Milan, attenti alla sorpresa! Inter, le strane cose di inizio ‘900. Eto’o merita rispetto

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È tornato l’entusiasmo in casa rossonera. In via Turati si tornano a sentire voci al telefono che non si sentivano da qualche anno. Richieste, abbonamenti, domande, futuro. Il meccanismo si è rimesso in moto e ci sono fior di procuratori e fior di campioni che stanno drizzando le orecchie. Tutto il calcio che conta ha capito che al Milan è tornato il demone della vittoria. Quindi il Milan è ambito, quindi il Milan sceglie. Chi? Attenti alla sorpresa. Mentre Gazzetta dello Sport con Hamsik e Corriere dello Sport tutti tranne Hamsik si sfidano, ed è una bella competizione giornalistica, i tifosi e gli addetti ai lavori di sbizzarriscono. Chi? Attenzione, in questo momento, ai giocatori in fondo al gruppo.

Ci sono due nomi in surplace. Erik Lamela e, proprio lui, Paulo Henrique Ganso. Sono svantaggiati da un certo margine di rischio, l’età (molto giovane, quasi un azzardo a 19 anni per una squadra che deve vincere subito) per il primo e gli infortuni per il secondo. Il quale Ganso è anche extracomunitario. Ma i due piacciono. Certo che piacciono. Di Lamela i monitor rossoneri apprezzano in maniera assolutamente incredibile le doti tecniche. Un Club che ha saputo intuire prima del tempo, quando non erano ancora espresse proprio per la giovane età, le doti di big come Sheva, come Boban, come Kakà, come Pato e come lo stesso Vieira scoperto proprio dal Milan prima che si consacrasse altrove, va considerato quando si esalta per un talento pronto a sbocciare. Su Ganso il discorso è un po’ diverso. Del crack del Santos il Milan apprezza tantissimo e in particolare le doti umane. Ganso ha l’umiltà giusta, una intelligenza fuori dal comune per la sua età. Un po’ il contrario di Neymar, grandissimo giocatore ma carattere discutibile. Insomma, restano defilati e sono destinati con ogni probabilità a restare tali, ma nelle voci all’impazzata su Hamsik e Asamoah, su Montolivo e altri, attenzione anche ai due sudamericani.

Intanto il Milan dimostra una concentrazione fuori dal comune sulla Supercoppa di Lega del 6 Agosto, avendo già pensato che con la Coppa America di Pato e Robinho sarebbe stato saggio tornare ad assicurarsi il buon Paloschi proprio nell’ottica di quella Finale. L’operazione Palo rientra nell’accordo globale con il Genoa. Nel quale rientra anche, nonostante il disturbo di un mese fa dell’Inter, Kevin Prince Boateng. Il ghanese di Berlino resta rossonero per la gioia sua e dei tifosi. Ma, attenzione. Prince deve rimanere con i piedi per terra. Il record di magliette vendute con il suo nome nella festa Scudetto e il personaggio creato dal ballo del Moonwalk non devono fargli toccare il cielo con un dito. Per continuare ad essere il Boateng del primo anno deve continuare a stringere i denti, alimentare la fame di vittoria e la voglia di lavorare. Con la giusta umiltà e senza voli pindarici. E’ molto importante per lui.

Non l’avessero mai fatto i tifosi del Milan. Avevano ancora negli occhi quattro anni di feste Scudetto interiste ossessionate dai cori contro il Milan e hanno pensato di rispondere. Nei cortei tricolori del 18esimo Scudetto ha fatto capolino uno stendardo con la scritta: 18 Tutti sul campo. E’ bastato un attimo e si sono messi in moto i presidi militari web dei nerazzurri. Non è vero, nel 1906 la Juventus non è scesa in campo nella finale tricolore di Milan e i rossonera vinsero il Campionato a tavolino. I giornali disposti ad amplificare la verità nerazzurra, sempre vissuta come “politicamente” corretta, non sono mancati. Tutto giusto, tutto bene. Attenzione però, il calcio non è finito nel 1906, è andato avanti e ci sono altri episodi degni di nota. Mancheranno giornali disponibili, ma intanto visto che ci siamo ricordiamo tutto e non solo quello che fa comodo. Partiamo dal 1910, primo Scudetto dell’Inter: i nerazzurri e la Pro Vercelli chiusero il Campionato a pari punti. B

