Serie A, 27 giornata: le probabili formazioni

Probabili formazioni ventisettesima giornata serie A

EMPOLI-ROMA ore 18
Empoli (4-3-1-2): Skorupski; Laurini, Ariaudo, Cosic, Mario Rui; Maiello, Paredes, Buchel; Krunic; Pucciarelli, Maccarone. A disp.: Pelagotti, Pugliesi, Zambelli, Camporese, Bittante, Dioussè, Zielinski, Krunic, Mchedlidze, Piu, Livaja. All.: Giampaolo
Squalificati: Tonelli (3), Saponara (1)
Indisponibili: Costa, Croce
Roma (4-3-1-2): Szczesny; Florenzi, Manolas, Rüdiger, Digne; Pjanic, Keita, Nainggolan; Perotti; Salah, Dzeko.
A disp.: De Sanctis, Lobont, Zukanovic, Castan, Emerson, Strootman, Maicon, El Shaarawy, Vainqueur, Torosidis, Iago Falque, Totti. All.: Spalletti
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Ponce, Gyomber, De Rossi

MILAN-TORINO ore 20:45
Milan (4-4-2): Donnarumma; Abate, Alex, Zapata, Antonelli; Honda, Kucka, Bertolacci, Bonaventura; Bacca, Niang. A disp.: Abbiati, Livieri, Calabria, De Sciglio, Romagnoli, José Mauri, Poli, Locatelli, Simic, Boateng, Menez, Balotelli. All.: Mihajlovic
Squalificati: Montolivo (1)
Indisponibili: Diego Lopez, Rodrigo Ely, Mexes, Luiz Adriano
Torino (3-5-2): Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Bruno Peres, Obi, Vives, Baselli, Molinaro; Belotti, Immobile.
A disp.: Ichazo, Castellazzi, Zappacosta, Jansson, G. Silva, Acquah, Farnerud, Martinez, Maxi Lopez. All.: Ventura
Squalificati: Benassi (1)
Indisponibili: Bovo, Gazzi, Avelar

28 FEBBRAIO
PALERMO-BOLOGNA ore 12:30
Palermo (3-5-2): Alastra; Struna, Gonzalez, Andelkovic; Morganella, Hiljemark, Brugman, Jajalo, Rispoli; Vazquez, Gilardino. A disp.: Posevac, Vitiello, Cristante, Pezzella, Maresca, Chochev, Cionek, Balogh, Trajkovski, Djurdjevic, Quaison, Bentivegna. All.: Iachini
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Sorrentino, Goldaniga, Lazaar

Bologna (4-3-3): Mirante; Mbaye, Gastaldello, Maietta, Masina; Donsah, Diawara, Brienza; Rizzo, Destro, Giaccherini. A disp.: Da Costa, Zuniga, Ferrari, Rossettini, Morleo, Brighi, Crisetig, Constant, Taider, Oikonomou, Mounier, Floccari. All.: Donadoni
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Krafth

CARPI-ATALANTA ore 15
Carpi (4-4-1-1): Belec; Zaccardo, Romagnoli, Gagliolo, Letizia; Sabelli, Bianco, Cofie, Di Gaudio; Lollo, Mbakogu.
A disp.: Colombi, Brkic, Daprelà, Poli, Pasciuti, Martinho, Suagher, Crimi, De Guzman, Verdi, Lasagna, Mancosu. All.: Castori
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Fedele, Bubnjic, Gnahoré
Atalanta (4-3-3): ;Sportiello; Raimondi, Paletta, Toloi, Dramè; Cigarini, De Roon, Kurtic; D’Alessandro, Pinilla, Diamanti. A disp.: Bassi, Masiello, Bellini, Freuler, Stendardo, Brivio, Migliaccio, Radunovic, Gakpé, Monachello, Borriello. All.: Reja
Squalificati: Conti (1)
Indisponibili: Carmona, Gomez

