultato che poteva cambiare, come già successo quest’anno, a sfavore dei nerazzurri (lo stesso vale per il Profeta Hernanes). Uniche pecche in casa interista la gara non convincente degli esterni e un gioco troppo orizzontale e poco incisivo. C’è tempo per crescere, ma vincere era troppo importante, soprattutto davanti a Thohir…

[Luca Pessina – Fonte: www.fcinternews.it]