isognava giocare lo spareggio. La Pro Vercelli, di gran lunga la squadra più forte dell’epoca, chiese di rinviare la partita decisiva perché alcuni dei suoi giocatori più forti erano impegnati con la Nazionale militare. L’Inter si oppose e la Pro Vercelli per protesta mandò in campo la quarta squadra (bambini di 11 anni) che venne battuta dai nerazzurri per 10-3. Non presentarsi o mandare i bambini di 11 anni è la stessa cosa, per cui se è considerato vinto a tavolino quello del 1906 lo è sostanzialmente anche quello del 1910. Andiamo avanti. Qualche storico del calcio ritiene che i campionati vinti dal Milano siano 19: Coppa Federale 1915-1916 compresa. Era una Coppa giocata da molte squadre in sostituzione del Campionato interrotto a causa della 1′ Guerra Mondiale. Il Milan vinse il girone eliminatorio davanti a Inter e U.S. Milanese, lasciandosi poi alla spalle nel girone finale Juventus, Modena, Genoa e Casale. Di fatto quell’anno il titolo nazionale non venne assegnato e la Coppa Federale fece in tutto e per tutto le veci del Campionato…Chiudiamo con il 1921-1922. Il Vicenza arriva ultimo nel Girone A e, in quanto retrocesso, nel campionato successivo milita in II Divisione (la Serie B dell’epoca), l’Inter arriva ultima nel girone B, è a tutti gli effetti retrocessa, ma riesce a giocare in I Divisione nel campionato successivo per via di uno strano spareggio organizzato in fretta e furia per una nebulosa riorganizzazione dei campionati decisa da un giorno all’altro. Questo è quanto. Sarà anche zelo storico, ma la bava alla bocca con la quale qualcuno si è avventato sul 1906 meritava una ricostruzione completa.

Fa specie quanto accaduto a Samuel Eto’o nel centro di Milano. Qualche sciocco, durante una festa di compleanno cui prendevano parte, come ovvio, come naturale in questi casi, tifosi interisti, milanisti e juventini, ha rivolto a Eto’o lo stesso coro-filastrocca dello stadio sulle rose e sul metrò. Brutto episodio. Samuel Eto’o è fior di professionista e persona impeccabile. E’ un signore del calcio e merita rispetto. Se allo stadio ha preso piede questa filastrocca, modulata sulle stesse note in cui veniva preso in mezzo Ibra definito uno zingaro senza che nessuna rosea si scandalizzasse, che non ha comunque nulla di astioso o razzista, nessuno si deve permettere di ripeterla in faccia a cotanto campione. Qualsiasi tifoso appassionato di calcio, davanti ad Eto’o, è giusto che chieda, se del caso, l’autografo e basta. Sia chiaro. Spiace per il grande campione camerunese ma spiace anche che si continui a parlare e scrivere di ultrà milanisti. I tre stupidotti che hanno voluto fare quel coro non erano e non sono tifosi ultras del Milan. Eto’o ha reagito da gran signore qual è allo spiacevolissimo episodio, mentre la Gazzetta continua ad avere quello strano dito puntato sui Milanisti che, è bene ricordarlo ancora una volta, non si riconoscono in quel coro fatto direttamente ad Eto’o non da un gruppo organizzato ma da tre pirla durante una festa di compleanno che si svolgeva nelle vicinanze del locale in cui si trovava il grande campione dell’Inter.

[Mauro Suma – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]