Serie A, 27 giornata: i consigli di fantacalcio

Consigli ventisettesima giornata serie A

EMPOLI-ROMA
DA SCHIERARE: le assenze di Saponara e Tonelli sono pesanti. Paredes, Maccarone e Zielinski sembra gli unici in grado di regalare dei bonus.
Nella Roma, Dzeko si è sbloccato: ora bisogna metterlo per forza. Con lui spazio a Pjanic, Naingollan, Florenzi, Perotti e Salah.
DA EVITARE: coppia da incubo quella formata da Cosic e Ariaudo. Mario Rui e Laurini fanno molti danni quest’anno.
Digne e Rudiger continuano a non brillare. Keita manca del passo giusto.
Come portiere fiducia a Szczesny.

MILAN-TORINO
DA SCHIERARE:  
se a Bacca arriva una palla, è gol e la difesa del Torino non è irreprensibile. Bonaventura quest’anno sta battendo tutti i suoi record. Honda e Abate vanno forte.
Nel Torino, Immobile e Belotti hanno un passo diverso rispetto ai difensori. Attenzione a Bruno Peres.
DA EVITARE: Niang  può avere qualche problema in questa gara. Antonelli rischia. Kucka e Bertolacci potrebbero beccare un giallo.
Nel Torino, Acquah, Vives e Baselli stanno giocando sotto ritmo. Zappacosta non riesce ad essere determinante.
In porta, Donnarumma è ormai una garanzia.

PALERMO-BOLOGNA
DA SCHIERARE
: il Palermo sta messo molto male. Se credete che possa battere il Bologna, puntate su Vazquez, Gilardino e Morganella. Le sorprese potrebbero essere Pezzella e Brugman.
Nel Bologna, Destro, Giaccherini, Donsah e Brienza sono i candidati a raccogliere bonus.
DA EVITARE: Gonzalez e Struna sono una coppia di combinaguai. Hiljemark è tornato nel suo torpore.
Mounier è fuori forma, Masin e Rossettini non danno certezze.
Come portiere puntate su Mirante.

CARPI-ATALANTA
DA SCHIERARE: 
Atalanta in crisi nera. Pasciuti, Letizia, Di Gaudio, Mbakogu e Lasagna sono più di un’idea per chi cerca il bonus a sorpresa.Attenzione a Romagnoli: nelle ultime gare è cresciuto molto.
Nell’Atalanta, Pinilla, Cigarini e De Roon sono gli unici che sembrano in grado di dare la scossa.
DA EVITARE: Lollo, Zaccardo, Crimi, Zaccardo e Bianco sono i maggiori candidati a beccare il giallo.
Diamanti è fuori forma. Toloi e Paletta sbagliano troppo.  Borriello è sparito. Kurtic ha fatto una stagione disastrosa.
In porta, meglio Belec.

CHIEVO-GENOA
DA SCHIERARE:
Meggiorini dà maggior peso all’attacco del Chievo. Con lui anche Inglese potrebbe ritrovarsi. Floro Flores può essere una buona alternativa ai due. Occhio a Birsa. Fate un pensierino a Cacciatore.
Nel Genoa, Matavz potrebbe sbloccarsi. Cerci e Suso hanno un passo doppio rispetto ai loro dirimpettai. Il Chievo è una squadra molto fallosa, questo vuol dire che Dzemaili potrebbe avere l’opportunità per qualche piazzato.
DA EVITARE: Cesar e Dainelli beccano gialli con troppa facilità. Radovanovic e Nicola Rigoni non danno qualità.
Fiamozzi, De Maio e Burdisso sono un pericolo per Perin. Rincon e Laxalt possono soffrire.
In porta diamo fiducia a Perin.

