Bologna: le prese in giro aumentano, la fiducia diminuisce

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“Non ci sono buchi di bilancio, le finanze del Bologna sono buone”. “Basterà una cessione e mezzo per rimpinguare le casse e rinforzare la squadra”. “Ramirez è il nostro più grande talento, potrebbe partire solo di fronte a un’offerta straordinaria”. E potremmo proseguire. La lista delle  ultime parole famose pronunciate dagli uomini a capo del Bologna F.C. è lunga almeno quanto un rotolone Regina. E i tifosi rossoblù ascoltano, si illudono, provano a sorridere e a pensare a un futuro calcistico migliore. La realtà invece è sempre diversa, spesso completamente opposta rispetto a quanto viene raccontato. La pazienza è finita, da un pezzo, e solo l’educazione e il rispetto di una piazza come Bologna salvano Guaraldi e soci da un linciaggio mediatico (e non solo).

Il vaso è già traboccato, ormai fa acqua da tutte le parti, ma le gocce continuano a piovere imperterrite. L’ultima è gigantesca: Ramirez all’odiata Fiorentina per 9 milioni di euro (puliti, ‘sporcati’ da Betancourt o cos’altro?) più Felipe, non si è ben capito se interamente o in comproprietà. Un gioiellino che aumenterà il proprio valore anno per anno (e sarà così perché Gaston ha classe, non è Meghni, quindi meglio non cominciare anche stavolta con la favola della volpe e l’uva) in cambio di un po’ di bigiotteria, con tutto il rispetto per un ragazzo che in passato ha fatto vedere grandi cose ma che ora, vuoi anche per i continui guai fisici, è l’ombra di se stesso. E la cosa bella è che la scusa, la giustificazione, la discolpa è già bell’e pronta: il Niño vuole andarsene, Bologna gli sta stretta. È vero, il comportamento tenuto dal giovane numero 10 negli ultimi giorni è assolutamente da rimarcare in negativo, ma tutti sappiamo che a vent’anni non si è poi così maturi, specie poi se si è consigliati da veri e propri sciacalli.

Ma una società seria dovrebbe prendere la situazione di petto, sventolare davanti al calciatore in questione un contratto firmato e controfirmato (anche se ormai i contratti nel calcio valgono come il due di bastoni con briscola denari) e magari tentare di ammorbidire la situazione venendo incontro almeno in parte alle richieste economiche del ragazzo, provando in tutti i modi a trattanerlo. Insomma, una trattativa normale, nulla di eccezionale, una cosa che nel calcio dovrebbe essere all’ordine del giorno e non sollevare per forza un polverone. Ma al Bologna ogni cosa pare difficile come scalare una montagna e il richiamo del denaro per il pacioso Albano e per l’irrequieto Maurizio è più del dolce del canto delle sirene per Ulisse. E a questo punto, piaccia o non piaccia, non possono non tornarmi a mente le parole di due personaggi che questo scenario, forse esagerando un po’, l’avevano previsto. Il primo si chiama Luca Baraldi, proprio lui. “Nelle casse del Bologna c’è un buco da 9 milioni” disse qualche mese fa. Poi smentì, ma il dubbio rimase. Che ci fossero dei seri problemi finanziari lo fece intuire anche Alfredo Cazzola, che dal giorno alla notte decise di non entrare più nel BFC dopo aver sbandierato ai quattro venti il suo ritorno. I numeri forse erano sbagliati ma la sostanza era più che giusta.

E i fatti di queste ultime settimane lo confermano. Riscattato alle buste Viviano per una cifra che appariva a tutti difficile da reperire, si scopre poi che il portiere della Nazionale, per uno strano errore di calcolo, è finito all’Inter. Pazienza, soldi in cassa per il Bologna. Britos ceduto al Napoli senza pensarci troppo. Soldi in cassa per il Bologna. Ramirez, salvo ribaltoni dell’ultimo minuto, ceduto alla Fiorentina. Altri soldi in cassa. Quelli reinvestiti (considerando le varie operazioni in compartecipazione e prestito con diritti di riscatto a cifre assurde) sono pochi. In un primo momento la squadra costruita non sembrava malvagia ma visti alcuni problemi nel reparto arretrato che sono emersi durante il ritiro e l’ormai prossima partenza di Gaston essa appare ora più debole. Ed è proprio lo stesso vicepresidente Maurizio Setti, seppur involontariamente, a confermare questa sensazione: “Noi abbiamo bisogno di un difensore, mi piace Sorensen”. Traduzione: ci serve qualcuno migliore di Raggi, Rickler, Antonsson e Cherubin.

Ma pensarci prima no? Si deve per forza arrivare a sacrificare quello che forse è il giocatore più forte in rosa? E se venisse un raffreddore a Diamanti chi lo sostituirebbe? E poi bel modo di incoraggiare i proprio giocatori e di valutare le operazioni effettuate da Salvatore Bagni, uomo fortemente voluto dallo stesso Setti e poi cacciato a cuor leggero. Inoltre, aggiungo io, nemmeno quest’anno è arrivato un centrocampista con qualche gol nei piedi e la rosa è ancora troppo folta (anche saper cedere i giocatori in eccesso è una dote importante se si vuole gestire al meglio un club). E poi guai a parlare a Setti di tale Cristian Pasquato (forse l’unico in grado di sostituire degnamente Ramirez e di far felici i tifosi): “La vedo difficile, e poi noi ci dobbiamo rinforzare dietro”.

Avanti pure. Insomma, a pochi giorni dall’esordio stagionale in Coppa Italia contro il Padova siamo alle solite: è un gran caos. Forse la serenità regna solo nella testa di mister Bisoli e dei suoi ragazzi, che speriamo, come è già accaduto in passato (specialmente l’anno scorso), riusciranno a far dimenticare tutti i problemi con una serie di ottime prestazioni. Sarebbe poi stupendo se tutte le critiche che ho riportato fin qui venissero in un colpo solo sonoramente smentite e mi si ritorcessero contro. Sarei la persona più felice di questo mondo perché io al Bologna, così come tutti i tifosi rossoblù, ci tengo davvero. Sarebbe bello se Guaraldi nel fine settimana tornasse dai suoi impegni lavorativi e decidesse senza troppi fronzoli di ritirare Ramirez dal mercato, dando un segnale carico di entusiasmo a una piazza che ormai si è stancata. Non di questi colori, non sia mai, bensì di una società che sta fecendo di tutto per gettare ombra e mediocrità su di essi.

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]