Mudingayi: “100 partite con il Bologna significano tanto”

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Domenica sarà una giornata e una tappa importante per Gaby Mudingayi: la diga di metà campo, come viene chiamato prima delle partite, verrà premiato e riceverà una targa per le sue prime 100 presenze in maglia rossoblu. Sembra ieri che sia arrivato e invece sono passati quattro anni: il suo carattere, la sua simpatia, la forza con cui combatte ogni partita hanno fatto sì che qualsiasi vecchio attrito con i tifosi venisse messo da parte. E chi non lo apprezza ora? Gaby è cresciuto, è migliorato e continua ad essere in ogni partita uno dei più forti in campo: “Cento partite con il Bologna per me significano tanto. Non avrei mai pensato di raggiungere questo obiettivo e sono davvero soddisfatto. Qui sto benissimo, sono molto contento e voglio fare più partite possibili in rossoblu. Ogni estate si sa, succede qualcosa, ma a me piacerebbe mettere le radici qui dove vedo la mia carriera. Se mi vorranno ancora, il mio futuro sarà qui. Il contratto scade tra un anno e mezzo, ora penso a fare bene e poi se ne parlerà”. Il centrocampista ha vissuto l’anno di fuoco della stagione passata. In quel Bologna ritrova un po’ dell’Atalanta attuale, prossimo sfidante dei rossoblu nella gara di domenica al Dall’Ara: “L’Atalanta ha vissuto un po’ il nostro stesso percorso della stagione passata: la penalizzazione dà maggiori stimoli, si ha voglia di dimostrare il proprio valore e di recuperare i punti persi il prima possibile.

Ti dà carica, ma prima o poi anche loro avranno un calo. Noi per questo non dobbiamo pensare ai nostri avversari ma rimanere concentrati sulle nostre potenzialità e fare il nostro gioco. E’ una partita importante, così come tutte le altre, ma è tanto che non vinciamo in casa. Vogliamo vincere per noi e per i tifosi”. Il Dall’Ara sembra un tabù, fuori si vince ma le prestazioni continuano a essere realmente buone solo per 45 minuti. Il Bologna tra il primo e il secondo tempo è diverso, nel bene o nel male: “Stiamo lavorando per non commettere gli stessi errori e cercare di giocare nello stesso modo del secondo tempo di Chievo. Dobbiamo ripartire da lì, abbiamo reagito impostando il gioco. Siamo stati squadra, abbiamo cercato di non prendere gol e ci siamo riusciti. Vorremmo fare bene da subito e sempre, per tutti i 90 minuti”. Mudingay ha un super tifoso, suo figlio Noah, con il quale gioca alla playstation ogni volta che torna a casa da allenamento e il piccolo ha finito i compiti. Nessuno va a letto finché il più grande non ha vinto ma nella vita reale Noah, che gioca nella scuola calcio del Bologna, sogna di diventare come chi lo sta crescendo: “Lui vuole venire agli allenamenti, è bello e alto come il papà, però mi ha detto che vuole fare più goal di me.. non è difficile”. Un sorriso nasce spontaneo. Non c’è niente da dire, è sempre un numero uno.

[Greta De Cupertinis – Fonte: www.zerocinquantuno.it]