Seedorf: “Notevole lo spirito della squadra, abbiamo giocato alla morte fino alla fine”

logo-milanQueste le dichiarazioni rilasciate da Clarence Seedorf in tv nel post partita di Milan-Torino:

SKY: “Il Torino ha già trovato il suo assetto di gioco che noi stiamo cercando ancora, Sapevamo le difficoltà della partita, qualche errore ci sta però i ragazzi sono stati bravi, lo spirito è giusto, forse il secondo tempo abbiamo avuto un po’ più di pazienza nel mantenere il campo e quindi poi salire. Urby e De Sciglio sono saliti tanto, è molto importante guardare le cose che stanno andando meglio e migliorare le cose che vanno migliorate. Il primo tempo il Torino era forse più basso, quindi non vedendo spazio Honda andava dentro e va bene, però poi bisogna anche tornare. Con squadre che si chiudono così tanto è difficile mantenere la pazienza e allargare il gioco. Non voglio parlare di problemi, da quando ho visto Rami penso che abbia grande potenziale, deve crescere ma è un ragazzo molto positivo che ci sta dando una grande mano. Loro avevano due attaccanti molto alti, sono cose che vanno tenute in considerazioni, sono stati bravi loro, non si può pensare che per 90 minuti loro non creino azioni pericolose, sono rischi calcolati. Sapevo che avremmo avuto tanti tiri da fuori area, Muntari e Montolivo sono due che sanno fare molto bene questi tiri, ho optato quindi su di lui sia per questo che per far riposare un po’ De Jong. Tutti gli allenatori ti infettano sempre con qualcosa, credo sia molto importante il dialogo con i giocatori, come Ancelotti, amo il dialogo e credo sia una cosa che anche loro ritengono positiva”.

MEDIASET PREMIUM: “Lo spirito della squadra è stato notevole, anche oggi abbiamo giocato alla morte fino alla fine. Si sono impegnati tutti, questa squadra ha qualità, tutti gli attaccanti si muovono e si mettono a disposizione. Honda è appena arrivato, si deve ancora ambientare, ma sono soddisfatto. Stiamo crescendo, lo spirito c’è. Le basi per fare un buon lavoro ci sono. Il Milan sta ritrovando anche i sentimenti. Quando una squadra viene da una serie negativa, c’è sempre il discorso psicologico che va superato. Se ti colpiscono è normale che torna. Abbiamo comunque avuto pazienza per tenere largo il campo. Abbiamo avuto più controllo della palla e abbiamo avuto una pressione costante. Purtroppo non siamo riusciti a portare a casa i tre punti, ma sono comunque soddisfatto. Tutti i giocatori in campo devono fare le due fasi. Ma oggi sappiamo che abbiamo giocato contro una squadra di un allenatore tosto che sapeva sempre come chiudere gli attaccanti. Anche Robinho e Honda nel secondo tempo si sono dati da fare per chiudere. Pazzini cercheremo di utilizzarlo nel migliore dei modi. Sapevamo che Pazzini avrebbe toccato pochi palloni, ma lui ha giocato in modo intelligente. Occasione comunque sono state create, non interessa chi fa il gol, ma come si muove la squadra”.

[Isaac Cozzi – Fonte: www.ilveromilanista.it]

Milan: possibile trattativa Saponara-D’Ambrosio

logo-milanL’asse Milan-Torino è sempre molto intenso. I rossoneri hanno in pugno Danilo D’Ambrosio, terzino sinistro rivelazione (come tutto il Toro, ndr) della stagione: il 25enne granata è in scadenza nel giugno 2014, quindi libero a parametro zero tra pochi giorni. Il Milan e il procuratore di D’Ambrosio hanno raggiunto l’intesa sull’ingaggio. Per anticiparne il passaggio a gennaio, il Torino deve dare il suo placet: nei giorni scorsi ha chiesto circa 500 mila euro.

Il Milan potrebbe così inserire una contropartita tecnica a mo’ di indennizzo: a Ventura piacciono diversi elementi in forza ai rossoneri, su tutti Nocerino e Saponara. Soprattutto quest’ultimo, dotato di quelle caratteristiche tecnico-tattiche tanto gradite al tecnico del Torino; inoltre, l’ingaggio contenuto ne favorirebbe l’accordo tra le tre parti che si tradurrebbe in un prestito. Più complicato Nocerino dato che l’1,5 milione netto sfora il salary-cap del club piemontese.

[Fabio Acri – Fonte: www.ilveromilanista.it]

Milan: Balotelli fa il pieno di successi con l’Udinese

logo-milanAnche se i tre turni di squalifica sono ormai un triste ricordo, archiviato, non si è esaurita l’onda anomala di polemiche che ha travolto in queste settimane Mario Balotelli. Che l’attaccante rossonero non sia un santarellino – e per molti nemmeno tanto simpatico – è risaputo, tuttavia i recenti casi sfornati ad hoc su giornali e tv hanno un qualcosa di davvero stomachevole. Balo guarda oltre, come ha sempre fatto, pensando al campo e a dare risposte concrete lì, dove sin da ragazzino si è trovato perfettamente a proprio agio, in area di rigore. La perla mandata a referto in Italia-Armenia valsa il 2-2 finale, con la preziosa collaborazione del sempre brillante Pirlo, è solo l’ultimo dei tanti messaggi lanciati agli haters (gli odiatori di mestiere) da SuperMario. Perchè lui è fatto così, va a short messages, segnali che fanno rumore, e poco cambia se confezionati in 140 caratteri o in una manciata di secondi.

Sabato tornerà a calcare il manto di San Siro, la sua casa, contro l’Udinese. Sì, proprio l’Udinese, la squadra di Serie A contro cui Balo ha ottenuto in carriera il maggior numero di vittorie, cinque su cinque incontri. Ancora incerottato in ogni reparto, il Milan torna a fidarsi del suo bomber migliore. Allegri confida nella cattiveria agonistica di SuperMario ma anche nella cabala. La scorsa stagione, al rientro dalla squalifica (tre turni dopo Fiorentina-Milan, poi ridotti a due) realizzò il quarto gol a San Siro contro il Catania, e nelle due giornate successive la rete decisiva in Milan-Torino e una doppietta all’Adriatico di Pescara. Insomma, dopo i soliti eccessivi attacchi mediatici, il Milan e il suo Re Leone rialzarono la testa e diedero un vitale scossone alla classifica.

[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]

Ventura: “Bello raggiungere la salvezza fra gli applausi e non tra i fischi”

Con il Genoa avete conquistato un punto che vuol dire un passo importante in chiave salvezza oppure il pareggio è stato un’occasione persa poiché con la vittoria sarebbe stata salvezza certa?
“Mi assumo la responsabilità di dire che siamo salvi. Mi dispiace un po’ per i fischi perché giustamente i tifoni non hanno apprezzato una partita giocata in questa maniera. Da un lato li capisco e credo che dipenda dall’esperienza, che mi è stata raccontata, di quattro anni fa e penso che avrebbero voluto ripagare il Genoa con la stessa moneta. Secondo me una partita non può cancellare due anni di lavoro svolto e dico due anni perché sono qui da questo tempo. Se vogliamo analizzare la partita di ieri sera non c’è da dire neanche una parola. Se, invece, si vuole analizzare velocemente l’intero percorso intrapreso credo che bisogna ricordarsi da dove siamo partiti e non siamo partiti, purtroppo per me, dallo scudetto del 1976, ma dalla Sisport due anni fa con cinquemila persone incavolate (il mister ha usato un termine più colorito, ndr) nere che insultavano tutti perché erano deluse. Allora l’obiettivo era quello della promozione e alcuni giornalisti mi dicevano che “anche se non vinci basta che riporti un po’ d’entusiasmo”, parlo della ricostruzione di quella che è stata chiamata la cellula granata, e alla fine della scorsa stagione, credo, che questi due obiettivi siano stati centrati perché siamo saliti di categoria dominando il campionato, infatti, alla festa per la promozione c’erano sotto la pioggia ottantamila persone che cantavano e hanno imbandierato la città di granata. Quindi le bandiere sono state tirate fuori dai cassetti. Poi siamo ripartiti quest’anno e molti giornalisti in questo momento qui presenti non credevano che con la struttura e il gruppo dello scorso anno avremmo fatto la serie A e alcuni giornalisti mi hanno mandato degli sms, che ho conservato, dove mi dicevano “dove vai con questa squadra?” e altri mi hanno scritto “a gennaio sarai già retrocesso”. E’ vero che avevamo tanti esordienti nella categoria e oltre a quelli che ieri erano in campo i vari D’Ambrosio, Basha, Darmian, Glik, tanto per citarne alcuni, c’erano anche Sgrigna e Sansone e invece fino a sette-otto domeniche fa eravamo una delle squadre, tra virgolette, rivelazione e gli addetti ai lavori ne parlavano per come giocavamo e per quello che proponevamo nonostante i molti esordienti. Poi è successo qualche cosa di veramente surreale ed è questo il mio grande rammarico: si è persa una partita folle a Cagliari e la terza miglior difesa del campionato, parliamo sempre del Torino neo promosso, improvvisamente perde a Parma dopo aver dominato la partita e dico dominato perché mi ricordo perfettamente che eravamo in vantaggio e dopo aver sbagliato il gol del raddoppio, palo pieno a portiere battuto, succede qualche cosa di surreale. Così possiamo fare l’elenco delle partite che hanno cancellato il vantaggio accumulato, qualcuno dice volutamente cancellato, mancano i punti di Inter-Torino dove avremmo meritato di vincere, mancano i punti di Milan-Torino dove questi ragazzi avrebbero meritato di vincere, questo non detto da me, ma dall’allenatore degli avversari, e mancano i punti contro il Napoli, la Roma, tutte patite che, sinceramente, non avemmo meritato di perdere. Ecco quei punti mancanti hanno fatto sì che ieri sera abbiamo dovuto (sospira, ndr) fare una partita non da Torino, se devo essere sincero”.

Ma neanche da Ventura poiché ha un po’ snaturato il suo credo tattico e anche in casa ha schierato una difesa a cinque.
“Se si fosse persa la partita di ieri sera … il calcio è fatto per qualcuno di parole e per altri di fatti. Quattro anni fa Torino-Genoa è stata una gara di gran lunga più intensa e il Torino è retrocesso, mentre ieri il Torino ha raggiunto la salvezza con una domenica d’anticipo (in realtà mancano due partite, ndr), quindi può di nuovo mettere sul piatto della bilancia il terzo obiettivo perché l’anno scorso erano la promozione e la ricostruzione e quest’anno era la salvezza, ripeto, contro l’opinione di tutti che dicevano che non sarebbe stato possibile. L’anno prossimo abbiamo il Torino, con me o senza di me, ma questo non ha importanza, ha l’obiettivo di trasferirsi in maniera definitiva nella parte sinistra della classifica e se non si fosse raggiunta la salvezza tutti questi discorsi non si potrebbero fare. Qui può succedere che una partita cancelli radicalmente due anni di lavoro, ma dalle altre parti non succede. Domenica scorsa il Chievo ha giocato contro il Cagliari e hanno detto che i portieri sono stati bravi a non toccare mai la palla perché i difensori erano stati abilissimi, mentre qui della gara di ieri sera si dice esattamente il contrario, perché, purtroppo, ogni posto ha le sue regole. Ribadisco il concetto, sono dispiaciuto per i fischi soprattutto per i giocatori, ma capisco i tifosi che sono la parte in assoluto migliore. Li ringrazio sempre, l’ho già detto, ma lo ripeto che ringrazio quei quattordicimila contro il Lumezzane, quelli non li potrò mai dimenticare perché sono quelli che mi hanno dato la forza di lavorare otto-dieci ore al giorno e sono quelli che mi hanno dato la determinazione feroce di riuscire a mandare Basha in nazionale a ricostruire Cerci che era perso e qui mi fermo poiché l’elenco è lungo. Non c’è merito, ma c’è il lavoro e poi c’è la grande disponibilità dei calciatori. Abbiamo dovuto gestire situazioni obiettivamente non facili per mille motivi che si conoscono perfettamente e sotto quest’aspetto sarebbe stato bello raggiungere la salvezza fra gli applausi e non tra i fischi.  E’ stato fatto qualche cosa d’importante. E’ troppo facile dire per otto mesi che questi a gennaio sono già retrocessi e poi non apprezzare la salvezza con una domenica d’anticipo, questo obiettivamente diventa difficile da capire, però comprendo lo stato d’animo dei tifosi perché, parlo per me e non a nome della squadra, io nei confronti dei tifosi sono assolutamente debitore in quanto quei quattordicimila mi hanno dato la possibilità di entrare in campo ogni domenica orgoglioso”.

Parla al passato, cosa vuol dire?
“Non parlo al passato né al presente, ho fatto una disamina corretta, credo, e a me dispiace perché qui si vive molto di ricordi ed è strano che improvvisamente si dimentichi il ricordo a breve scadenza e si rammenti solo il passato. E’ giusto ricordare tutto”.

Quello che è stato seminato finora è per intraprendere un nuovo ciclo o per far sì che lei abbia nuovi stimoli?
“Lasciamo stare Ventura che non conta niente. Credo che si sia costruita la struttura di questi giocatori e quando parlo di struttura intendo cultura del lavoro, serietà, conoscenze e il concetto di disponibilità. Quando parlo di Cerci in Italia mi dicono “non è possibile”, ma perché non sono riusciti gli altri e cosa ho fatto io per recuperarlo? Quante ore ho dedicato, quanti confronti, quante analisi, quante introspezioni queste sono parole sconosciute nel mondo del calcio, ma noi le abbiamo vissute. Ecco perché bisogna dire bravi a questi giocatori. Se mi si dice “per la partita con il Genoa dice bravi a questi giocatori?” allora si è prevenuti, se, invece, si vuole fare un discorso serio quando sono arrivato molti si riempivano la bocca, lo dico senza polemica, con programmazione, crescita. Ma cosa significano programmazione e crescita? Per me crescita significa dare la possibilità a un giocatore che non ha mai giocato in serie A di fare esperienza e acquisire conoscenze in modo tale che non si facciano primi tempi come quello di ieri sera. E questa è stata un’altra esperienza non positiva che è stata incamerata, questa fa parte della crescita. Programmazione è la capacità di leggere e capire chi è pronto per essere una pedina importante all’interno di una struttura con alle spalle una storia pesante come quella del Toro”.

Promette ai tifosi che vedranno un Toro che attaccherà a testa bassa con il Catania?
“Lo dico ora, che non ne ho la certezza, vorrei salvarmi con una domenica d’anticipo e se dovesse succedere adesso a botta calda affermo che mi piacerebbe far giocare Bakic, Caceres, Coppola, quei giocatori che hanno lavorato in silenzio per un anno intero sapendo di non poter essere utilizzati perché non gli si poteva dare responsabilità. Questi sono i veri grandi protagonisti in questo gruppo. Ribadisco, sono quelli che hanno lavorato in silenzio incoraggiando quelli che andavano in campo senza mai loro andare in campo. Ecco perché sono orgoglioso di questi giocatori”.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]

Con il Genoa avete conquistato un punto che vuol dire un passo importante in chiave salvezza oppure il pareggio è stato un’occasione persa poiché con la vittoria sarebbe stata salvezza certa?
“Mi assumo la responsabilità di dire che siamo salvi. Mi dispiace un po’ per i fischi perché giustamente i tifoni non hanno apprezzato una partita giocata in questa maniera. Da un lato li capisco e credo che dipenda dall’esperienza, che mi è stata raccontata, di quattro anni fa e penso che avrebbero voluto ripagare il Genoa con la stessa moneta. Secondo me una partita non può cancellare due anni di lavoro svolto e dico due anni perché sono qui da questo tempo. Se vogliamo analizzare la partita di ieri sera non c’è da dire neanche una parola. Se, invece, si vuole analizzare velocemente l’intero percorso intrapreso credo che bisogna ricordarsi da dove siamo partiti e non siamo partiti, purtroppo per me, dallo scudetto del 1976, ma dalla Sisport due anni fa con cinquemila persone incavolate (il mister ha usato un termine più colorito, ndr) nere che insultavano tutti perché erano deluse. Allora l’obiettivo era quello della promozione e alcuni giornalisti mi dicevano che “anche se non vinci basta che riporti un po’ d’entusiasmo”, parlo della ricostruzione di quella che è stata chiamata la cellula granata, e alla fine della scorsa stagione, credo, che questi due obiettivi siano stati centrati perché siamo saliti di categoria dominando il campionato, infatti, alla festa per la promozione c’erano sotto la pioggia ottantamila persone che cantavano e hanno imbandierato la città di granata. Quindi le bandiere sono state tirate fuori dai cassetti. Poi siamo ripartiti quest’anno e molti giornalisti in questo momento qui presenti non credevano che con la struttura e il gruppo dello scorso anno avremmo fatto la serie A e alcuni giornalisti mi hanno mandato degli sms, che ho conservato, dove mi dicevano “dove vai con questa squadra?” e altri mi hanno scritto “a gennaio sarai già retrocesso”. E’ vero che avevamo tanti esordienti nella categoria e oltre a quelli che ieri erano in campo i vari D’Ambrosio, Basha, Darmian, Glik, tanto per citarne alcuni, c’erano anche Sgrigna e Sansone e invece fino a sette-otto domeniche fa eravamo una delle squadre, tra virgolette, rivelazione e gli addetti ai lavori ne parlavano per come giocavamo e per quello che proponevamo nonostante i molti esordienti. Poi è successo qualche cosa di veramente surreale ed è questo il mio grande rammarico: si è persa una partita folle a Cagliari e la terza miglior difesa del campionato, parliamo sempre del Torino neo promosso, improvvisamente perde a Parma dopo aver dominato la partita e dico dominato perché mi ricordo perfettamente che eravamo in vantaggio e dopo aver sbagliato il gol del raddoppio, palo pieno a portiere battuto, succede qualche cosa di surreale. Così possiamo fare l’elenco delle partite che hanno cancellato il vantaggio accumulato, qualcuno dice volutamente cancellato, mancano i punti di Inter-Torino dove avremmo meritato di vincere, mancano i punti di Milan-Torino dove questi ragazzi avrebbero meritato di vincere, questo non detto da me, ma dall’allenatore degli avversari, e mancano i punti contro il Napoli, la Roma, tutte patite che, sinceramente, non avemmo meritato di perdere. Ecco quei punti mancanti hanno fatto sì che ieri sera abbiamo dovuto (sospira, ndr) fare una partita non da Torino, se devo essere sincero”.

Ma neanche da Ventura poiché ha un po’ snaturato il suo credo tattico e anche in casa ha schierato una difesa a cinque.
“Se si fosse persa la partita di ieri sera … il calcio è fatto per qualcuno di parole e per altri di fatti. Quattro anni fa Torino-Genoa è stata una gara di gran lunga più intensa e il Torino è retrocesso, mentre ieri il Torino ha raggiunto la salvezza con una domenica d’anticipo (in realtà mancano due partite, ndr), quindi può di nuovo mettere sul piatto della bilancia il terzo obiettivo perché l’anno scorso erano la promozione e la ricostruzione e quest’anno era la salvezza, ripeto, contro l’opinione di tutti che dicevano che non sarebbe stato possibile. L’anno prossimo abbiamo il Torino, con me o senza di me, ma questo non ha importanza, ha l’obiettivo di trasferirsi in maniera definitiva nella parte sinistra della classifica e se non si fosse raggiunta la salvezza tutti questi discorsi non si potrebbero fare. Qui può succedere che una partita cancelli radicalmente due anni di lavoro, ma dalle altre parti non succede. Domenica scorsa il Chievo ha giocato contro il Cagliari e hanno detto che i portieri sono stati bravi a non toccare mai la palla perché i difensori erano stati abilissimi, mentre qui della gara di ieri sera si dice esattamente il contrario, perché, purtroppo, ogni posto ha le sue regole. Ribadisco il concetto, sono dispiaciuto per i fischi soprattutto per i giocatori, ma capisco i tifosi che sono la parte in assoluto migliore. Li ringrazio sempre, l’ho già detto, ma lo ripeto che ringrazio quei quattordicimila contro il Lumezzane, quelli non li potrò mai dimenticare perché sono quelli che mi hanno dato la forza di lavorare otto-dieci ore al giorno e sono quelli che mi hanno dato la determinazione feroce di riuscire a mandare Basha in nazionale a ricostruire Cerci che era perso e qui mi fermo poiché l’elenco è lungo. Non c’è merito, ma c’è il lavoro e poi c’è la grande disponibilità dei calciatori. Abbiamo dovuto gestire situazioni obiettivamente non facili per mille motivi che si conoscono perfettamente e sotto quest’aspetto sarebbe stato bello raggiungere la salvezza fra gli applausi e non tra i fischi.  E’ stato fatto qualche cosa d’importante. E’ troppo facile dire per otto mesi che questi a gennaio sono già retrocessi e poi non apprezzare la salvezza con una domenica d’anticipo, questo obiettivamente diventa difficile da capire, però comprendo lo stato d’animo dei tifosi perché, parlo per me e non a nome della squadra, io nei confronti dei tifosi sono assolutamente debitore in quanto quei quattordicimila mi hanno dato la possibilità di entrare in campo ogni domenica orgoglioso”.

Parla al passato, cosa vuol dire?
“Non parlo al passato né al presente, ho fatto una disamina corretta, credo, e a me dispiace perché qui si vive molto di ricordi ed è strano che improvvisamente si dimentichi il ricordo a breve scadenza e si rammenti solo il passato. E’ giusto ricordare tutto”.

Quello che è stato seminato finora è per intraprendere un nuovo ciclo o per far sì che lei abbia nuovi stimoli?
“Lasciamo stare Ventura che non conta niente. Credo che si sia costruita la struttura di questi giocatori e quando parlo di struttura intendo cultura del lavoro, serietà, conoscenze e il concetto di disponibilità. Quando parlo di Cerci in Italia mi dicono “non è possibile”, ma perché non sono riusciti gli altri e cosa ho fatto io per recuperarlo? Quante ore ho dedicato, quanti confronti, quante analisi, quante introspezioni queste sono parole sconosciute nel mondo del calcio, ma noi le abbiamo vissute. Ecco perché bisogna dire bravi a questi giocatori. Se mi si dice “per la partita con il Genoa dice bravi a questi giocatori?” allora si è prevenuti, se, invece, si vuole fare un discorso serio quando sono arrivato molti si riempivano la bocca, lo dico senza polemica, con programmazione, crescita. Ma cosa significano programmazione e crescita? Per me crescita significa dare la possibilità a un giocatore che non ha mai giocato in serie A di fare esperienza e acquisire conoscenze in modo tale che non si facciano primi tempi come quello di ieri sera. E questa è stata un’altra esperienza non positiva che è stata incamerata, questa fa parte della crescita. Programmazione è la capacità di leggere e capire chi è pronto per essere una pedina importante all’interno di una struttura con alle spalle una storia pesante come quella del Toro”.

Promette ai tifosi che vedranno un Toro che attaccherà a testa bassa con il Catania?
“Lo dico ora, che non ne ho la certezza, vorrei salvarmi con una domenica d’anticipo e se dovesse succedere adesso a botta calda affermo che mi piacerebbe far giocare Bakic, Caceres, Coppola, quei giocatori che hanno lavorato in silenzio per un anno intero sapendo di non poter essere utilizzati perché non gli si poteva dare responsabilità. Questi sono i veri grandi protagonisti in questo gruppo. Ribadisco, sono quelli che hanno lavorato in silenzio incoraggiando quelli che andavano in campo senza mai loro andare in campo. Ecco perché sono orgoglioso di questi giocatori”.